
La vicenda ha profondamente scosso la comunità fiorentina, a partire dai giovani che proprio ieri si sono riversati nelle piazze della città in segno di protesta.
Non solo giovani però, i fatti hanno sconvolto anche i presidi della città che hanno voluto sottolineare l'importanza di ricordare gli eventi storici che portarono alla nascita – e all'insediamento – del partito fascista in Italia.
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Fascismo, le scuole si schierano in difesa della comunità e della storia
In prima fila, Annalisa Savino, dirigente scolastica del liceo scientifico “Da Vinci” di Firenze. La preside ha diramato una lettera agli studenti e alle loro famiglie dove parla del fascismo, citando Antonio Gramsci: ”Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. “Odio gli indifferenti” - diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee” scrive la preside che prosegue: “Siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato col suo nome, combattuto con le idee e la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene 100 anni fa ma non è andata così” si legge nella lettera, pubblicata sul canale Facebook della scuola fiorentina.Al “Da Vinci” fa eco il liceo “Pascoli”. Nella home page della scuola di viale Don Minzoni figura una comunicazione di solidarietà agli studenti aggrediti, in cui viene ribadita “l’importanza del dialogo e di congiungere la memoria storica allo sviluppo dei valori sociali, fondamento vivo della nostra Repubblica democratica, affinché non debba mai più esserci in futuro la necessità di una Liberazione. La nostra scuola – si legge nella comunicazione - si oppone a ogni forma di violenza, aggressione fisica e ideologica, a ogni forma di sopraffazione che neghi i valori democratici nati dalla Resistenza. Perciò guardiamo con crescente preoccupazione al numero sempre maggiore di soggetti che si sente legittimato a perpetrare atti e divulgare contenuti che non siano rispettosi di tali principi. Nessuna motivazione può giustificare la violenza e la negazione della libertà di espressione. La persona è e resta intoccabile, poiché abbiamo eletto il sistema democratico e dobbiamo viverlo e salvaguardarlo. Tutti siamo chiamati a farlo. La nostra comunità educante sosterrà il dialogo aperto per un confronto attivo che alimenti la fiducia delle studentesse e degli studenti nelle istituzioni democratiche e nei valori che le costituiscono”.