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a 21 anni insegna in due istituti superiori
Fonte Foto OrizzonteScuola

“L’ascolto, oggi fra tante incertezze, viene prima della lezione”. Sono le parole di Pasquale Memoli, insegnante tecnico pratico di 21 anni. Il giovane, diplomatosi poco prima dello scoppio dell'emergenza sanitaria, si è trasferito da Salerno a Milano per fare supplenza in ben due scuole fino il 30 giugno.

In un'intervista rilasciata ad OrizzonteScuola, il 21enne insegnante si racconta spiegando quale sia il rapporto che lo lega ai suoi studenti, quasi coetanei, e dicendo la sua riguardo il futuro incerto che ci aspetta.

Pasquale, punto di riferimento per gli studenti

Pasquale, iscritto alla “Federico II” di Napoli, ha conseguito i 24 cfu all'università, dopo di che si è inserito nella Graduatoria Professionale e da lì è stato chiamato ad insegnare in due scuole: l'istituto turistico “Enrico Falch” e l'istituto alberghiero “Amerigo Vespucci”. In queste due scuole, il giovane insegna in una prima, una seconda e una quarta a ragazzi quasi suoi coetanei: “Appena li ho conosciuti ho detto loro che doveva esserci pieno rispetto. Ci sono per qualsiasi cosa durante l’anno, possono chiedermi un consiglio sulle lezioni e anche su questioni personali”.

Pasquale si offre come punto di riferimentoai propri allievi, soprattutto in un'epoca in cui dubbi e incertezze la fanno da padroni: “La pandemia, ora la guerra che dà incertezza al nostro futuro. A loro dico: non ci arrendiamo. Non ci abbattiamo, continuiamo a credere nei nostri sogni e nel futuro nonostante tutto”, spiega il giovane docente ad OrizzonteScuola.

La scuola come formazione personale per i giovani docenti

A soli 21 anni, Pasquale si dimostra ben consapevole del ruolo che ricopre e dell'impatto che può avere sugli studenti. D'altronde è un ragazzo con la testa sulle spalle che studia e lavora, e che si dà da fare al meglio delle sue possibilità. Anche se non è sempre facile conciliare studio e lavoro: “Serve molta organizzazione. Per alcuni esami ho studiato fino a mezzanotte. La scuola ti impegna tantissimo. Non sembra, sono 18 ore settimanali, ma in realtà tra consigli, riunioni, preparare le lezioni, molti pomeriggi li passo al computer a lavorare per la scuola”.

In più, la lontananza da casa non sembra averlo demotivato: “Appena posso scappo giù. Per fortuna i social ci fanno sentire più vicini”. Un'esperienza che sta forgiando Pasquale sia personalmente che professionalmente, anche se, come lui stesso rivela, il suo sogno è sempre stato un altro: “Il mio sogno è continuare nel settore dell’ospitalità, quindi diventare direttore d’albergo e nel contempo insegnare”. Ma ciò non significa che la sua esperienza con la professione d'insegnante termini qui: “A me piace insegnare perché lavoro con i ragazzi, mi reinserisco in graduatoria appena ci sarà l’aggiornamento”.