Ciliega91
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Concetti Chiave

  • Il comportamentismo, fondato da John Watson, si focalizza esclusivamente sul comportamento osservabile e misurabile, escludendo la mente dalla psicologia.
  • Il riflesso condizionato di Ivan Pavlov dimostra come un comportamento può essere manipolato attraverso l'associazione di stimoli, una scoperta chiave nel comportamentismo.
  • Il cognitivismo, sviluppatosi in risposta ai limiti del comportamentismo, enfatizza lo studio dei processi mentali e il ruolo attivo dell'individuo nell'elaborazione degli stimoli.
  • Urlic Neisser e il suo libro "Cognitive psychology" hanno segnato formalmente l'affermazione del cognitivismo, che vede la mente come un elaboratore di informazioni.
  • Il cognitivismo ha gettato le basi per il paradigma cognitivo-comportamentale, sviluppato ulteriormente da Albert Ellis e Aaron T. Beck.
Questo appunto di Psicologia tratta gli aspetti principali del cognitivismo e del comportamentismo. Nel primo paragrafo vengono presentate le principali caratteristiche dell’approccio comportamentista. Il secondo paragrafo tratta in maniera sintetica i limiti dell’approccio comportamentista e l’affermazione di un nuovo approccio psicologico, vale a dire il cognitivismo. Infine, il terzo paragrafo, analizza brevemente le principali caratteristiche dell’approccio cognitivista.
Comportamentismo e cognitivismo: principali caratteristiche articolo

Indice

  1. Breve panoramica sui principali aspetti del comportamentismo
  2. Il superamento dell’approccio comportamentista e lo sviluppo del cognitivismo
  3. Breve panoramica sui principali aspetti del cognitivismo

Breve panoramica sui principali aspetti del comportamentismo

Il comportamentismo (anche conosciuto come behaviorismo) è un approccio psicologico che si concentra sul comportamento, che viene considerato come il complesso delle risposte rilevabili di un soggetto agli stimoli esterni.
Il comportamentismo è stato fondato da John Watson (vissuto tra la seconda metà del diciannovesimo secolo e la seconda metà del ventesimo secolo, in particolare tra il 1878 e il 1958) negli Stati Uniti.
I comportamentisti credevano che studiando il comportamento si poteva manipolare l’agire umano.

Ogni aspetto psicologico veniva ricondotto al comportamento osservabile. In effetti, lo psicologo John Watson sosteneva che la psicologia, in quanto scienza, doveva basarsi soltanto su aspetti osservabili, visibili e misurabili. Per questa ragione, l’oggetto di studio della psicologia per i comportamentisti non poteva essere la mente (definita una “scatola nera” o “black box”), ma piuttosto il comportamento, che veniva definito come il complesso delle risposte oggettivamente rilevabili di un soggetto agli stimoli esterni.
Gli studiosi comportamentisti hanno approfondito molti procedimenti del comportamento, tra i quali il fenomeno dell’apprendimento. A tal proposito, ricordiamo il fondamentale contributo degli studi del fisiologo Ivan Pavlov. Lo studioso ha infatti scoperto l’esistenza del riflesso condizionato attraverso gli studi sui cani. Pavlov notò che presentando uno stimolo neutro (il suono di un campanello) prima della presentazione di uno stimolo saliente (il cibo) ad un cane, la sua risposta di salivazione (che inizialmente compariva solo a seguito della presentazione del cibo), col tempo iniziava a presentarsi subito dopo lo stimolo neutro. Ciò significa che lo stimolo neutro, vale a dire il suono del campanello, veniva associato alla presentazione dello stimolo saliente, vale a dire il cibo.
Il comportamentismo diede vita a nuove ricerche sperimentali su altri fenomeni della psicologia come la memoria, l’attenzione, la percezione e l’apprendimento. Ci fu anche un maggior dialogo con altre discipline dalle lingue alla filosofia, dalle neuroscienze all’intelligenza artificiale.
Per ulteriori approfondimenti sul comportamentismo vedi anche qua

Il superamento dell’approccio comportamentista e lo sviluppo del cognitivismo

Il comportamentismo è stato molto dominante per decenni nella ricerca della psicologia, ma con il tempo i suoi presupposti sono stati messi in discussione. Più specificatamente:

  • È apparsa molto riduttiva la decifrazione delle azioni umane partendo dallo schema basilare “stimolo-risposta”.
  • Inoltre, gli studiosi hanno anche concluso che l’osservazione dei comportamenti non accontentava l’interesse per la psiche umana e il suo funzionamento.

Di fronte ai limiti che erano stati identificati nell’approccio comportamentista, si sviluppò un nuovo interesse per lo studio del pensiero e dei processi mentali. Durante la metà del ventesimo secolo si impose il cognitivismo.
Comportamentismo e cognitivismo: principali caratteristiche articolo

Breve panoramica sui principali aspetti del cognitivismo

Il cognitivismo, al contrario del comportamentismo, era incentrato sullo studio del pensiero e dei processi mentali. Nello specifico, gli psicologi cognitivisti studiano la mente, che viene concepita come un elaboratore attivo di informazioni.
Questo nuovo approccio psicologico, vale a dire il cognitivismo, è stato fondato da Urlic Neisser (vissuto tra la prima metà del ventesimo secolo e la prima metà del ventunesimo secolo, in particolare tra il 1928 e il 2012) negli Stati Uniti. Un contributo fondamentale, che segna formalmente l’affermazione di questo nuovo movimento è la pubblicazione del libro “Cognitive psychology”.
Gli psicologi cognitivisti studiavano la mente come se fosse un computer, rappresentabile con il cosiddetto modello H.I.P. (Human Information Processing). Questo modello è stato proposto per la prima volta nel 1968 dagli studiosi Richard Atkinson e Richard Shiffrin.
Il modello H.I.P. compara la mente umana a quella di un computer. Proprio come un computer, che riceve degli input e che restituisce output, la mente umana riceve degli stimoli dall’ambiente (input) e, dopo aver compiuto una serie di passaggi, viene prodotta una risposta (output), tramite la quale l’individuo è in grado di provocare degli effetti sul proprio ambiente circostante.
Una delle principali caratteristiche del cognitivismo, che lo differenzia dal comportamentismo è il riconoscimento di un ruolo attivo all’individuo. La persona, infatti, ha il ruolo attivo di elaborare gli stimoli ambientali. La modalità di elaborazione di questi stimoli può avere una variabilità sia intra-personale, sia inter-personale ed è intervenendo sull’elaborazione degli stimoli che è possibile modificare le risposte.
L’affermazione del cognitivismo negli Stati Uniti è stato di fondamentale importanza per il successivo sviluppo del paradigma psicologico e psicoterapeutico cognitivo comportamentale, per opera degli studiosi Albert Ellis (vissuto tra la prima metà del ventesimo secolo e la prima metà del ventunesimo secolo, in particolare tra il 1913 e il 2003) e Aaron T. Beck (vissuto tra la prima metà del ventesimo secolo e la prima metà del ventunesimo secolo, in particolare tra il 1921 e il 2021).
Per ulteriori approfondimenti su cognitivismo vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali caratteristiche dell'approccio comportamentista?
  2. Il comportamentismo si concentra sul comportamento osservabile e misurabile, considerato come risposte a stimoli esterni, escludendo la mente come oggetto di studio.

  3. Quali limiti sono stati identificati nell'approccio comportamentista?
  4. L'approccio comportamentista è stato considerato riduttivo per la sua enfasi sullo schema "stimolo-risposta" e per la mancanza di attenzione ai processi mentali.

  5. Come si è sviluppato il cognitivismo in risposta ai limiti del comportamentismo?
  6. Il cognitivismo si è sviluppato concentrandosi sullo studio del pensiero e dei processi mentali, vedendo la mente come un elaboratore attivo di informazioni.

  7. Chi ha fondato il cognitivismo e quale contributo fondamentale ha segnato la sua affermazione?
  8. Il cognitivismo è stato fondato da Urlic Neisser, e la pubblicazione del libro "Cognitive psychology" ha segnato formalmente la sua affermazione.

  9. Qual è una delle principali differenze tra cognitivismo e comportamentismo?
  10. Una differenza principale è che il cognitivismo riconosce un ruolo attivo all'individuo nell'elaborazione degli stimoli ambientali, a differenza del comportamentismo.

Domande e risposte