
A sostegno del sistema scolastico italiano sono in arrivo ben 85 milioni di euro tra quelli stanziati nel Decreto Ristori varato nel Consiglio dei Ministri lo scorso 27 ottobre 2020. Tra i firmatari del decreto infatti compare anche la Ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina che si è battuta affinché alle scuole venissero destinati i fondi necessari per garantire a tutte le comunità scolastiche italiane la didattica integrata e a distanza, eliminando così le difficoltà incontrate nei mesi scorsi nella primissima fase dell’emergenza.
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Gli investimenti ricevuti dalle scuole negli scorsi mesi
Con i fondi messi a disposizione per gli Istituti scolastici, i dirigenti provvederanno all’acquisto di dispositivi e strumenti digitali per assicurare alle proprie comunità scolastiche la disponibilità di connessione e di dispositivi da consegnare in comodato d’uso agli studenti o ai docenti che ne faranno richiesta. Da marzo ad oggi sono stati infatti già acquistati 342.330 strumenti digitali e sono state assicurate oltre 100mila connessioni internet. Ai 331 milioni stanziati a settembre per la ripartenza del nuovo anno scolastico, si aggiungono dunque questi 85 milioni che permetteranno alle scuole di assicurare ulteriormente la continuità didattica a tutti gli studenti, anche a quelli meno abbienti.
I criteri per la ripartizione degli 85 milioni del Decreto Ristori
Gli 85 milioni di euro saranno distribuiti agli Istituti considerando sia il numero degli studenti iscritti, sia l’indicatore Ocse Escs che definisce la situazione economica, sociale e culturale in ogni contesto scolastico. Questo criterio, in particolare, vuole assicurare una somministrazione dei fondi equa e utile a sanare tutte quelle condizioni di maggiore disagio sociale ed economico, la cui persistenza comporterebbe una disparità del diritto allo studio fra le varie classi sociali. Per garantire dunque a tutti le stesse possibilità e gli stessi diritti, l’indicatore Ocse Escs sarà un elemento fondamentale per indirizzare i fondi verso tutte quelle situazioni più precarie e critiche.