
Sono stati due gli episodi nei quali si è messo in discussione questo documento, il primo avvenuto a Roma, all’interno del Liceo Cavour e il secondo nel Liceo Marco Polo di Venezia: scopriamo cos’è successo.
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Docente strappa cartello degli studenti: la replica della preside e dei ragazzi
Durante le prove di evacuazione dell’istituto, che si stavano tenendo in orario scolastico e che hanno visto quindi radunarsi in cortile migliaia tra docenti e alunni, alcuni ragazzi ne hanno approfittato per mettere in scena una dimostrazione a favore della carriera alias nelle scuole.Hanno tirato fuori dei cartelli rosa e azzurri con scritto “Carriera alias in ogni scuola” e hanno iniziato a distribuirli agli insegnanti, nonostante il Liceo Cavour sia stato tra i primi istituti italiani ad approvare la carriera alias. Non tutti i docenti hanno però accolto l’iniziativa alla stesso modo, una professoressa di religione si è infatti arrabbiata e ha strappato il cartello mentre i ragazzi sorpresi, hanno iniziano a riprenderla.
L’intervento della preside, Claudia Sabatano, sull’episodio non si è fatto attendere, e, come riporta il “Sole24Ore”, ha sgridato i ragazzi, non approvando il gesto e il successivo video fatto alla docente: “Qualunque azione deve passare innanzitutto per il rispetto delle regole - ha detto ai suoi studenti - avete fatto due cose sbagliate: una campagna non autorizzata e avete ripreso una docente. L'affermazione dei diritti di alcuni non può passare attraverso la negazione dei diritti di altri; oggi dovevamo fare queste prove di evacuazione alle quali eravamo tutti impegnati. Le regole vanno rispettate, questo è anche il senso dello stare in una comunità”.
Immediata la replica dei ragazzi : “Questa è l'ennesima dimostrazione che nelle scuole su discriminazioni e violenza transfobica c'è ancora molto da fare. Non è infatti il primo episodio di transfobia al liceo Cavour, dove nei mesi scorsi un docente si era rifiutato di accettare la carriera alias di un alunno e dove l'anno scorso era stata negata ad un altro”, ha commentato un allievo dell’istituto.
Richieste di rispetto e di provvedimenti verso l’insegnante sono poi arrivati da Valeria Cigliana della Rete degli studenti di Roma Centro: “Siamo stanchi di vivere ogni giorno nelle nostre scuole un ambiente escludente e discriminatorio. Vogliamo che vengano presi seri provvedimenti e che ogni soggettività venga rispettata". Infine, anche Pietro Turano, vicepresidente di Arcigay Roma e responsabile scuole dell'associazione, ha deciso di commentare l’accaduto, manifestando solidarietà ai liceali: “Ogni giorno nelle scuole di Roma vengono adottate misure discriminatorie e repressive nei confronti di studenti Lgbt+, anziché difendere la loro libertà di espressione. Gli anni della scuola per me sono stati tremendi, ma immaginare di essere uno studente del Liceo Cavour è un incubo. Pretendiamo un altro genere di scuola”.
Lettera contro le carriere alias arrivata al Liceo Marco Polo di Venezia: la preside interviene
Anita Menegatto e Andrea Barbini, delegati di Fratelli d'Italia del Comune di Venezia per i dipartimenti "Pari Opportunità", "Famiglia e Valori non negoziabili" e "Istruzione", hanno firmato la mail arrivata al Liceo Marco Polo di Venezia nella quale i due chiedono l’interruzione delle carriere alias nell’istituto: "Sollecitiamo i dirigenti scolastici ad interrompere tale progetto nel rispetto dei docenti che, in base all'articolo 479 del Codice penale, prevede il reato di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, sarebbero perseguibili", si legge nella missiva digitale, riportata da “Repubblica”.Maria Rosa Cesari, preside dell’istituto, non si è fatta intimidire e ha replicato: “È inaccettabile che un partito politico entri a gamba tesa nella vita della scuola. Siccome loro come partito non sono d'accordo, pretendono che noi eliminiamo la carriera alias. Ma queste per non sono questioni etiche, non politiche", ha affermato convintamente la dirigente scolastica.
La preside ha continuato ad affermare, raggiunta da “Repubblica”, che non intende fermarsi e che questa misura è a tutela degli studenti: “Noi, e intendo docenti, genitori e studenti, ci siamo dotati di questo strumento della carriera alias contro ogni forma di discriminazione. È una questione di rispetto, perché la scuola deve essere inclusiva. Il patto tra scuola e famiglia si basa anche su questo. Io mi aspetto che al Ministero facciano le stesse riflessioni che sto facendo io".
Maria Rosa Cesari ha quindi spiegato nel dettaglio cosa prevede la carriera alias nel suo istituto, smentendo ogni possibile minaccia di reato: “Abbiamo 1050 studenti, ci sono 6 carriere alias. Ci sono altre ragazze e ragazzi che non chiedono l'attivazione formale, ma vivono questa loro identità di genere in maniera libera e chiara. Ciò che mi preme di far capire è che non c'è nessuna sostituzione di persona, come vogliono far credere i delegati di FdI e le associazioni pro vita. Non c'è nessuna sostituzione di persona. Nel registro elettronico c'è il nome elettivo e non quello anagrafico, ma tutti gli atti esterni riportano il nome anagrafico. La carriera alias è in realtà un accordo di riservatezza tra la famiglia, la scuola e lo studente o la studentessa. Non toglie diritti a nessuno, semmai ne aggiunge".