
A riportare la notizia è ‘La Repubblica’ che, oltre raccontare la vicenda, ha raccolto la voce del preside e degli studenti del liceo milanese.
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I risultati dell'indagine: da settembre, 56 studenti hanno lasciato la scuola
L’indagine, a cui hanno partecipato ben 533 alunni del Berchet di Milano, ovvero più della metà dei 906 iscritti, chiedeva di dare un punteggio da 1 a 5 su argomenti vari inerenti alla scuola. Quello che è emerso è che 303 studenti soffrirebbero di stress e ansia proprio a causa dell’istituto. E ancora che il 53% del campione avverte una forte pressione da parte dei docenti e che il 57% non affronta con serenità le prove orali e scritte. Ma il numero che colpisce di più è ancora un altro e di altra specie. Da settembre a oggi sono 56 gli studenti che hanno deciso di abbandonare la scuola: alcuni per iscriversi in un istituto di differente indirizzo, altri per trasferirsi, altri per virare verso un altro liceo classico. E poi c'è chi si è ritirato.
Il preside: “Ci sono delle fragilità che stiamo già tentando di affrontare”
“Il numero dei trasferimenti è sempre stato abbastanza elevato, ma rispetto ai circa 50 dello scorso anno c'è un leggero aumento. Ci sono delle fragilità che stiamo già tentando di affrontare”, ha spiegato il preside del liceo Domenico Guglielmo, come riportato da ‘La Repubblica’. Nei prossimi giorni, l’intenzione è quella di condividere i risultati del sondaggio con i docenti, “per capire come affrontare una situazione di disagio che evidentemente provoca malessere negli studenti”, ha concluso il preside.Il problema, all’interno dell’istituto, era già sentito prima dell’indagine. Tra le priorità del Rapporto di autovalutazione 2022/2025 del Berchet, infatti, risulta anche quella di “confermare i dati relativi ai promossi a settembre e diminuire i trasferimenti in uscita soprattutto nel biennio”.
Per il preside le difficoltà sono anche frutto degli anni di pandemia, trascorsi a casa con la didattica a distanza. “Stiamo cercando di affrontarle con un supporto maggiore di tipo didattico: abbiamo attivato già dall'inizio dell'anno corsi integrativi di italiano e matematica, per rafforzare le basi degli allievi, prevediamo la possibilità di tutoraggio tra pari, quindi con studenti più grandi che affiancano i più piccoli, e, da quest'anno, lo studio assistito con la presenza di un docente”. L'idea alla base è appunto quella di lavorare in primis sulle competenze dei ragazzi, così da rafforzare la loro fiducia in sé stessi, oltre a mettere poi a disposizione il supporto “di una psicologa presente da tempo a scuola e di un'altra disponibile grazie alle risorse arrivate per far fronte alle conseguenze della pandemia e confermate”.