Concetti Chiave
- Jerome Bruner's educational approach is rooted in cognitive-constructivism, influenced by thinkers like Dewey, Vygotskij, and Piaget, emphasizing the cultural evolution of humans as a key educational factor.
- Bruner's pedagogical objectives focus on integrating culture in learning, treating subjects as interconnected disciplines, and promoting a spiral curriculum that evolves in complexity.
- Language plays a crucial role in Bruner's learning process, acting as a solid support for cognitive development through social construction of meanings.
- Bruner highlights the impact of socio-cultural factors like poverty and marginalization on learning, advocating for culturally responsive education that values narrative as a foundational learning tool.
- In Bruner's view, education should foster the ability to create and use tools, visualize and imagine, and perform symbolic operations, supporting active and interconnected learning experiences.

Indice
Jerome Bruner: l’approccio cognitivo-costruttivista ai temi educativi
La concezione di apprendimento dello studioso statunitense Jerome Bruner affonda le sue radici nello strumentalismo di Dewey e, a livello filosofico, nel pragmatismo americano di Peirce, Mead e James; successivamente viene influenzata dagli studi condotti dallo strutturalismo di Vygotskij e Piaget.
Sulla formazione di Bruner ha esercitato inoltre una notevole influenza il pensiero del filosofo Nelson Goodman, fondatore, tra l’altro, del Project Zero e suo maestro a Harvard. Bruner è stato uno degli studiosi moderni che ha contribuito a studiare i processi cognitivi sotto molti aspetti; proprio per le varie influenze che hanno esercitato altri autori sul suo pensiero, risulta abbastanza difficile catalogarlo come costruttivista o come comportamentista, in quanto, avendo fondato il Centro per Gli Studi Cognitivi, è stato capace di influenzare notevolmente anche la dottrina dei costruttivisti.
Per Bruner, l'uomo è l’unico essere vivente capace di evoluzione culturale, prerequisito indispensabile dell’educazione e della didattica; infatti, egli afferma che il comportamento umano si distingue da quello animale in quanto l’uomo ha la capacità di distinguere e selezionare le varie informazioni in base a meccanismi e strategie di adattamento. L’oggetto specifico della pedagogia di Bruner è dunque l’uomo educabile.
Obiettivi pedagogici della proposta didattica di Jerome Bruner
Partendo dall’idea di base che è la cultura l’elemento responsabile della formazione dell’impostazione mentale umana, Bruner ritenne che i processi di apprendimento nei bambini andassero concepiti come momenti connessi alla cultura e al contesto di riferimento. Secondo lo studioso, a fondamento di ogni tipologia di processo cognitivo vi è un concetto di base, infatti per lui l’uomo agisce ricollegando azioni e parole ai concetti. Per lo studioso l’apprendimento è dato dalla costruzione sociale dei significati, processo che avviene grazie ad una interazione continua fra il soggetto e il suo ambiente di vita. All’interno di questo processo il linguaggio riveste un ruolo fondamentale poiché secondo lo studioso esso rappresenta l’aiuto più solido a supporto del processo di apprendimento. Nell’analisi dei processi di apprendimento a cui sono sottoposti i bambini, Bruner parte dagli studi condotti da Piaget, “ampliandoli” attraverso l’importanza che attribuisce ai fattori socioculturali. Attraverso questi studi arriva a formulare la sua proposta didattica, ovvero un metodo dettato dall’esperienza il cui obiettivo principale era quello di rendere i processi di apprendimento efficaci e comprensibili, quindi in ultima istanza realmente fruibili dai bambini.
Bruner intende le “materie scolastiche” non come compartimenti stagni, differenti e separati fra loro, ma piuttosto come un insieme coordinato, organizzato e soprattutto coerente di conoscenze e competenze; in tal modo si distacca dalla visione di didattica tradizionale che attribuiva importanza all’apprendere le nozioni teoriche. Partendo da questo presupposto di base egli crea una proposta didattica “a spirale”, nella quale vengono messe in risalto le azioni mentali utili all’apprendimento e allo sviluppo intellettuale del bambino, quali: categorizzazione, concettualizzazione e problem-solving. La proposta didattica “a spirale” parte dall’approccio più semplice alle nuove discipline, divenendo sempre più complesso e approfondito mediante approfondimenti teorici e richiamo a ciò che si è precedentemente appreso. Questo metodo consente al contempo al docente di stimolare l’interesse e il processo di apprendimento dell’alunno, ma soprattutto consente allo scolaro di imparare in maniera attiva, apprendendo argomenti nuovi e divenendo gradualmente capace di effettuare collegamenti fra argomenti e discipline differenti.
Questo metodo, inoltre, sia dal punto di vista pedagogico che psicologico, consente al bambino di sviluppare tre modalità di rappresentazione: le rappresentazioni esecutive o pratiche, le rappresentazioni iconiche e le rappresentazioni simboliche.
Per Bruner, dunque, gli obiettivi principali dell'educazione sono:
- La capacità di creare e utilizzare strumenti tecnologie;
- La capacità di vedere e di immaginare;
- La capacità di eseguire operazioni simboliche.

La concezione di Cultura negli studi e nella proposta didattica di Jerome Bruner
Al fine di capire al meglio il funzionamento dei processi di apprendimento, in un secondo periodo, successivo all’elaborazione della sua proposta didattica a spirale, Bruner considerò nell’analisi dei fattori influenzanti che elementi quali la condizione di povertà, il razzismo e lo stato di emarginazione, affermando che questi tre elementi influenzano profondamente le modalità di apprendimento dei bambini. Conducendo questa riflessione, Bruner considera anche il rapporto che intercorre fra cultura e processo di apprendimento. Egli afferma che la cultura riveste un ruolo fondamentale nei processi di apprendimento durante l’infanzia, in quanto consente al bambino di ricevere attraverso la trasmissione orale, concetti e conoscenze che gli consentono di ampliare il proprio ventaglio di competenze. Riflettendo sul concetto di cultura, Bruner elegge l’atto della narrazione e la pratica sociale della trasmissione orale a modalità conoscitiva d’eccellenza, perché, oltre a far trasmettere conoscenze teoriche e competenze pratiche, include nella narrazione anche i sistemi di significati, valori e credenze che si celano dietro la narrazione. Sempre sulle ricerche condotte circa lo studio della cultura, e del modo in cui questa influenzi l’apprendimento, egli nota che il sub-strato culturale di base relativo alla percezione dei racconti trasmessi, muta al mutare delle modalità impiegate per trasmettere le conoscenze alle nuove generazioni. Quindi, in conclusione, secondo Bruner la narrazione riveste una doppia funzione, da un lato trasmette saperi, dall’altro invece, mediante le modalità impiegate, influenza il sistema di credenze e valori degli individui a cui le conoscenze vengono trasmesse.
Per ulteriori approfondimenti su Jerome Bruner vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Qual è l'approccio di Jerome Bruner ai temi educativi?
- Quali sono gli obiettivi pedagogici della proposta didattica di Bruner?
- Come Bruner concepisce la cultura nel contesto educativo?
- In che modo la proposta didattica di Bruner differisce dalla didattica tradizionale?
- Quali fattori Bruner considera influenti nei processi di apprendimento?
Jerome Bruner adotta un approccio cognitivo-costruttivista, influenzato da Dewey, Peirce, Mead, James, Vygotskij, Piaget e Goodman, focalizzandosi sull'evoluzione culturale come prerequisito dell'educazione.
Gli obiettivi includono la creazione e l'uso di strumenti tecnologici, la capacità di immaginare e vedere, e l'esecuzione di operazioni simboliche, attraverso un metodo didattico "a spirale" che promuove l'apprendimento attivo.
Bruner considera la cultura fondamentale nei processi di apprendimento, sottolineando l'importanza della narrazione e della trasmissione orale per trasmettere conoscenze, valori e credenze.
La proposta di Bruner si distacca dalla didattica tradizionale enfatizzando un insieme coordinato di conoscenze e competenze, piuttosto che compartimenti stagni di materie scolastiche, e promuovendo un apprendimento attivo e integrato.
Bruner considera fattori come la povertà, il razzismo e l'emarginazione come influenti nei processi di apprendimento, sottolineando l'importanza del contesto culturale e sociale.