
A sostenerlo è l’ultimo rapporto dell’UNESCO (Organizzazione per l’istruzione, la scienza e la cultura delle Nazioni Unite), che lancia un appello ai governi di tutto il globo esortandoli a prendere provvedimenti in merito, così come è stato fatto in Francia e nei Paesi Bassi.
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Rapporto UNESCO: i rischi della tecnologia per l’istruzione
Il rapporto sul Global Education Monitor Report 2023, redatto dall'UNESCO, presenta un'analisi fondata sull’osservazione di 200 sistemi educativi in tutto il mondo. La conclusione: l'eccessivo utilizzo degli smartphone è responsabile di una riduzione del rendimento scolastico, di squilibri emotivi tra i minori e di un impatto negativo sull'apprendimento in generale. Inoltre, come evidenzia il rapporto, le molte ricerche che sostengono il valore aggiunto delle tecnologie digitali nell'istruzione sono finanziate da aziende educative private con l'intento di promuovere e vendere i propri prodotti.Una tendenza, questa, che è stata identificata come “motivo di preoccupazione” per la salute educativa delle nuove generazioni, poiché mette in primo piano il profitto a discapito dell'efficacia e della completezza dell'istruzione. In più, tale approccio favorirebbe una crescente individualizzazione delle persone, trascurando l'importanza della dimensione sociale e del significato stesso dell'educazione.
Il rapporto continua, rincarando la dose: un altro aspetto rilevato riguarda l'aumento delle disuguaglianze sociali e del divario educativo causato proprio dalle piattaforme educative digitali. Questi servizi escludono miliardi di persone nei Paesi a basso reddito, senza dimenticare il significativo impatto ecologico, non certo in positivo.
La sicurezza digitale dei giovani è poi un'ulteriore preoccupazione, in quanto è collegata alla tutela della democrazia e del rispetto dei diritti umani. Importante è proteggere la privacy degli studenti dalle violazioni causate dagli attacchi informatici alle piattaforme educative digitali e ridurre la loro esposizione al cyberbullismo, così come all'odio online.
L’appello UNESCO ai governi: regolare l’uso delle tecnologie a scuola
Per tutte queste ragioni, l'UNESCO lancia un appello, sottolineando la necessità per i governi di definire principi e obiettivi chiari per regolare l'uso delle tecnologie digitali nell'educazione, al fine di garantire un loro utilizzo benefico e prevenire danni agli studenti.Il rapporto del Global Education Monitor Report 2023 dell'UNESCO mette in evidenza i Paesi che hanno vietato l'uso degli smartphone in classe, come la Francia, che ha implementato il divieto dal 2018, e i Paesi Bassi, che lo introdurranno a partire dal 2024. Anche la Cina ha adottato misure simili limitando l'uso degli strumenti digitali a scuola al 30% del tempo di insegnamento e imponendo pause regolari dallo schermo per i più giovani. Circa un sesto dei 200 sistemi educativi analizzati hanno seguito politiche simili.
L'UNESCO, tuttavia, non si pone l’obiettivo di eliminare la tecnologia nell’ambito dell’educazione. Al contrario, il rapporto sottolinea il ruolo essenziale della tecnologia nel garantire la continuità dell'apprendimento in situazioni di emergenza, così come è stato durante la pandemia da Covid-19. L’appello vuole invece spingere i governi a intervenire tempestivamente per stabilire limiti e regole che evitino gli abusi, riducendo così le disuguaglianze e assicurando un utilizzo della tecnologia in linea con una “visione dell’istruzione incentrata sugli esseri umani”.
“Le connessioni online non possono sostituire l'interazione umana”, ha detto Audrey Azoulay, direttrice generale dell’UNESCO, al ‘Guardian’. “La rivoluzione digitale ha un potenziale incommensurabile, ma così come sta venendo regolata nella società è necessario regolarla anche nell’educazione. Il suo uso deve essere finalizzato a migliorare le esperienze di approfondimento e favorire il benessere di studenti e insegnanti, non a loro discapito”.