
Sembrerà paradossale visto lo stato del Paese ma la scelta di non rinunciare all'istruzione, oltre ad essere una scelta altamente simbolica seguita a quella della ripresa dei campionati di calcio, rappresenta un piccolo passo verso il ritorno alla normalità per tutti quei ragazzi che si sono visti sottrarre il loro futuro a colpi di bombe che piovevano dal cielo.
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L'interruzione dello scorso anno scolastico a causa della guerra
A interrompere il precedente anno scolastico in Ucraina ci hanno pensato le bombe russe che piovevano dal cielo devastando scuole e cortili. Dopo le bombe è stato il turno dei soldati russi che, usando gli edifici scolastici come base, hanno bruciato libri per riscaldarsi, usato aule come bagni, preso i computer come bottino lasciando messaggi sgrammaticati sulle lavagne non solo intrisi di propaganda come "è il prezzo da pagare" o "ve lo siete meritati" ma anche di rammarico come "è stato un ordine" o "scusate" quasi come si volessero rivolgere a quei bambini, a quei ragazzi che pochi mesi prima erano stati seduti dietro quei banchi ridotti ormai a cenere.Quasi come volessero scusarsi con quei bambini che erano stati costretti a convivere con i ritmi della guerra, con le fughe nel bel mezzo della notte nei rifugi antiaerei o le sirene incessanti che precedevano e precedono ancora l'inizio dei bombardamenti. Dall’inizio dell’invasione russa circa 379 bambini sono stati uccisi e 1.114 sono invece stati feriti mentre altri sono stati deportati in Russia. Durante la primavera poi, dove è stato possibile, l'anno scolastico è ripreso con quella didattica a distanza già sperimentata durante la pandemia.
Il primo anno scolastico in tempo di guerra
Dalla prime bombe cadute sul territorio ucraino sono passati già sei mesi: la guerra continua a imperversare portandosi dietro tutta la sua drammaticità ma il fronte sembra essersi stabilizzato. Dopo Sieivierodonetsk e Lysychans’k, infatti, l’esercito russo non ha preso più nessuna città importante a livello strategico e militare. Così, pur con tutte le precauzioni possibili, lontano dalla prima linea ci si concede un parziale ritorno alla normalità: a ripartire sarà anche l'istruzione pur se saranno in pochi gli studenti che faranno fisicamente ritorno nelle loro scuole.A poter ripartire in presenza sanno solamente le scuole dotate dei rifugi antiaerei: qui il numero dei bambini presenti dovrà essere pari al numero massimo che il rifugio è in grado di accogliere. Nella maggior parte delle scuole dell'Ucraina però, considerando che 1300 strutture scolastiche si trovano nei territori occupati dall’esercito russo, 2131 sono state danneggiate e che altre 279 non potranno essere ricostruite, quest'anno scolastico inizierà in Dad. Didattica a distanza che, tra l'altro, è obbligatoria nelle città di Kharkiv, Dnipro, Mykolajiv e nelle regioni di Odesa e Zaporizzhia.
Chi invece deciderà di mandare i figli a scuola in presenza oltre ai libri dovrà mettere nello zaino anche: una bottiglietta d’acqua, degli snack, delle barrette energetiche, un foglio con l’indirizzo, numeri di telefono dei genitori e dei parenti vicini, un telefono cellulare con il powerbank sempre carico, delle medicine individuali dei vestiti di ricambio e, per i più piccoli, anche il loro giocattolo preferito. Le scuole invece verranno attrezzate con delle scorte di cibo, acqua, coperte, prodotti igienici, torce e medicine.
Paolo Di Falco