Il preside dice no alla benedizione in classe: "La scuola è laica"

Il preside di un istituto comprensivo della provincia di Modena ha detto no alla benedizione pasquale alle scuole elementari e medie: “La benedizione è un atto di culto e gli atti di culto non si fanno nella scuola”.

A raccontare la vicenda è ‘Il Resto del Carlino’. Con l’approssimarsi della Pasqua si torna quindi a discutere della questione delle benedizioni a scuola. Un dibattito già avviato a seguito dell’altro recente caso avvenuto nella provincia di Rimini, dove una preside ha chiuse le porte del suo istituto al sacerdote, attirando l’ira del sindaco.

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Preside vieta benedizione pasquale a scuola nel rispetto della laicità

Come segnala ‘Il Resto del Carlino’, il preside dell’istituto comprensivo in provincia di Modena ha vietato la benedizione pasquale agli studenti della primaria e della secondaria di secondo grado, rispettivamente elementari e medie. La motivazione addotta dal dirigente scolastico è quella di voler rispettare a pieno la laicità della scuola, evitando dunque la celebrazione di qualsiasi culto all’interno del suo istituto.

Il parroco: "Sempre andati nelle scuole per la benedizione"

Don Carlo, il parroco della chiesa del comune in provincia di Modena si è detto dispiaciuto e sorpreso, anche perché si trattava di una tradizione di lunga data. “Siamo sempre andati nelle scuole per la benedizione delle classi senza alcun problema”, ha spiegato. “Quest’anno, invece, quando ho chiesto il permesso, il dirigente si è opposto”.

La posizione del preside: "Non è una cosa da fare a scuola"

Da parte sua, il preside ha invece ribadito la sua posizione: per quanto la maggioranza degli studenti iscritti al suo istituto siano di osservanza cattolica, la benedizione pasquale resta pur sempre una pratica da tenere al di fuori delle classi, preservandone così la laicità. Detto questo, però, si è arrivati a un compromesso: il dirigente ha comunque permesso al parroco di svolgere la benedizione fuori dalle mura scolastiche. Ha spiegato così le sue ragioni: “La benedizione è un atto di culto e gli atti di culto non si fanno nella scuola. La scuola è laica. Un compromesso lo abbiamo trovato perché ho concesso lo stesso di fare la benedizione, ma non nelle aule bensì davanti alla scuola. Averlo concesso in passato di sicuro non è stata una scelta inclusiva. Io non entro nel merito, però non è una cosa da fare a scuola anche se la maggioranza sono cattolici”.