Marcello G.
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9 min lettura
didattica a distanza elementari

Il ritorno di massa alla didattica a distanza non riguarda soltanto i ragazzi più grandi. Sebbene, infatti, con l’ultimo Dpcm siano state chiuse ‘per decreto’ solamente le scuole superiori (a cui si aggiungono, nelle regioni ‘rosse’, anche le seconde e terze medie), ci sono tantissimi bambini della primaria (le elementari) che in queste settimane stanno continuando a seguire le lezioni da casa. Sono quelli, ad esempio, delle regioni in cui tutti gli istituti sono stati chiusi dai singoli governatori, oppure quelli che frequentano istituti in cui si sono verificate positività al virus. I più piccoli, però, hanno esigenze differenti da tutti gli altri: sono meno autonomi e hanno modi e tempi diversi di apprendimento. Come aiutarli? Il portale Skuola.net lo ha chiesto a Giuseppe Lavenia, psicologo, psicoterapeuta e presidente dell’Ass.ne Naz.le Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, GAP, cyberbullismo), che ha stilato un Decalogo che può aiutare i bambini (ma soprattutto i loro genitori) a rendere la Dad davvero costruttiva.

L’aula virtuale ha le stesse regole di quella reale

Genitori e insegnanti dovrebbero far passare il messaggio che l’aula virtuale ha bisogno degli stessi ritmi di quella reale. Quindi: la sera prima si prepara lo zaino con tutto ciò che serve per seguire la lezione, come si farebbe d’abitudine. Si è puntuali e ci si presenta sulla piattaforma all’ora stabilita per l’inizio delle lezioni. Vietato mostrarsi in pigiama o in tenuta da casa: questa è un’attenzione che insegna rispetto per se stessi e per gli altri.

La telecamera va tenuta accesa, il microfono non sempre

Ci sono delle regole di bon ton da seguire, anche online. Quando si è su una piattaforma, in generale, vanno spenti i microfoni (se non si usano): l’audio di chi sta parlando - specie se è l’insegnante - sarà migliore. La telecamera, invece, va sempre tenuta accesa, affinché l’insegnante e i ragazzi possano vedersi e cogliere stimoli visivi da tutti.

Trovare uno spazio a uso esclusivo del bambino

Non sempre è possibile farlo, perché alcune realtà abitative non lo permettono. Ma, quando ci sono le condizioni, meglio creare uno spazio privato per i ragazzi, ad hoc, dove possano seguire le lezioni come se fossero nello spazio-aula fisico. Questo aiuta a prendere consapevolezza anche del confine e del limite che i ragazzi dovranno imparare a gestire sempre più in autonomia man mano che cresceranno. No, invece, ai collegamenti dalla cucina o dal divano; così come quelli in cui sono presenti anche i genitori.

Vietato registrare e diffondere ciò che avviene in classe

Questo vale soprattutto per i più grandicelli. Niente screenshot degli insegnanti o dei compagni. Vietato divulgare in una chat di messaging o sul web immagini prese dall’aula virtuale: sono atti aggressivi. C’è una privacy da rispettare e atti di cyberbullismo da evitare. Educare al digitale vuole anche dire portare l’attenzione su questi aspetti e rendere sempre più consapevoli i ragazzi. Proprio il tema dell’“Educhiamo al digitale” verrà trattato durante la IV Giornata Nazionale sulle Dipendenze tecnologiche e sul cyberbullismo, organizzata dall’Associazione Nazionale Di.Te. il 28 novembre (dalle 9:30 alle 12:45). Per partecipare ci si può iscrivere su www.dipendenze.com/quarta-giornata-dite/

Pc, tablet o smartphone?

Quando possibile, meglio preferire il pc: è lo strumento che permette di fare più cose di tutti gli altri device e consente di avere uno spazio di autonomia propria. In ogni caso, quale sia il mezzo disposizione, durante le lezioni vanno disattivate tutte le notifiche per non avere la tentazione di cedere a distrazioni digitali.

Le attività da preferire durante la Dad

Sarebbe molto utile introdurre una didattica alla socialità, per insegnare ai ragazzi che lo spazio con gli altri ha delle regole, anche non scritte; dei diritti e dei doveri. Un’educazione civica allargata, insomma. Inoltre, gli insegnanti dovrebbero essere ancora più tolleranti. Bambini e ragazzi stanno vivendo un momento di grande difficoltà, e così è anche per i loro genitori. Perché, ad esempio, non trovare uno spazio anche nelle aule virtuali dove si chiede “Come stai? Come ti senti in questo momento della tua vita?” e ascoltare la narrazione delle emozioni di tutti. Questo aiuterà anche a far crescere l’empatia di tutti.

Dopo la lezione…

Un sano detox dagli strumenti tecnologici per almeno due ore. Quindi niente computer, telefono o tablet con cui smanettare, almeno per un po’. Dopo essere stati seduti per ore durante le lezioni, si dovrebbe tornare ad avere un contatto con il proprio corpo, facendo attività fisica. Che fa bene anche all’umore. Inoltre, durante la giornata, sarebbe d’aiuto prevedere delle fasi in cui si possano condividere con amici e altri familiari dei momenti di scambio e di gioco. Si può fare anche online, su una delle tante piattaforme esistenti.

I compiti

Bambini e ragazzi devono diventare sempre più autonomi. Stare a casa a fare lezione non deve essere il pretesto per far sì che i genitori facciano i compiti al posto loro. Sono i nostri figli che hanno bisogno di imparare, anche dai loro errori. Va bene il controllo, con misura, ma allo stesso tempo vanno responsabilizzati. Non cambiamo le abitudini dei ragazzi perché, non sappiamo quando, ma si tornerà in presenza.

Non c’è solo la scuola

Cos’altro dovrebbero fare i genitori con i bambini, specie in questo periodo? Giocare. È difficile riuscire a fare tutto, complici anche tutte le difficoltà dello smart working e della gestione degli spazi domestici, diventa sempre più difficile mantenere uno spazio dedicato al gioco a casa. Però, si potrebbe unire l’utile al dilettevole, ad esempio cucinando insieme ai figli in modo divertente o facendo un gioco online seduti uno accanto all’altro, (anche per conoscere meglio cosa c’è dentro a quei giochi che ai nostri ragazzi piacciono tanto). Oppure, si potrebbe aprire una App dove si impara tutti insieme a ballare: anche questa potrebbe essere un’idea di svago.

Approfittare del maggior tempo passato insieme

Infine un consiglio sempre valido ma, visto il momento, più praticabile avendo i ragazzi più spesso a portata di mano: chiedere che cosa sta passando dentro al cellulare del loro figlio. Ci sono tante challenge, anche pericolose, che girano online. Abbiamo mai domandato ai nostri bambini qual è l’ultimo invito a partecipare a una challenge che hanno ricevuto? Approfondiamo.
Data pubblicazione 20 Novembre 2020, Ore 10:53 Data aggiornamento 20 Novembre 2020, Ore 11:03
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