
La Guardia di Finanza ha sanzionato una professoressa di una scuola superiore in provincia di Pistoia che, oltre all’insegnamento, esercitava una seconda professione non autorizzata. La docente si occupava della vendita di integratori alimentari via Internet.
La vendita online, eseguita per conto di una società del Nord Italia, era effettuata senza che la professoressa disponesse delle autorizzazioni necessarie da parte della scuola.
Per questo la donna è stata multata con 10mila euro.Le indagini e il reato
L’indagine è stata avviata su richiesta dell’Ispettorato per la Funzione Pubblica, coadiuvato dal Nucleo Speciale Anticorruzione di Roma. I controlli hanno portato alla luce la doppia vita della professoressa che, per circa due anni, ha venduto integratori alimentari su Internet, accumulando quasi 10mila euro di provvigioni. Insegnare e svolgere una seconda professione non è reato purché, però, si abbia l’autorizzazione dell’istituto scolastico presso cui si lavora e si svolga un’attività che faccia capo ad un albo. In assenza di questi due requisiti si rischia di incorrere in sanzioni molto salate, come è accaduto a questa professoressa che insegnava in una scuola superiore in provincia di Pistoia.
La sanzione
Secondo quanto previsto dalle norme in vigore, la docente sarà obbligata a pagare una multa pari a tutti i guadagni ottenuti negli anni di lavoro. La somma, in questo caso di circa 10mila euro, dovrà essere versata all’amministrazione di appartenenza della docente. Anche la società per cui lavorava è stata sanzionata per circa 2.500 euro. Come conseguenza del reato commesso potrebbe sussistere anche la contestazione d’addebito. L’insegnante potrebbe essere convocata dalla sua Dirigente scolastica o dall’Ufficio scolastico regionale per spiegare i motivi che l’hanno spinta a svolgere una seconda professione, senza richiedere le autorizzazioni necessarie e senza rispettare le procedure previste per i dipendenti pubblici.
Chiara Galgano