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nuova riforma docentiIl Consiglio dei Ministri dà il via libera alla nuova riforma pensata e fortemente voluta dal Ministro Bianchi circa il nuovo reclutamento dei docenti per la scuola secondaria, che prevede l'inserimento di 70.000 insegnanti di ruolo da qui al 2024.

La riforma ruoterà sostanzialmente intorno a tre nuclei principali: percorsi professionalizzanti più concreti, formazione continua e concorsi annuali per reclutare con costanza il personale docente. Inoltre, con il nuovo Decreto verrà introdotta la scuola di alta formazione per dirigenti, insegnanti e personale ATA. Ma vediamo più nel dettaglio in cosa consiste la nuova riforma dei professori.

La formazione iniziale e l'abilitazione per insegnare

Coloro intenzionati ad avviare una carriera da insegnanti dovranno seguire alcuni passaggi previsti dalla nuova riforma. Innanzitutto frequentare un percorso universitario abilitante, che corrisponda ad almeno 60 crediti formativi, in cui svolgere un periodo di tirocinio nelle scuole. Al termine del percorso, è prevista una prova finale dove verrà testata la conoscenza dei contenuti disciplinari e la capacità di insegnamento tramite la simulazione di una lezione.

Una volta ottenuta l’abilitazione, questa consentirà l’accesso ai concorsi, che avranno luogo con cadenza annuale per velocizzare l’immissione in ruolo di chi vuole insegnare, ma anche per coprire eventuali cattedre vacanti. I vincitori del concorso saranno assunti con un periodo di prova di un anno, che si concluderà con una valutazione volta ad accertare anche le competenze didattiche acquisite dal docente. In caso di esito positivo, ci sarà la tanto agognata immissione in ruolo.

Scuola di Alta Formazione: la formazione continua dei docenti in servizio

Una volta aver ottenuto la cattedra, il docente dovrà continuare a formarsi. Uno dei punti chiave della nuova riforma sta proprio nella formazione continua dei docenti in attività per favorire l'innovazione e il ricambio dei modelli didattici. Da qui la logica necessità di puntare sulle competenze digitali e sull’uso critico e responsabile degli strumenti digitali: questa parte formativa sarà obbligatoria e si svolgerà in orario di lavoro.

Viene poi introdotto un sistema di aggiornamento e formazione con una pianificazione su base triennale che mira a fornire ai docenti le competenze per progettare la didattica con strumenti innovativi. Si tratta però di una formazione che esula dall'orario di lavoro del docente, per cui è molto probabile che venga retribuita dalle stesse scuole. In ultima istanza, la riforma istituisce la Scuola di Alta Formazione. Suo il compito di adottare specifiche linee di indirizzo in materia, ma anche di accreditare e verificare le strutture che dovranno erogare i corsi.

Le parole del Ministro Bianchi: “Formazione come elemento di innovazione”

“Oggi facciamo un ulteriore passo avanti per dare stabilità al sistema d’Istruzione - sottolinea il Ministro Patrizio Bianchi. Prevediamo un percorso chiaro e definito per l’accesso all’insegnamento e per la formazione continua dei docenti lungo tutto l’arco della loro vita lavorativa. Puntiamo sulla formazione come elemento di innovazione e di maggiore qualificazione di tutto il sistema. Prevediamo, poi, entro il 2024, 70.000 immissioni in ruolo, attraverso concorsi che saranno banditi con cadenza annuale.

Gli insegnanti sono il perno dei nostri istituti e devono avere un quadro strutturato di inserimento, il giusto riconoscimento professionale e strumenti che consentano un aggiornamento costante, indispensabile per svolgere il loro compito di guida delle nuove generazioni. Al centro di questa riforma c’è un’idea precisa di una scuola aperta e inclusiva, che stiamo costruendo con le risorse del PNRR a disposizione e con il dialogo con tutti gli attori coinvolti”

ha concluso il Ministro dell'Istruzione.
Data pubblicazione 22 Aprile 2022, Ore 11:40 Data aggiornamento 22 Aprile 2022, Ore 11:49
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