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maturità da rifareUna storia da raccontare alle generazioni che verranno. Si tratta infatti di una situazione che fino a pochissimo tempo fa poteva appartenere soltanto al mondo dei film o dei romanzi. Eppure alla fine è successo: gli 11 studenti della scuola di Spadafora, nel Messinese, hanno di nuovo varcato i cancelli e sono tornati tra i banchi per sostenere la loro seconda Maturità.

Un caso dal riverbero nazionale, che ha fatto parlare e discutere. Tutto era iniziato quando i genitori di una studentessa, al termine dell’esame di Stato andato in scena a giugno, avevano presentato una denuncia perché insoddisfatti del voto ottenuto dalla figlia. Il dito, in particolare, era stato puntato contro la docente di storia e filosofia, rea di aver fornito un “aiutino” a tutti gli studenti tranne che alla studentessa in questione.

La seconda Maturità, una studentessa: “Spero che il mio voto venga confermato”

Dopo i ricorsi da parte delle famiglie degli studenti della classe, il Tar aveva infine preso la decisione: date le molte irregolarità, la Maturità andava ripetuta. E così è stato. La commissione d’esame, nuova di zecca, nella giornata dell’8 novembre ha ascoltato i primi 5 candidati alle prese con il colloquio orale. Il 9 è stata invece la volta di altri 4 alunni, mentre sabato 11 è arrivato il turno degli ultimi 2, tra cui anche la studentessa i cui genitori hanno presentato la denuncia.

Il clima non era proprio dei più sereni. La decisione del Tar sembra infatti aver creato più di un problema ai ragazzi. Una delle studentesse, per esempio, è stata costretta a tornare in aereo da Malta per sostenere nuovamente la Maturità. Ad aumentare la pressione, un voto brillante da confermare: Avevo preso 100, ha detto la ragazza a ‘La Repubblica’. E spero che il mio voto venga confermato. Frequento un’università americana, a Malta, avrei dovuto sostenere un esame a Londra la scorsa settimana, ma non l’ho potuto fare. E anche i costi del viaggio sono stati considerevoli. Per fortuna, però, è andata”.

Simile il sollievo di una sua compagna di classe, la prima a sedersi di fronte alla commissione: Adesso mi sento più libera. I miei sogni? Vorrei impegnarmi nel sociale”. Non a caso, la studentessa ha parlato del tema dello stalking e dei femminicidi, con una voce che di tanto in tanto cedeva all’emozione.

L'esito surreale della vicenda

Insomma, quello che conta è che l'incubo sia infine giunto alla conclusione, per la gioia degli alunni alle prese con una vicenda incredibile, resa ancora più surreale dall'esito: quasi tutti gli studenti si sono visti confermare lo stesso voto già ottenuto alla Maturità precedente. Tra questi c'è anche la ragazza da cui tutto è partito. Anche lei è andata incontro allo stesso identico risultato, proprio quello che aveva fatto storcere il naso ai genitori che hanno avviato il ricorso. Un 69.

Il collaboratore scolastico: “Un’avventura che un giorno i ragazzi racconteranno con il sorriso sulle labbra”

I pensieri di alcuni presenti sono andati anche alla docente sotto i riflettori, che ora è stata trasferita in un liceo di Messina e che rischia 6 mesi di sospensione per la sua condotta durante l’esame. “Sbagliando”, ha commentato il prof di italiano, “A volte metto un 5, anche se uno studente merita 4, per paura di ferire la sua autostima. La mia collega, forse, ha commesso una leggerezza, dovuta anche al troppo amore nei confronti degli studenti, a cui ci affezioniamo e a cui vogliamo bene. E ricordo che tantissimi anni fa, un uomo, estremamente buono, il più buono del mondo, che ha fatto solo del bene e che amava incondizionatamente tutti, è stato messo in croce. Ecco, nessuno andrebbe mai crocifisso. E spero che questa esperienza serva ai ragazzi anche per imparare ad amare il prossimo e a preferire il dialogo allo scontro”.

Il collaboratore scolastico ha fornito invece un altro spunto di riflessione: C’è di peggio. È stata un’esperienza. Un’avventura che un giorno i ragazzi racconteranno con il sorriso sulle labbra. Adesso, per loro, arriveranno le vere e reali preoccupazioni, come trovare un lavoro e cercare di non farsi sfruttare da nessuno”.