
La crisi investe un po’ tutti i settori e anche facoltà un tempo solide trovano parecchi disoccupati tra i propri laureati. Ecco i 5 indirizzi che conservano ancora buone possibilità d’impiego, secondo i dati annuali di Almalaurea
Studiare ciò che si ama è sempre importante, ma non tutte le lauree hanno lo stesso valore. Lo sappiamo. In un periodo in cui le difficoltà economiche globali sono importanti, diventa sempre più importante capire sin da subito il proprio percorso di vita. Il problema è che bisogna fare i conti anche con il prestigio della facoltà prescelta. Secondo i dati riportati da Almalaurea, sono ben 5 le lauree che tendono a darti maggiori opportunità di lavoro dopo il periodo di studio.Migliori Università per trovare lavoro nel 2018
La situazione degli universitari che cercano lavoro in questo 2017/2018 è sempre molto critica. QS ha però pubblicato una classifica delle miglior università per trovare lavoro nel 2018 e ben 14 atenei sono italiani.Questa che trovi di seguito è la classifica del 2015 se vuoi sapere tutto sulle università migliori dove trovare lavoro nel 2018 leggi qui:
Medicina
Anche quando la crisi si fa più acuta, gli indirizzi di studio sanitari mantengono imperterriti la fama di lauree che danno quasi totale garanzia d’impiego: secondo gli ultimi dati annuali pubblicati da Almalaurea, il principale organo di monitoraggio riguardante il mondo universitario e i suoi sbocchi professionali, le facoltà di Medicina e affini presentano una percentuale d’occupazione elevatissima a cinque anni dal conseguimento del titolo accademico (97%). Buona anche la retribuzione, mediamente più alta di circa 200 euro rispetto a tutti gli altri corsi di studio (circa 1.600 euro mensili percepiti).
Se i 200 euro in più in busta paga sono spesso frutto del “bonus” durante la specializzazione (che ammonta appunto a tale cifra), ancora in corso nel periodo preso in esame, rimane innegabile come gli indirizzi sanitari risultino sempre e comunque estremamente vantaggiosi in ottica di occupazione e retribuzione: questo per la presenza costante del numero chiuso per l’iscrizione ai corsi, che permette di mantenere costante il rapporto tra domanda e offerta di nuovi dottori. Non a caso quindi i test d’ingresso vengono puntualmente presi d’assalto, tanto da escludere ormai circa la metà delle domande ricevute.
Ingegneria
Altro baluardo dell’occupazione sicura, il luogo comune viene anche in questo caso confermato da Almalaurea, che indica un ottimo tasso d’impiego già ad un anno dalla laurea (65%), per poi raggiungere livelli prossimi a quelli delle sanitarie entro i cinque anni (95%).
Le note difficoltà e rigore dell’indirizzo sono dunque palesemente compensate dalle ottime conseguenze occupazionali, che possono anche vantare la busta paga media più pesante in circolazione, sempre a 5 anni dal termine degli studi: ben 1.700 euro circa, addirittura un terzo in più rispetto agli occupati provenienti dai corsi umanistici. La “fuga dei cervelli”, in questo caso in campo ingegneristico, non è quindi dovuta a condizioni sfavorevoli in assoluto nel Belpaese, quanto a trattamenti addirittura migliori all’estero: i colleghi tedeschi ad esempio si trovano infatti a guadagnare, in media, dai 4 ai 5000 euro mensili.
Economia
Nonostante i tantissimi iscritti (introdotti di recente i test d’ingresso anche in questo settore), anche la facoltà di Economia continua a tener fede all’idea diffusa di offrire buone possibilità di lavoro, in particolar modo per quanto riguarda le branchie di ambito economico-statistico.
Rispetto alle sanitarie e al settore ingegneristico, ad Economia risultano leggermente più bassi sia il tasso d’occupazione ai cinque anni (90%), sia lo stipendio medio percepito (poco meno di 1500 euro), i quali comunque come si vede si mantengono su standard tutt’altro che disprezzabili.
Chimica
In un Paese in cui la ricerca scientifica non sempre viene adeguatamente appoggiata e finanziata come l’Italia, si potrebbe pensare che i settori interessati non trovino allo stesso modo un adeguato sbocco professionale; Almalaurea invece ci informa che non è così, raccogliendo dati che pongono i neo-laureati di ambito scientifico, e in particolar modo nel settore chimico e farmacologico, su livelli prossimi se non superiori ai colleghi di Economia.
Quest’ambito di studi infatti presenta lo stesso tasso d’occupazione degli economisti (90% dopo i soliti cinque anni) e mensilità appena inferiori (1.474 euro medi in busta paga). La ricerca insomma paga anche in Italia, per quanto valga ancora il discorso fatto per Ingegneria: con moltissimi Paesi sempre alla ricerca di figure professionali specializzate anche in questo ambito, e in grado di offrire condizioni molto migliori alle nostre, l’impiego all’estero pare infatti risultare comunque più vantaggioso.
Scienze
Chiudiamo la classifica con un’altra parziale sorpresa: sempre secondo i dati Almalaurea, anche le facoltà scientifiche “pure”, come Matematica e Fisica, offrono una possibilità d’ingresso nel mondo del lavoro più che soddisfacente. Ben l’88% dei laureati in questo settore dopo un quinquennio è occupato, guadagnando anche un centinaio di euro in più della media degli stipendi per i laureati magistrali (1.471 euro netti mensili): dati che rendono l’intero settore scientifico piuttosto appetibile, a dispetto di radicati luoghi comuni che vedrebbero spesso queste facoltà come limitanti nel mondo lavorativo.
Sono dunque queste le 5 facoltà che Almalaurea pone ai primi posti per vantaggi occupazionali e retributivi. Nell’importante momento della scelta dell’università, bisognerà scegliere un settore che piaccia e per cui si sia portati; ma sarà bene tenere comunque un occhio anche su questa classifica…