
In un'intervista a Fanpage, la donna ha rivelato di essere venuta a conoscenza di una chat WhatsApp in cui le maestre avrebbero utilizzato il termine “ansia” per indicare il bambino, in relazione al disturbo di cui soffre, e si dannavano pur di non averlo in classe. “Soprattutto quando abbiamo avuto il covid erano contente, l'insegnante di sostegno metteva faccine sorridenti informando le altre maestre che eravamo ancora positivi e che quindi il bambino non tornava” ha dichiarato la madre del bambino, che da quando ha scoperto il fatto non ha portato più il figlio a scuola.
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La mamma contro l'insegnante di sostegno: “E' quella che ha usato le parole peggiori nei confronti di mio figlio”
Il piccolo, che frequenta una scuola materna a Roma, è stato deriso e offeso nella chat dalle maestre: ”Dicevano che le loro giornate cominciavano bene perché mio figlio non c'era” ha aggiunto la mamma. A scoprire le offese un'operatrice educativa per l'autonomia, con la conseguente segnalazione alla madre del bambino.Quando però la donna si è recata a scuola per avere delle spiegazioni non ha ricevuto alcuna risposta: “Quella che mi ha fatto più male è stata l'insegnante di sostegno. È lei che ha scelto di fare questo mestiere, ed è quella che ha usato le parole peggiori nei confronti di mio figlio. Quando le ho chiesto il perché di quelle frasi, non mi ha voluto rispondere. Si è agitata e ha cominciato a camminare nervosamente, dicendo che ne avremmo poi discusso in presidenza".
Nel frattempo, a famiglia si è appoggiata all'associazione “La battaglia di Andrea”, a lavoro, tramite il proprio legale, per fare chiarezza sulla vicenda: “Se tutto ciò fosse vero, sarebbe una cosa gravissima. Siamo certi che la scuola chiarisca la situazione, e soprattutto, siamo certi che gli organi competenti faranno il proprio dovere affinché salti fuori la verità, da una parte o dall'altra, soprattutto per il bene del piccolo” ha dichiarato Asia Maraucci, presidente dell'associazione.