
AlmaLaurea si è cimentata in un approfondimento sulle professioni in ambito culturale, andando a scovare i dati delle facoltà umanistiche nelle quali a cinque anni dalla laurea il livello di occupati è maggiore. Questi livelli sono in crescita e in linea con le tendenze occupazionali europee: lo conferma il dato secondo cui gli occupati “culturali” in Italia sono il 2,7% del complesso degli occupati, similmente da quanto riportato dall’Istat che colloca la media Europea lievemente più in alto e pari al 2,9%. Ma quali sono quindi le lauree umanistiche più richieste e con il tasso di occupazione più alto? Scopriamolo.
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L’importanza delle lauree umanistiche in Italia
Spesso le lauree umanistiche, soprattutto in un mondo sempre più incentrato verso i nuovi sviluppi tecnologici, sono sottovalutate e considerate non così utili ai fini dell’assunzione nel mondo del lavoro. Tuttavia, bisogna sempre tenere in conto che la cultura e la creatività arricchiscono la capacità innovativa di un paese e della sua produzione industriale, soprattutto in Italia, con la grande stratificazione e eredità storica che la contraddistingue. Per questo la nostra penisola dovrebbe tendere verso questa traiettoria di sviluppo per aumentare la propria competitività sui mercati, e i laureati umanistici potrebbero essere un pezzo del puzzle per lo sviluppo dell’intera economia nazionale. Infatti non si deve dimenticare il patrimonio storico e culturale che la penisola custodisce: il Belpaese condivide con la Cina il primato per numero di beni inseriti nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco (fonte: Unesco, anno 2019): si tratta di 55 beni (50 culturali e 5 naturali).
Lauree umanistiche nel mondo del lavoro italiano
Proprio per l’alto numero di patrimoni storici e artistici presenti sul suolo italiano, le più diffuse lauree umanistiche che sono impiegate in Italia sono quelle di alto livello e a elevata specializzazione. E quindi, come sottolinea la ricerca svolta da AlmaLaurea, la variabilità delle figure è strettamente correlata al percorso disciplinare di provenienza. Quel che sembra certo è l’importanza della laurea per i professionisti della cultura e della creatività. E quindi l’alto livello di efficacia del titolo accademico diventa poi l’indice che combina la richiesta della laurea per l'esercizio della professione e l’utilizzo, nel lavoro svolto, delle competenze acquisite all'università. Parlando di dati quindi, uno studio di Symbola ha rilevato che, in Italia, il 42% degli occupati nel sistema produttivo culturale e ricreativo è laureato; si tratta di una percentuale quasi doppia rispetto agli occupati di tutti gli altri settori.E quindi ha messo in luce come investire nella cultura conviene: infatti, sembrerebbe che per ogni euro prodotto dalla cultura se ne attivano 1,8 negli altri settori satelliti.
Le lauree umanistiche che danno più lavoro
Secondo quanto riportato da Almalaurea, la variabilità del percorso di studi tra gli occupati in ambito umanistico e culturale è consistente soprattutto se si prende in esame il percorso disciplinare di provenienza. Vi sono alcune professioni, ad esempio nell’ambito della conservazione del patrimonio culturale o quelle di architetto e ingegnere edile, dove è necessario possedere un titolo di studio specifico per accedervi. All’opposto, vi sono professioni che possono essere svolte dai laureati provenienti da diversi settori disciplinari.Passando quindi ai dati, si osserva come il 93,0% degli occupati nell’ambito della conservazione del patrimonio culturale ha una laurea in ambito letterario, il 72,8% degli architetti e ingegneri edili ha una laurea in architettura (i restanti in ingegneria). Continuando a prendere in esame i professionisti del settore turistico, il 20,1% di loro ha conseguito un titolo in ambito linguistico, cui si affiancano laureati provenienti da altri percorsi: politico-sociale, economico-statistico e letterario. Anche all'interno delle professioni nell’ambito dei media e dell’intrattenimento si rileva una certa variabilità: il 36,3%, ad esempio, proviene dal gruppo letterario, ma sono ben rappresentati anche i laureati del gruppo economico-statistico. E quindi si può affermare che si rileva un livello più elevato di efficacia per le professioni che operano nella conservazione del patrimonio culturale (per l’88,8% il titolo risulta molto efficace o efficace), per gli architetti e ingegneri edili (87,0%) e per i ricercatori universitari e docenti (81,2%). All'opposto, per il settore del turismo, cui come si è visto, approdano laureati di tanti ambiti disciplinari, si rileva un minore livello di efficacia (18,6%); livelli di efficacia apprezzabilmente inferiori alla media si rilevano anche per le professioni nell’ambito dei media e dell’intrattenimento (34,1%) e per gli artisti (39,6%).
Quanto guadagnano i laureati in area umanistica in Italia?
Inoltre, AlmaLaurea ha analizzato anche gli stipendi dei laureati in discipline umanistiche e ha quindi osservato come la retribuzione mensile netta è in media pari, per i professionisti occupati a cinque anni dal titolo in ambito culturale, a 1.408 euro, un valore inferiore a quello rilevato per il complesso dei laureati, pari a 1.499 euro. Le retribuzioni più elevate sono percepite dai professionisti nell’ambito della tutela ambientale (1.480 euro netti mensili) e dagli architetti e ingegneri edili (1.470 euro). Sono invece sensibilmente inferiori alla media le retribuzioni di chi opera nell’ambito della promozione e della conservazione del patrimonio culturale (1.140 e 1.245 euro, rispettivamente) e di chi è inserito nel settore del turismo (1.293 euro). Infine lo studio ha osservato che i laureati occupati in ambito culturale mostrano un cv più ricco di esperienze maturate nel corso degli studi universitari.Lucilla Tomassi