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Concetti Chiave

  • Giacomo Leopardi, nato nel 1798 a Recanati, proveniva da una famiglia nobile ma economicamente in difficoltà, e si formò da autodidatta, sviluppando un'intelligenza straordinaria.
  • La sua opera "Zibaldone" è un diario intellettuale che raccoglie pensieri e riflessioni, e rivela l'evoluzione del suo pensiero letterario e filosofico.
  • Leopardi esplorò l'infelicità umana attraverso il concetto di "natura benigna", che offre all'uomo illusioni per celare la realtà infelice, e successivamente la "natura maligna", vista come indifferente e crudele.
  • Il "pessimismo cosmico" di Leopardi riflette l'idea che l'infelicità sia una condizione universale e eterna, non limitata a un periodo storico specifico.
  • La "teoria del piacere" di Leopardi suggerisce che l'immaginazione possa sostituire la realtà infelice, e che il "bello poetico" risieda nel vago e nell'indefinito, collegato alla memoria dell'infanzia.

Indice

-Romanticismo in Europa

-Romanticismo in Italia

- Alessandro Manzoni e opere più importanti

- Giacomo Leopardi e opere più importanti

- Età postunitaria

- Decadentismo

- Scapigliatura

- Giosuè Carducci e opere più importanti

- Charles Baudelaire e opere più importanti

- Naturalismo francese e la poetica di Zola

- Giovanni Verga e opere più importanti

- Giovanni Pascoli e opere più importanti

- Gabriele d’Annunzio e opere più importanti

- L’estetismo

- Stagione delle avanguardie

- Filippo Tommaso Marinetti e opere più importanti

- Il primo 900

- Italo Svevo e opere più importanti

- Luigi Pirandello e opere più importanti

- L’ermetismo

Appunti fondamentali per esame di maturità, contengono tutti gli autori e le tematiche che verranno trattate sia nell’esame scritto che nell’esame orale.

Gli appunti partono da una descrizione del Romanticismo in Italia ed in Europa, parla degli autori più importanti trattati nel quarto e quinto anno di liceo. es. di diapositiva.

Indice

  1. Infanzia e formazione di Leopardi
  2. Conversione letteraria e fuga
  3. Zibaldone e riflessioni
  4. Natura benigna e infelicità
  5. Antitesi tra natura e ragione
  6. Pessimismo cosmico e atarassia
  7. Teoria del piacere e poetica
  8. Poetica dell'indefinito e rimembranza

Infanzia e formazione di Leopardi

Giacomo Leopardi nacque nel 1798 a Recanati, nelle Marche. La famiglia di Leopardi apparteneva alla nobiltà terriera ma si trovava in cattive condizioni economiche, il padre era un uomo istruito ma la sua cultura era antiquata e accademica la madre era una donna dura e tirchia e pertanto l'atmosfera familiare era autoritaria e priva di affetto. Leopardi fu istruito inizialmente da professori ecclesiastici ma intorno ai 10 anni continuò i suoi studi da solo chiudendosi nella biblioteca del padre. lui era dotato di un intelligenza straordinaria, in breve tempo imparò il latino, il greco e l'ebraico. Tradusse classici antichi e scrisse componimenti poetici, odi, sonetti, canzonette e tragedie. Questi componimenti si basavano su una cultura antica è ormai superata (la cultura dell'ambiente familiare), anche sul piano politico Leopardiseguiva gli orientamenti del padre, infatti esaltava le monarchie assolutistiche.

Conversione letteraria e fuga

intorno al 1815 avvenne la conversione letteraria di Leopardi, si appassionò per i grandi poeti (Omero, Virgilio e Dante) e cominciò a leggere gli scrittori moderni; inoltre strinse amicizia con Pietro Giordani di orientamento classico ma con idee democratiche. In seguito a questa conversione avvertì il bisogno di fuggire dall'atmosfera familiare così nel 1819 tentò la fuga ma il suo piano venne scoperto e sventato. nel 1822 riuscì finalmente a fuggire e si recò a Roma, tuttavia la fuga si rivelò una delusione poiché gli ambienti letterari di Roma gli appaiono vuoti e meschini, cosìritornò a Recanati. Negli anni seguenti le sue condizioni di salute si aggravano, egli non poté più lavorare per l'editore milanese Stella e fu costretto a tornare a Recanati ma accettò un'offerta degli amici fiorentini che gli donavano un assegnomensile per un anno così lasciò definitivamente Recanati. Comincia così una nuova fase di vita: uscì dall'isolamento e strinse rapporti sociali più intensi, venne a contatto con il dibattito culturale e politico; e strinse una forte amicizia con Antonio Ranieri (patriota napoletano) e convisse con lui fino alla morte. nel 1833 si stabilì a Napoli, dove entrò in polemica con l'ambiente culturale e morì nel 1837.

Zibaldone e riflessioni

LOZIBALDONE Tutte le opere di Leopardi si fondono su idee meditate e in continuo sviluppo, il processo di formazione si può seguire attraverso lo " Zibaldone". si tratta di un diario intellettuale in cui il poeta annota numerosi pensieri, appunti, ricordi e note riguardanti vari argomenti (come ad esempio la sua vita la filosofia la letteratura la politica l'uomo eccetera). La parola zibaldone significa " mescolanza confusa di cose diverse" proprio in riferimento alla varietà di argomenti trattati. le pagine di quest'opera ci consentono di comprendere l'evoluzione del pensiero di Leopardi e la sua concezione della letteratura.

Natura benigna e infelicità

LA NATURA BENIGNA Al centro della riflessione di Leopardisi pone: l'infelicità dell'uomo. Il poeta identifica la felicità con il piacere sensibile e materiale, tuttavia l'uomo non desidera un piacere ma il piacere: aspira cioè a un piacere infinito che può soddisfare il suo senso di nullità in tutte le cose. Per Leopardi dunque l'uomo è necessariamente infelice, Ma la natura, in questa prima fase concepita come madre benigna, offre all'uomo un rimedio tramite l'immaginazione e le illusioni che nascondono la realtà effettiva ed infelice. Per questo gli uomini primitivi e gli antichi che erano più vicini alla natura, quindi capaci di illudersi e di immaginare, erano felici perché ignoravano la loro reale infelicità.

Antitesi tra natura e ragione

Il pensiero di Leopardi si concentra anche sull': antitesi tra natura e ragione, antichi e moderni. Gli antichi, nutriti di generose illusioni, erano più forti fisicamente e moralmente poiché erano più felici. Lo sviluppo della civiltà e della ragione hanno fatto scomparire le illusioni, spegnendo la felicità e rendendo i moderni incapaci di compiere azioni eroiche, questo ha generato meschinità ed egoismo. La colpa dell'infelicità è dunque dell'uomo stesso che si è allontanato dalla natura benigna. Leopardi dà un giudizio durissimo sulla civiltà dei suoi anni: dominata dall'inerzia e dalla noia e ne sfocia anche un atteggiamento titanico: il poeta come unico depositario della virtù antica, sfida il fatomaligno che ha condannato l'Italia a tanta degenerazione.

Leopardi si rende conto che, più che al bene degli individui, la natura mira alla conservazione della specie, generando sofferenza; ne deriva così il suo aspetto maligno. Per risolvere queste contraddizioni Leopardi arriva ad una soluzione definitiva rovesciando completamente la sua condizione della natura. In questa nuova prospettiva, la natura non è più vista come madre benigna ma come meccanismo cieco e crudele, indifferente alla sorte delle sue creature e che causa sofferenza agli esseri per garantire la conservazione del mondo; l'uomo quindi è vittima innocente della natura che si dimostra sempre crudele. Di conseguenza cambia anche il significato dell'infelicità umana: prima vista come assenza di piacere ora è dovuto soprattutto ai mali esterni a cui nessuno può sfuggire:malattie, elementi atmosferici, vecchiaia e morte.

Pessimismo cosmico e atarassia

IL PESSIMISMO COSMICO Se la causa dell'infelicità umana è la natura, di conseguenza tutti gli uomini di ogni tempo e ogni luogo sono necessariamente infelici; anche gli antichi pur essendo capaci di illudersi erano vittime della natura. Così al pessimismo storico subentra un pessimismo cosmico: nelsenso che l'infelicità non è più legata ad un momento storico, ma questa è una condizione assoluta, dalmomento che sempre esistita nella natura. Da questo ne deriva l'abbandono della poesia civile e del titanismo e subentra un atteggiamento contemplativo, ironico e distaccato. il protagonista non è più l'eroe antico bensì il saggio antico la cui caratteristica principale è l'atarassia, ovvero la capacità di non lasciarsi turbare dagli eventi della vita. La rassegnazione alla malvagità della natura è momentanea, infattisuccessivamentetorna l'atteggiamento di protesta, tipico di Leopardi, disfida al fato e alla natura.

Teoria del piacere e poetica

La "teoria del piacere", oltre a costituire il fondamento del pessimismo dell'uomo, rappresenta anche il punto di avvio della poetica di Leopardi. dopo aver affermato che nella realtà il piacere infinito è irraggiungibile, il poeta sostiene che l'uomo possa raggiungere il piacere infinito tramite l'immaginazione, in un certo senso la realtà immaginata sostituisce la realtà vissuta, la quale è infelice e noiosa. Ciò che stimola l'immaginazione è tutto ciò che è vago e indefinito. Da questo ne derivano:

• La "teoria della visione": è piacevole per l'uomo (perché suscita idee vaghe e indefinite) la vista impedita da un ostacolo, una siepe, un albero, una torre ecc. (ad esempio una fila di alberi che si perde nell'orizzonte o una discesa di cui non si riesce a vedere la fine);

• La "teoria del suono": Leopardi elenca una serie di suoni stimolanti perché vaghi: come un canto che va poco a poco allontanandosi o il canto che giunge all'esterno da una camera chiusa.

Il bello poetico per Leopardi consiste dunque nel vago e indefinito, e si manifesta nelle stesse immagini della teoria del suono e della visione. Leopardisostiene che queste immagini sono attraenti perché ricordano le sensazioni che ci hanno affascinati da fanciulli; la memoria divenne così strumento essenziale al sentimento poetico. In questo modo la poetica dell'indefinito e la poetica della "rimembranza" si fondono: infatti la poesia non è altro che il ricordo dell'adolescenza.

Poetica dell'indefinito e rimembranza

Leopardi sostiene che i maestri della poesia vaga indefinita erano gli antichi, poiché dato che erano più vicini alla natura, usavano di più l'immaginazione. I moderni invece hanno perduto questa capacità di immaginare, dato che si sono allontanati dalla natura, di conseguenza per loro la poesia di immaginazione non era più praticabile; ad essi spettavano poesie sentimentali, ideologiche e filosofiche. Pur sapendo che la poesia d'immaginazione non apparteneva all'età moderna, Leopardi non si assegna ad abbandonarla.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza dello "Zibaldone" di Leopardi?
  2. Lo "Zibaldone" è un diario intellettuale di Leopardi che raccoglie pensieri, appunti e riflessioni su vari argomenti, permettendo di comprendere l'evoluzione del suo pensiero e la sua concezione della letteratura.

  3. Come Leopardi vede la natura nella sua riflessione?
  4. Leopardi inizialmente vede la natura come una madre benigna che offre all'uomo immaginazione e illusioni per nascondere l'infelicità, ma successivamente la considera un meccanismo cieco e crudele, indifferente alla sorte delle sue creature.

  5. Cosa rappresenta il "pessimismo cosmico" per Leopardi?
  6. Il "pessimismo cosmico" di Leopardi indica che l'infelicità umana è una condizione assoluta e universale, non legata a un momento storico specifico, ma intrinseca alla natura stessa.

  7. Qual è la "teoria del piacere" di Leopardi?
  8. La "teoria del piacere" di Leopardi sostiene che il piacere infinito è irraggiungibile nella realtà, ma può essere raggiunto tramite l'immaginazione, con la realtà immaginata che sostituisce quella vissuta.

  9. In che modo Leopardi integra la poetica dell'indefinito e della rimembranza?
  10. Leopardi integra la poetica dell'indefinito e della rimembranza sostenendo che il bello poetico risiede nel vago e indefinito, evocando sensazioni dell'infanzia, e che la poesia è il ricordo dell'adolescenza.

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