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Nove in condotta agli studenti che spararono alla prof: Valditara intervieneNovità in arrivo sul fronte scuola. A dirlo è Giuseppe Valditara, che è intervenuto sul recente sviluppo del caso di Rovigo, quello cioè che ha visto i due studenti promossi con 9 in condotta nonostante lo scorso ottobre abbiano sparato alla prof con una pistola ad aria compressa.

fonte foto: via Huffington Post

In particolare, il ministro dell’Istruzione e del Merito ha parlato del ruolo dell’insegnante e del voto di condotta: “Ci dovrà essere un ripensamento sul significato e sul ruolo, all'interno dell'intero anno scolastico, del voto di condotta”. A riportare la notizia ‘TgCom24’.

Il 9 in condotta? “Un messaggio diseducativo”

Come riportato da ‘TgCom24’, Valditara ha esordito dicendo di aver scritto alla prof vittima degli studenti: “Le ho detto che dare 9 a chi ha sparato lo ritengo un messaggio diseducativo. Ci sono tanti voti a disposizione”. Ha aggiunto Valditara: “Siccome c'è l'autonomia delle scuole e il ministro non può dire decido io, gli ispettori sono stati mandati per capire se gli scrutini sono stati coerenti con i regolamenti interni. Vogliamo capire anche qui se ci sono margini di manovra che il ministero può avere. A breve gli ispettori faranno una relazione, ma non basta mandare gli ispettori: interverremo anche sul voto di condotta.

Valditara: “Dobbiamo ridare autorevolezza alla figura del docente”

Giuseppe Valditara si dice quindi perplesso nei confronti del voto in condotta ottenuto dagli studenti protagonisti dei fatti di ottobre scorso. Ma afferma anche di rispettare l’autonomia delle scuole, che decidono in base al proprio regolamento interno. Tuttavia, il ministro rimane saldo sul suo punto di vista, già espresso in più occasioni: Dobbiamo ridare autorevolezza alla figura del docente, rimettere il docente al centro della società. Occorrono anche provvedimenti. Ha terminato i lavori il gruppo di lavoro di lotta al bullismo: già dalla prossima settimana lavoreremo per proporre e trovare soluzioni interessanti, fortemente innovative”. E conclude: Ci deve essere più scuola per un bullo, per chi si rende artefice di comportamenti trasgressivi, più attività di volontariato sociale. È necessario un insieme di interventi coerenti che ridia più autorevolezza e tutela ai docenti, più rispetto nelle scuole, più rispetto dei docenti e dei beni pubblici”.

Il gruppo di lavoro messo in piedi dal ministro per rispondere ai numerosi casi di bullismo sta quindi arrivando a una quadra. A breve sapremo quali provvedimenti verranno presi per arginare il fenomeno.