
In seguito a questa presa di posizione forte del dicastero, sono state moltissime le voci all’interno del mondo scolastico che sono insorte contro questa decisione, vista come un vero e proprio attacco alla laicità dell’educazione pubblica.
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Ministero giustifica i prof che vogliono partecipare all’incontro religioso, ma i presidi protestano
Con una circolare pubblicata poche ore fa, il Ministero dell’Istruzione sancisce l’esonero dall’obbligo di servizio, istituendo quindi una vera e propria assenza giustificata per i docenti che desiderano partecipare alla 45esima Convocazione nazionale dell’associazione Rinnovamento nello Spirito Santo, il cui tema è “Vogliamo vedere Gesù: è Lui che passa descando e risanando!”.La nota garantisce quindi a tutti gli insegnanti interessati, previo controllo delle esigenze di servizio e nel rispetto della continuità dell’insegnamento, di partecipare a proprie spese all’iniziativa, con l’esonero dall’obbligo di servizio, ossia percependo lo stesso il compenso per la giornata lavorativa, senza dover usufruire di permessi.
La polemica non è tardata a scoppiare e, tramite le pagine di ‘La Repubblica’ è intervenuto nel dibattito Domenico Squillace, preside del liceo scientifico Volta a Milano, che ha commentato negativamente la decisione del dicastero, interpretandola “come un segnale negativo e una messa in discussione della laicità della scuola. L’Italia è uno Stato laico e la Costituzione e il Concordato del 1984 hanno abolito il concetto di religione di Stato”. Il dirigente scolastico ha però immediatamente precisato che i docenti sono sì liberi di partecipare a gruppi di preghiera, ma solo chiedendo permessi per motivi personali e non attraverso l’esonero dal servizio, pagati dalla comunità.
Oltre a Squillace, ha detto la sua anche Giorgio Galanti, preside del liceo classico Tito Livio, che ha espresso preoccupazione per la circolare ministeriale, che considera una presa di posizione che non si addice a un’istituzione laica, ma con chiaro riferimento politico e ha inoltre aggiunto che in decenni di carriera non ha memoria di aver ricevuto indicazioni simili.