
Data la mancanza di personale, il dirigente, con tanto di divisa blu e scopa, si è messo a spazzare i pavimenti della scuola.
Intervistato dal ‘Corriere della Sera’, ha detto: “Sono divorziato, ho fatto il militare, sono abituato a lavare i pavimenti. Non lo ritengo certo umiliante”.
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Il preside bidello: una provocazione per denunciare un disagio
Chiaramente si è trattato innanzitutto di una provocazione, ma alle spalle c’è pur sempre una situazione di disagio. Di che disagio stiamo parlando? Mancanza di personale. Ecco perché Daniele Bonomi, dirigente scolastico del Cpia di Pavia, ha indossato i panni del bidello per farsi immortalare in una foto che lo ritrae mentre fa le pulizie.Intervistato dal ‘Corriere della Sera’, il preside spiega: “Il Cpia ha sette sedi sparse per la provincia di Pavia, e in organico ha sette collaboratori scolastici in tutto. La scuola resterà aperta fino alla fine del mese, prima delle vacanze di agosto. Capite che basta l’assenza di uno solo, per malattia o altro, per lasciare scoperto un plesso. Il personale è essenziale per garantire le lezioni stesse: senza di loro la scuola non apre. Per questo motivo siamo costretti a fare soltanto mezza giornata”.
La soluzione non è certo immediata, ma si dimostra comunque necessaria: “La situazione si risolverà quando l’Ufficio regionale scolastico, che so essere oberato da mille impegni più urgenti di questo, ci manderà ulteriore personale. In caso contrario saremo nei guai soprattutto da settembre, quando riprenderanno tutti i corsi. L’alternativa sarebbe avere qualcuno che usufruisce di una borsa lavoro. Lo scorso anno dalla Regione erano arrivate le tre figure professionali che servivano, adesso soffriamo”.
Il preside: “Sono divorziato, ho fatto il militare, sono abituato a lavare i pavimenti. Non lo ritengo certo umiliante”
Quando gli viene comunicato che alcuni hanno criticato le foto in cui spazza, postate sui social, Bonomi risponde: “Le ha scattate la mia segretaria. Stavo pulendo davvero. Sono divorziato, ho fatto il militare, sono abituato a lavare i pavimenti. Non lo ritengo certo umiliante”.Il problema, per il preside, è tuttavia un altro, e cioè la la carenza di personale, alimentata talvolta da una mancanza di sinergia con i sindacati. Un problema importante, questo, che influisce direttamente sulla qualità del servizio offerto e, di conseguenza, sulle motivazioni degli studenti. “Abbiamo 1.700 iscritti di ogni età, ceto sociale e livello culturale”, spiega il dirigente. “Bisogna formare dei gruppi poco numerosi ed omogenei: chi è completamente analfabeta non può stare con un alunno, invece, che arriva qui con una preparazione di base. Non gioverebbe a nessuno. Cosa credete che possiamo fare con 30 docenti e sette collaboratori scolastici, in sedi lontane anche 50 chilometri tra loro? Organizzare i corsi è già un mezzo miracolo: qui si insegnano italiano, matematica, inglese e tecnica per ottenere la licenza media. Molti alunni, anche per la poca flessibilità degli orari, abbandonano. Questo è il dolore più grande”.