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parola chiave dell’articoloIl rincaro dei prezzi non risparmia nessuno, nemmeno gli istituti scolastici. Per questo motivo sta facendo molto discutere la decisione di un istituto alberghiero romano di ammettere al laboratorio scolastico soltanto chi paga un contributo volontario.

fonte foto: Instagram retestudenti_lazio

La quota, del valore di 120 euro da intendersi su base annua, copre il costo dei materiali da utilizzare nel laboratorio di cucina: chi non paga non avrà garantito nemmeno il cibo per le lezioni pratiche. Queste le ragioni alla base della manifestazione studentesca che si è tenuta ieri – 14 novembre – davanti l'istituto.

Studenti in protesta, la preside: “Serve un aiuto da parte delle famiglie”

Caro-bollette, inflazione, rincaro dei carburanti: la crisi che attanaglia il Paese non dà tregua. Le famiglie lo sanno bene e proprio per questo – in un simile momento di difficoltà – il pagamento del contributo non è un fatto ovvio. Eppure, spiegano gli studenti ”ciò non ha impedito l’emanazione di una circolare che fissava un ultimatum poco adeguato per il versamento del contributo volontario”. La manifestazione è stata pacifica e aveva lo scopo di porre l'attenzione su diverse problematiche, tra cui i costi troppo alti per l’acquisto delle divise e la manutenzione della struttura, arrivando poi al problema dei laboratori.

Intervistata da “La Repubblica”, la preside dell'istituto spiega i motivi dietro la decisione: ”Il liceo alberghiero è una scuola che non riceve fondi extra per l’acquisto di farine, carne, pesce perciò sono io a dover provvedere al cibo. Nei giorni scorsi ho ricevuto un messaggio dall’amministrazione: con questi rincari si rischia seriamente il default e l’unico modo per proseguire è un aiuto da parte delle famiglie” ha spiegato la dirigente, che nel frattempo si è messa all'opera per trovare una soluzione e garantire a tutti gli studenti lo svolgimento delle ore di laboratorio.