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di paolodifalco01
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primo giorno di scuola in UcrainaNonostante la guerra che va avanti da sei mesi, oggi in diverse scuole dell'Ucraina suonerà la prima campanella per dare inizio al nuovo anno scolastico.

Sembrerà paradossale visto lo stato del Paese ma la scelta di non rinunciare all'istruzione, oltre ad essere una scelta altamente simbolica seguita a quella della ripresa dei campionati di calcio, rappresenta un piccolo passo verso il ritorno alla normalità per tutti quei ragazzi che si sono visti sottrarre il loro futuro a colpi di bombe che piovevano dal cielo.

L'interruzione dello scorso anno scolastico a causa della guerra

A interrompere il precedente anno scolastico in Ucraina ci hanno pensato le bombe russe che piovevano dal cielo devastando scuole e cortili.
Dopo le bombe è stato il turno dei soldati russi che, usando gli edifici scolastici come base, hanno bruciato libri per riscaldarsi, usato aule come bagni, preso i computer come bottino lasciando messaggi sgrammaticati sulle lavagne non solo intrisi di propaganda come "è il prezzo da pagare" o "ve lo siete meritati" ma anche di rammarico come "è stato un ordine" o "scusate" quasi come si volessero rivolgere a quei bambini, a quei ragazzi che pochi mesi prima erano stati seduti dietro quei banchi ridotti ormai a cenere.

Quasi come volessero scusarsi con quei bambini che erano stati costretti a convivere con i ritmi della guerra, con le fughe nel bel mezzo della notte nei rifugi antiaerei o le sirene incessanti che precedevano e precedono ancora l'inizio dei bombardamenti. Dall’inizio dell’invasione russa circa 379 bambini sono stati uccisi e 1.114 sono invece stati feriti mentre altri sono stati deportati in Russia. Durante la primavera poi, dove è stato possibile, l'anno scolastico è ripreso con quella didattica a distanza già sperimentata durante la pandemia.

Il primo anno scolastico in tempo di guerra

Dalla prime bombe cadute sul territorio ucraino sono passati già sei mesi: la guerra continua a imperversare portandosi dietro tutta la sua drammaticità ma il fronte sembra essersi stabilizzato. Dopo Sieivierodonetsk e Lysychans’k, infatti, l’esercito russo non ha preso più nessuna città importante a livello strategico e militare. Così, pur con tutte le precauzioni possibili, lontano dalla prima linea ci si concede un parziale ritorno alla normalità: a ripartire sarà anche l'istruzione pur se saranno in pochi gli studenti che faranno fisicamente ritorno nelle loro scuole.

A poter ripartire in presenza sanno solamente le scuole dotate dei rifugi antiaerei: qui il numero dei bambini presenti dovrà essere pari al numero massimo che il rifugio è in grado di accogliere. Nella maggior parte delle scuole dell'Ucraina però, considerando che 1300 strutture scolastiche si trovano nei territori occupati dall’esercito russo, 2131 sono state danneggiate e che altre 279 non potranno essere ricostruite, quest'anno scolastico inizierà in Dad. Didattica a distanza che, tra l'altro, è obbligatoria nelle città di Kharkiv, Dnipro, Mykolajiv e nelle regioni di Odesa e Zaporizzhia.

Chi invece deciderà di mandare i figli a scuola in presenza oltre ai libri dovrà mettere nello zaino anche: una bottiglietta d’acqua, degli snack, delle barrette energetiche, un foglio con l’indirizzo, numeri di telefono dei genitori e dei parenti vicini, un telefono cellulare con il powerbank sempre carico, delle medicine individuali dei vestiti di ricambio e, per i più piccoli, anche il loro giocattolo preferito. Le scuole invece verranno attrezzate con delle scorte di cibo, acqua, coperte, prodotti igienici, torce e medicine.

Paolo Di Falco