Concetti Chiave
- Jean Piaget ha rivoluzionato la pedagogia studiando lo sviluppo cognitivo dei bambini, fondando l'epistemologia genetica che collega gli stadi di sviluppo del pensiero infantile a evoluzioni storiche del pensiero.
- Piaget associa le età del pensiero umano a fasi della storia, distinguendo tra assimilazione e accomodamento come processi chiave nello sviluppo dell'intelligenza.
- La teoria stadiale di Piaget identifica quattro fasi di sviluppo cognitivo: senso-motoria, preoperatoria, delle operazioni concrete e delle operazioni astratte.
- Il gioco è centrale nella teoria di Piaget, con diverse tipologie che si evolvono attraverso gli stadi di sviluppo, stimolando capacità motorie, intellettive, sociali e morali.
- Ogni stadio di sviluppo include specifici tipi di gioco, dal gioco di esercizio nello stadio senso-motorio al gioco di costruzione nello stadio delle operazioni formali.

Indice
Il contributo di Jean Piaget in pedagogia
Gli studi di Jean Piaget hanno avuto molta rilevanza non solo in psicologia, ma anche in pedagogia, in quanto, studiando lo sviluppo cognitivo del bambino, e nello specifico, studiando il modo in cui si sviluppa il ragionamento, Jean Piaget ha portato ad un’innovazione nel modo di intendere i processi di sviluppo dei bambini a partire dai primi mesi di vita.
È utile chiarire che inizialmente Piaget era laureato in scienze naturali, ma avendo 3 figli si appassionò alle modalità attraverso cui si sviluppava il ragionamento, così annotò su un diario i ragionamenti dei suoi figli, e questo rappresenta uno dei motivi per cui ad oggi è conosciuto come uno dei maggiori psicologi e pedagogisti moderni. Piaget, inoltre, si qualifica per essere il fondatore dell’epistemologia genetica, in cui vi è il connubio fra scienza e studio sistematico. Per epistemologia si intende la scienza che studia le altre scienze nei loro aspetti naturali e culturali. Per epistemologia genetica si intende lo studio delle corrispondenze tra gli stadi dello sviluppo del pensiero del bambino e quello dell’affermarsi nel corso della storia di forme di pensiero più evolute.
I presupposti piagetiani alla base della teoria stadiale
Nello studio delle forme e delle modalità mediante le quali si forma il ragionamento, partendo dall’osservazione diretta, Piaget associa le età del pensiero alle varie fasi della storia dell’umanità; in tal modo associa:
- Il pensiero del bambino al pensiero dell’uomo primitivo;
- Il pensiero del ragazzo al pensiero dell’uomo moderno;
- Il pensiero dell’uomo al pensiero dell’uomo contemporaneo;
Inoltre, afferma che l’individuo, quando ragiona, attua degli schemi mentali. Questi schemi sono delle strategie, messe in atto dal soggetto per conoscere il mondo e agire su di esso. Piaget quindi effettua distinzione fra le varie forme di intelligenza che il bambino sviluppa durante la crescita, ne distingue due:
- La prima forma di intelligenza, che il bambino attua per conoscere, si chiama assimilazione. Per assimilazione si intende quel processo attraverso il quale abbiamo esperienza del mondo esterno per mezzo di schemi e concetti in nostro possesso.
- Dopo l’assimilazione avviene il processo di accomodamento. Per accomodamento si intende quel processo che consiste nella modificazione dei nostri schemi, dei nostri concetti in base a nuove esperienze che ci forniscono nuove informazioni, per cui lo schema o il concetto vengono modificati.
Attraverso lo sviluppo di queste due qualità, basilari per lo sviluppo, si forma l’intelligenza, che per Piaget rappresenta la è la capacità del soggetto di adattarsi all’ambiente circostante.
La teoria stadiale di Jean Piaget
Nello studio dei processi di sviluppo cognitivo Piaget elabora la “Teoria degli stadi dello sviluppo”, nota anche come Teoria stadiale, attraverso la quale individua quattro fasi fondamentali:
- 1. Fase senso motoria: va dalla nascita fino ai due anni, qui si sviluppano i sensi e i movimenti per conoscere la realtà esterna. In questa fase predominano alcune caratteristiche: a seconda delle sottofasi evolutiva compaiono progressivamente i riflessi, le reazioni circolari (prima di tipo primario, poi secondario, e infine terziario), compaiono i primi comportamenti intenzionali, si sviluppa il concetto di permanenza degli oggetti e inizia a svilupparsi gradualmente la facoltà di linguaggio. Inoltre in questa fase l’affettività gioca un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’intelligenza del bambino, poiché fino ai due anni di vita il bambino dipende completamente dalla madre.
- 2. Fase preoperatoria: va dai 2 ai 6/7 anni, in questa fase il bambino non è ancora in grado di fare ragionamenti veri e propri, in quanto sono ancora in fase di sviluppo le competenze che consentono la rappresentazione simbolica. Tuttavia in questa fase iniziano a svilupparsi alcune caratteristiche, quali il realismo, l’egocentrismo, l’animismo, l’artificialismo e il finalismo, che in un’ottica di consequenzialità degli stadi fungono da caratteristiche “propedeutiche” allo sviluppo di forme di ragionamento più astratte.
- 3. Fase delle operazioni concrete: va dai 6/7 fino agli 11 anni. In questa fase giunge a compimento lo sviluppo delle competenze che consentono al bambino di percepire la classificazione e la separazione degli oggetti, mediante uno o più criteri. Inoltre in questa fase il bambino inizia ad acquisire delle nozioni fondamentali per lo stadio successivo, ovvero le nozioni di: identità, quantità, spazio, tempo, numero e sostanza.
- 4. Fase delle operazioni astratte o formali: va dagli 11 ai 15 anni. Questa è la fase in cui si sviluppa il ragionamento ipotetico-deduttivo; si consolidano gli ideali e i valori che costituiranno la personalità dell’individuo da grande, e si sviluppa anche l’attività di pensiero e di ragionamento, sia sul piano formale che astratto.

La concezione del Gioco nella Teoria stadiale di Piaget
Il gioco riveste una parte fondamentale per lo sviluppo del bambino durante l’infanzia; secondo Piaget il gioco è quel processo che stimola tutte le capacità del bambino, sia quelle motorie che intellettive, sociali e morali. Data l’importanza di questa azione, Piaget inserisce il gioco nella sua teoria dello sviluppo, individuando diverse tipologie di gioco, connesse a stadi differenti:
- Nello stadio senso motorio (0-2anni), prevale il Gioco di esercizio;
- Nello stadio preoperatorio (2-6anni), prevale il Gioco simbolico, ovvero la rappresentazione mentale attuata attraverso i giochi di finzione;
- Nello stadio delle operazioni concrete (6/7-11 anni); vi è il Gioco di regole, in quanto il bambino elabora dei criteri mediante cui poter attuare il suo gioco;
- infine, nello stadio delle operazioni formali (11-15 anni), il Gioco è di costruzione, un’unione tra il gioco e il compito, attraverso cui il bambino supera la fantasia per lasciare spazio ad azioni più concrete.
In ambito sociale si distinguono diversi tipi di gioco:
- Gioco solitario, in cui il bambino gioca da solo, 2-3 anni;
- Gioco parallelo, in cui il bambino gioca in modo indipendente e condivide spazio e giochi con altri, 4-5 anni;
- Gioco associativo, in cui svolge attività simili o uguali ad altri bambini scambiandosi i giochi, 4-5 anni;
- Gioco cooperativo o di squadra, attività di gioco organizzate e strutturate in cui ciascuno ha un ruolo diverso, 11-16 anni.
Domande da interrogazione
- Qual è il contributo principale di Jean Piaget in pedagogia?
- Quali sono i presupposti piagetiani alla base della teoria stadiale?
- Quali sono le quattro fasi della teoria stadiale di Piaget?
- Come viene concepito il gioco nella teoria stadiale di Piaget?
- Quali tipi di gioco sociale distingue Piaget?
Jean Piaget ha rivoluzionato la pedagogia studiando lo sviluppo cognitivo dei bambini e introducendo l'epistemologia genetica, che analizza le corrispondenze tra lo sviluppo del pensiero infantile e le forme di pensiero evolute nella storia.
Piaget associa le età del pensiero umano alle fasi della storia dell'umanità e introduce i concetti di assimilazione e accomodamento come processi fondamentali per lo sviluppo dell'intelligenza.
Le quattro fasi sono: senso motoria (0-2 anni), preoperatoria (2-6/7 anni), operazioni concrete (6/7-11 anni), e operazioni astratte o formali (11-15 anni), ognuna caratterizzata da specifici sviluppi cognitivi.
Il gioco è fondamentale per lo sviluppo infantile e varia in base agli stadi: gioco di esercizio (senso motorio), gioco simbolico (preoperatorio), gioco di regole (operazioni concrete), e gioco di costruzione (operazioni formali).
Piaget distingue tra gioco solitario (2-3 anni), gioco parallelo (4-5 anni), gioco associativo (4-5 anni), e gioco cooperativo o di squadra (11-16 anni), ognuno con diverse interazioni sociali.