
"I miei studenti si sono presi troppo spesso confidenze che io non stavo loro concedendo", soprattutto perché vedendo un ragazzo giovane davanti a loro spesso sono tentati di trattarlo come un coetaneo e non come il loro insegnante. Questa la storia di Gianluca, che ha iniziato a insegnare a 25 anni.
Leggi anche:
- Stop smartphone a scuola per studenti e prof, ritirati e restituiti alla fine delle lezioni: succede a Bologna
- Dà della svalvolata alla prof durante la lezione, il giudice: "Offendere un docente non è reato"
"Ho dovuto prendere le distanza" ha dichiarato il neo-prof
Come accennato, Gianluca ha iniziato a insegnare a 25 anni, "All’inizio è stato molto strano passare dall’altro lato della cattedra, ancora non riuscivo a capire che dovevo girarmi quando mi chiamavano ‘prof’" ha ammesso, sottolineando quanto questo passaggio possa essere destabilizzante per tutti i ragazzi che si trovano a doverlo affrontare, "però è stata una forte emozione realizzare questa cosa"."Gli alunni però si sono presi troppo spesso delle confidenze, delle libertà che non prendono con colleghi più anziani, anche se neanche con loro erano sempre educati, con me si comportavano in modo peggiore", ha raccontato, in quanto per l'esperienza di qualsiasi docente la classe a cui si viene assegnati fa la differenza.
E quindi Gianluca prosegue nel suo racconto, spiegando come: "Inizialmente avevo un atteggiamento più amichevole, ma le condizioni delle classi mi hanno fatto tornare sui miei passi perché ho capito che se mi dimostravo troppo accondiscendente poi gli alunni se ne approfittavano." Per questo, l'insegnante ha dovuto cambiare approccio: "Così ho iniziato a prendere un po’ le distanze, altrimenti i ragazzi non avevano ben chiara la differenza, pensando che io fossi un loro coetaneo, quando ero a tutti gli effetti il loro insegnante."
Insegnante a 25 anni: "Con i genitori e con i colleghi non c'è mai stata mancanza di fiducia"
Con genitori e colleghi è però andata meglio, ha ammesso Gianluca, anche se l'inizio è sempre il momento più complesso: "I genitori non hanno subito realizzato che io fossi un professore, addirittura ai colloqui, quando un gruppo di mamme chiese “Stiamo cercando l’insegnante” e io risposi che ce lo avevano davanti, mi sembrarono tutte abbastanza perplesse, tanto che una di loro mi chiese “Ma tu non hai l’età di mio figlio?”. Successivamente però è andata meglio: Dopo aver chiarito il mio ruolo, non si sono verificati altri episodi.""Non ho mai avuto episodi di scarsa fiducia, né da parte dei ragazzi, né da parte delle loro famiglie" ha però specificato il docente, che ha provato a contestualizzare quanto detto prima: "A volte gli alunni non mi prendevano sul serio, ma era un problema comune a scuola, in quanto neanche i colleghi con più esperienza avevano difficoltà a gestire le classi."
Quindi, passando agli altri prof, Gianluca all'inizio racconta di essersi sentito spaesato: "Ho sentito la differenza con i colleghi d’età, ma soprattutto perché quando capitavamo in aula professori insieme, loro parlavano dei loro figli, che talvolta erano anche già sposati, tutti argomenti dai quali mi sentivo tagliato fuori." Nonostante ciò, il giovane insegnante ha ammesso:"Avere colleghi più grandi è stato davvero utile per me in quanto mi hanno sempre supportato, dispensando dritte e consigli che mi hanno aiutato a crescere."
"Insegnare è stressante, ma dipende dai ragazzi", afferma il docente
"Insegnare non era proprio il mio sogno attuale - ammette Gianluca, che però racconta - anche se quand’ero piccolo e mi chiedevano cosa avrei fatto da grande io rispondevo sempre “il maestro di matematica”. Non ho insegnato matematica, ma intraprendere il percorso dell’insegnamento era una delle strade che volevo sperimentare."Anche il giovane insegnante concorda però sull'oggettiva difficoltà esistente nel nostro Paese quando si parla di concorso docenti: "In Italia ci sono degli algoritmi che non funzionano in ambito scolastico, soprattutto quando si tratta del reclutamento dei docenti. A volte è necessario semplicemente avere fortuna per ottenere un posto da insegnante, soprattutto con le messe a disposizione (mad) - ammette Gianluca, che quindi continua dispensando consigli agli aspiranti prof - Quindi, per chi sogna di diventare insegnante, io consiglierei in primis di tentare il concorso, nonostante tutte le complessità che porta con sé. Io ho insegnato proprio con le mad, quindi l’altro consiglio che mi sento di dare è quello di mandarne il più possibile."
Parlando quindi della sua esperienza, il docente tira le somme: "Il lavoro è decisamente stressante, soprattutto quando lungo la propria strada si incontrano ragazzi ingestibili. E sono proprio loro, nonostante uno provi a fare di tutto per aiutarli, a rendere complesso e faticoso rimanere volentieri dall’altro lato della cattedra."
Ma, non esistono soltanto aspetti negativi: "Questo lavoro però riesce a donarti anche grandi soddisfazioni, ad esempio quando un alunno ha studiato, ha capito la spiegazione e tu puoi mettergli un buon voto; è una sensazione davvero bella, e aver messo addirittura un 10 una volta è stata la mia felicità più grande."
Per questo il suo futuro in questo campo è ancora incerto: "Per adesso però ho sospeso la carriera da insegnante, non so farò di nuovo questo mestiere in futuro. Ho iniziato il dottorato, che era un altro dei miei obiettivi."
"La Dad è stato un duro colpo per tutto il sistema scolastico"
Gianluca, che attualmente ha 29 anni, passa in rassegna i suoi anni da docente e afferma di aver insegnato in tempo di Covid, "Ho anche dovuto sperimentare la Dad" ammette."Gli alunni si sono approfittati delle lezioni a distanza, e secondo me non hanno realizzato che si sono persi anni importantissimi di vita e di formazione" racconta, con una punta di amarezza.
La Dad non è stata dura solo per i ragazzi, ma anche per i docenti: "Nonostante in Dad io abbia dato il massimo, penso che i ragazzi non abbiano assorbito quanto avrei sperato, e anzi, era una grande fonte di distrazione. Era comunque un modo di insegnare stancante per me e per loro - conclude quindi Gianluca - ; ne ho capito la necessità, ma a lungo andare è stato sicuramente un duro colpo per tutto il sistema scolastico."