
Identico discorso per la studentessa da cui era partito il ricorso proprio a causa del voto insoddisfacente in uscita dall’esame di Stato: anche per per lei è stato confermato il numero apposto sul diploma, un 69.
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Commissione d'esame diversa, stessi voti
Un applauso liberatorio ha suggellato la vicenda dei ragazzi alla prese con la loro seconda Maturità. Tutto era cominciato quando i genitori di un’alunna avevano presentato ricorso per il voto troppo basso ottenuto dalla figlia all’esame di Stato. Un esame considerato irregolare soprattutto a causa della condotta di una prof, che avrebbe fornito un “aiutino” ai discepoli della classe, a tutti tranne che alla ragazza del ricorso. Il Tar, dopo le opportune verifiche, aveva quindi preso la sua decisione: l’esame di Maturità andava rifatto. Uno scherzo? Un brutto sogno? No, tutto vero. Dopo una serie di contro-ricorsi da parte degli alunni allibiti, la commissione è stata infine riformata appositamente per l’occasione e i prof hanno ascoltato, la settimana scorsa, gli 11 ragazzi della famosa classe.La nota surreale della vicenda è data in particolare dall’esito di tutto questo arzigogolato percorso: le decisioni delle due commissioni d’esame sono praticamente sovrapponibili. In altre parole, gli studenti sono usciti quasi tutti con le stesse votazioni già ottenute al precedente esame. Questo vale anche per la studentessa del ricorso, l’ultima ascoltata, che si è vista confermare il tanto odiato 69 all’origine della vicenda. Vero è che, sicuramente, il fatto di essere balzata agli onori della cronaca da un giorno all’altro ha sicuramente giocato a sfavore della ragazza, che si è trovata a dover gestire un sovrappiù di pressione e conseguente ansia.
La ricostruzione dell’avvocato: “Solo alla mia assistita è stato richiesto dalla commissione un argomento difforme rispetto a quanto concordato”
Come fa sapere il ‘Corriere della Sera’, il legale della ragazza ha così ricostruito la vicenda: “L’esame orale era stato illegittimamente concordato con il commissario interno che gli alunni avrebbero saputo con giorni di anticipo gli argomenti di inizio esame ed è, invece, avvenuto che solo all’alunna mia assistita è stato richiesto dalla commissione un argomento di inizio esame difforme rispetto a quanto concordato con lo stesso commissario interno; è comprensibile che l’inaspettata sorpresa ha provocato il disorientamento della giovane, che ha generato una prolungata crisi emotiva, compromettendo lo svolgimento della prova orale, con conseguente valutazione gravemente insufficiente ed inevitabile incidenza sul voto finale che le era stato attribuito”. Un voto finale che non l’aveva soddisfatta, anche perché come ricordava il legale la studentessa godeva di un buon curriculum scolastico, “avendo una media di presentazione pari a 7,46/10, oltre 33 crediti maturati nel corso del triennio”. Eppure, per la commissione, è proprio quello il voto di uscita che spetta alla giovane: 69.