
Dopo aver sentito il parere dell'Organizzazione Mondiale della Sanità circa la necessità di “investire in sistemi meccanici di aspirazione e purificazione dell'aria” volti ad arginare la circolazione del virus, molti istituti sono corsi ai ripari.
Il Comitato Idea Scuola, ha infatti individuato le scuole che hanno tentato, laddove possibile, l'installazione di un impianto di ventilazione forzata: sono state finora ventitré. Tra queste, oltre alle circa 170 che ne hanno fatto richiesta nella Regione Marche, l'unica ad averci investito in maniera capillare, come riporta La Repubblica, ci sono quindici scuole primarie del Comune di Milano, un liceo di Roma, due di Salerno, un istituto comprensivo di Bari e l'istituto comprensivo di Vo' Euganeo. Mentre sono molto poche le scuole che hanno optato per un rilevatore di anidride carbonica nelle classi.
- Leggi anche:
- Potrebbe cambiare il calendario scolastico: scuole aperte in estate?
- Tubi "esplosi", in classe piove e fa freddo: lo sfogo di uno studente
- Freddo a scuola, divieto di tenere il giubbotto: "Può portare il Covid". L'assurda regola della scuola
Nessun investimento, solo scuole con finestre aperte: e gli studenti congelano
I richiami e i primi dati forniti dai colleghi internazionali, cui si sono aggiunti quelli del Direttore dello Spallanzani, Francesco Vaia, non hanno convinto, il Comitato tecnico scientifico che nelle linee guida sulla scuola ha continuato a indicare come azione di contrasto al virus, in assenza di aeratori, l'apertura, indipendentemente dalle temperature esterne, delle finestre delle aule. Il che costringe gli studenti a fare lezione con i cappotti. E molte scuole, anche in virtù della scarsità di fondi, si sono quindi accontentate di applicare questa misura. Mentre chi ci è riuscito, ha dovuto investire fino a 5.000 euro in media per classe.
L'esempio della Regione Marche
Si tratta della Regione Marche, il cui piano attuativo è unico su tutto il territorio nazionale. Al riguardo sono stati stanziati 12 milioni di euro, divisi in tre tornate. Saranno indispensabili per portare la ventilazione a circa metà degli istituti che l'hanno richiesta: 170 scuole, ovvero 1.500 aule. Molti presidi hanno già provveduto all'installazione e il progetto per le classi sicure prevede la consegna di altri 2.000 impianti. La sensazione è che per adesso ci si dovrà affidare agli enti locali e regionali, che dovranno reinventarsi per tirare fuori dal cilindro le somme necessarie.
Decreti e impianti: nel caos ci si è dimenticati della scuola
Quello della Regione Marche è l'unico piano attuativo su territorio nazionale. Sul tema dell'aerazione non solo non è mai stato convocato un tavolo nazionale tra Ministero, Asl ed enti locali, ma questo non viene nemmeno menzionato nel Decreto Sostegni. Sia il Decreto del 25 maggio 2021, che quello varato lo scorso 17 agosto, infatti stanziano rispettivamente 150 milioni e 300 milioni, ma entrambi non presentano un'indicazione specifica che riguardi impianti di ventilazione.Come infatti fa notare il sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso, intervistato da Repubblica, "i soldi ci sono, ma dobbiamo organizzare meglio la spesa". Praticamente la decisione è stata rimbalzata ai presidi che oltre a dover svolgere il ruolo delle Asl, dovrebbero occuparsi di "individuare gli incaricati provincia per provincia e installare gli impianti entro il prossimo settembre". Un onere particolarmente gravoso, e una lavata di mani in piena regola per chi avrebbe dovuto inserire investimenti per l'aerazione già nel Piano nazionale di resistenza e resilienza.