Lucilla Tomassi
Autore
dpcm 9 novembre

La situazione contagi in Italia continua a essere critica, soprattutto perché si pensa che se i contagi non accenneranno a diminuire, in poco tempo l’intero sistema sanitario nazione potrebbe trovarsi in seria difficoltà. Quindi come scongiurare questa crisi? Il Governo si è dato un tempo massimo di una decina di giorni prima di optare per misure più stringenti rispetto a quelle entrate in vigore con l’ultimo DPCM firmato il 24 ottobre 2020. Scopriamo meglio cosa sta succedendo.

Francia e Germania in semi-lockdown: noi saremo i prossimi?

È ormai realtà che i Governi di Francia e Germania abbiano deciso di inserire chiusure più stringenti delle nostre per contrastare i contagi in salita nei due paesi, anche se con dovute differenze: infatti la situazione francese è decisamente più critica di quella italiana, che a sua volta è però più grave di quella registrata in Germania, che nonostante ciò ha comunque ha deciso di entrare in lockdown preventivo. Dunque se in Francia e in Germania hanno chiuso bar e ristoranti, limitato o quasi vietato gli spostamenti, facendo però rimanere aperte le scuole e nel caso della Germania anche i negozi, si pensa che in Italia non si è troppo lontani dall’adottare le stesse restrizioni.

Entro il 9 novembre ci sarà un nuovo lockdown?

Senza un’inversione di tendenza nella curva dei contagi da Coronavirus, una nuova stretta è inevitabile, come abbiamo già anticipato. Dunque la convinzione degli esperti è ora anche quella del Governo, come riporta Open, che in attesa di valutare gli effetti dell’ultimo DPCM studia ulteriori restrizioni, da mettere in campo entro e non più tardi del 9 novembre. Questa la data che sembrerebbe filtrare da fonti della pubblica amministrazione, e che porterebbe con sé un lockdown più morbido di quello di marzo, ma che chiuderebbe comunque diverse attività per un periodo più o meno lungo. Ma come sarebbe questa nuova quarantena? Nello scenario che si sta ipotizzando dal Governo e dal Ministero della Salute, resterebbero aperte soltanto le fabbriche, le aziende agricole, i negozi che vendono servizi essenziali, come alimentari e farmacie, e soprattutto le scuole materne ed elementari, sul modello del lockdown francese e tedesco, appunto. Per ora però l’intenzione sarebbe quella di favorire strette a livello locale là dove necessario, senza poter allentare misure decise a livello nazionale però. Dunque per conoscere la nostra sorte dovremo aspettare ancora una manciata di giorni, e non perdere d’occhio la situazione contagi.

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