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Stupro scoperto grazie a un tema su Giulia Cecchettin, la prof salva la studentessaTutto è partito da un compito in classe, e da quel momento si è aperta una voragine sotto i piedi di due famiglie, quella della vittima e quella del carnefice. La storia è purtroppo di quelle già note e che ancora troppo spesso continuano a sentirsi: un ragazzo (anche se in questo caso sarebbe più corretto parlare di ragazzino, visti i suoi 16 anni) che non accetta di essere lasciato, e allora si fa violento, arrivando persino a costringere la fidanzata a un rapporto sessuale contro la sua volontà.

E poi la violenza psicologica, tra pedinamenti e continui messaggi WhatsApp che non lasciano tregua. Tutto questo viene messo nero su bianco su un tema di italiano sulla morte di Giulia Cecchettin, la 22enne vittima del suo ex fidanzato, ormai simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. E le parole della ragazza subito hanno allarmato la docente, che ha quindi portato il tema all’attenzione della psicologa e della famiglia. Ora il ragazzo, che frequenta la stessa scuola ma in un’altra classe, è accusato di aver sottoposto a una serie di violenze di natura sia fisica che psicologica quella che è stata la sua fidanzata fino allo scorso 10 ottobre.

Il tema come campanello di allarme

È successo in un istituto professionale della provincia di Latina. Stando a quanto è stato raccolto dai militari di Formia, riporta ‘Il Messaggero’, gli eventi risalgono all’indomani della morte di Giulia Cecchettin, quando la ragazza aveva esternato il suo stato d’animo in una verifica di italiano. Per farlo aveva ricorso alla terza persona singolare, quasi per prendere le distanze, quasi a rendere tutto più teorico e astratto, lontano dalla sua pelle. La studentessa, fa sapere ‘Il Messaggero’, avrebbe scritto che l’amore è cosa ben differente dall’essere pedinata, minacciata e dall’essere costretta a rapporti sessuali contro la propria volontà, oltretutto ripresi da video con il cellulare. Un segnale d’allarme lampante, che immediatamente è stato colto dall’insegnante che ha sottoposto la verifica alla preside. Da qui l’intervento della psicologa, la comunicazione ai genitori e il coinvolgimento dei carabinieri.

Le accuse: violenza sessuale e atti persecutori

Sul giovane pendono le accuse di violenza sessuale e atti persecutori per cui è stata emessa la misura cautelare dal Tribunale dei Minori di Roma. Ascoltato dal giudice, però, il 16enne ha raccontato la sua versione negando gran parte delle accuse, in modo particolare quella di violenza sessuale, e cioè di aver costretto la ragazza a dei rapporti non consensuali. Come fa sapere ‘Il Messaggero’, il ragazzo ha sottolineato che erano “fidanzati in casa” e che la sua è stata una semplice gelosia. Di tutt’altro avviso la Procura, che per il momento ha emanato la misura cautelare valutando il comportamento del 16enne come “offensivo, denigratorio e minaccioso” nei confronti della ragazza, che ha vissuto - come emerso da una relazione della dirigente scolastica - “un perdurante e grave stato di paura al di fuori del contesto scolastico al punto da far alterare alla vittima le proprie abitudini di vita e a farle perdere tutte le amicizie”.