
Dopo mesi di quarantena e di pausa estiva, finalmente le scuole italiane si preparano a riaprire le loro porte a milioni di studenti per l’inizio del nuovo anno scolastico. Come annunciato più volte dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, la data scelta dal Ministero per la ripartenza delle lezioni in presenza, è il 14 settembre.
A distanza di poche settimane dal rientro nelle aule, rimangono tuttavia irrisolti importanti problemi riguardo all’organizzazione che tale scelta comporta. Le preoccupazioni e le incertezze infatti non riguardano solo la gestione degli spazi all’interno degli edifici scolastici ma si estendono anche a problemi di pubblica utilità, tra cui spicca, primo fra tutti, quello relativo alla sicurezza sui trasporti pubblici urbani ed extra-urbani. Si tratta infatti di un nodo cruciale che ieri, in un vertice di Governo presieduto dal premier Conte, ha visto impegnati nel tentativo di una risoluzione, non solo il Ministro dell’Istruzione Azzolina ma anche il Ministro della Salute Roberto Speranza, quello degli Affari Regionali Francesco Boccia e infine quello dei Trasporti Paola De Micheli. Accanto ai Ministri coinvolti, all’incontro ha inoltre partecipato anche il commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri a cui negli scorsi mesi è stato affidato il compito di preparare la ripartenza nelle scuole a settembre.
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Metro di distanziamento sui mezzi pubblici: realtà o utopia?
Il Comitato Tecnico Scientifico non lascia spazio ad alcun dubbio: è necessario continuare a mantenere la distanza di sicurezza di un metro fra tutte le persone, anche sui mezzi pubblici. Realizzare uno sforzo simile appare una vera e propria impresa, soprattutto in tutte quelle grandi città che ospitano ogni giorno milioni di passeggeri sui propri mezzi. Per questo motivo molte Regioni hanno manifestato il proprio dissenso e hanno chiesto di eliminare il vincolo del distanziamento sui trasporti, superandolo con l’obbligo di indossare le mascherine. La proposta ha ovviamente trovato la ferma opposizione del Cts che non sembra disposto ad accogliere deroghe al distanziamento, ritenute rischiose per la salute e la sicurezza dei cittadini.La situazione insomma, già complicata, dal 14 settembre potrebbe davvero diventare ingestibile e drammatica se non si proporranno reali soluzioni in grado di conciliare la necessità del distanziamento sociale con il flusso di milioni di studenti e lavoratori sui mezzi di trasporto pubblici.
Termoscanner e orari diversificati: la scelta alle Regioni
L’idea suggerita dalla Ministra Azzolina per alleggerire il carico di studenti e personale della scuola sui mezzi nelle ore più affollate è quella degli ingressi scaglionati, proposta che già da tempo è sul tavolo di discussione. In ogni caso però una tale idea, sebbene attuabile, se da una parte non risolverebbe comunque il problema, dall’altra non sarebbe una scelta imposta a livello nazionale ma lasciata all’autonomia scolastica di ciascun istituto e delle Regioni e Province.Accanto agli orari di entrata diversificati, rimane appannaggio delle Regioni anche la scelta sull’acquisto dei termoscanner destinati alla misurazione della temperatura all’ingresso nelle scuole. La Campania ad esempio ne ha già predisposto l’acquisto.
Distanziatori per il trasporto extra-urbano
Sui mezzi di trasporto extra-urbano e sui treni locali l’ipotesi più discussa è è quella che vede l’installazione di pannelli separatori tra un posto e l’altro, soluzione che comunque appare lontana e di difficile attuazione dato che il montaggio di questi dispositivi richiederebbe un tempo molto più lungo di quello a disposizione prima della riapertura delle scuole. Una tale scelta tuttavia sarebbe comunque impraticabile sui mezzi di trasporto urbani come tram, bus e metro.Insomma a poche settimane dall’avvio del nuovo anno scolastico, i Ministeri coinvolti continuano a dialogare per trovare soluzioni adeguate al problema della riapertura degli istituti connesso a quello dei trasporti pubblici, problema che al momento rimane ancora irrisolto.