
E poi la violenza psicologica, tra pedinamenti e continui messaggi WhatsApp che non lasciano tregua. Tutto questo viene messo nero su bianco su un tema di italiano sulla morte di Giulia Cecchettin, la 22enne vittima del suo ex fidanzato, ormai simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. E le parole della ragazza subito hanno allarmato la docente, che ha quindi portato il tema all’attenzione della psicologa e della famiglia. Ora il ragazzo, che frequenta la stessa scuola ma in un’altra classe, è accusato di aver sottoposto a una serie di violenze di natura sia fisica che psicologica quella che è stata la sua fidanzata fino allo scorso 10 ottobre.
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Il tema come campanello di allarme
È successo in un istituto professionale della provincia di Latina. Stando a quanto è stato raccolto dai militari di Formia, riporta ‘Il Messaggero’, gli eventi risalgono all’indomani della morte di Giulia Cecchettin, quando la ragazza aveva esternato il suo stato d’animo in una verifica di italiano. Per farlo aveva ricorso alla terza persona singolare, quasi per prendere le distanze, quasi a rendere tutto più teorico e astratto, lontano dalla sua pelle. La studentessa, fa sapere ‘Il Messaggero’, avrebbe scritto che l’amore è cosa ben differente dall’essere pedinata, minacciata e dall’essere costretta a rapporti sessuali contro la propria volontà, oltretutto ripresi da video con il cellulare. Un segnale d’allarme lampante, che immediatamente è stato colto dall’insegnante che ha sottoposto la verifica alla preside. Da qui l’intervento della psicologa, la comunicazione ai genitori e il coinvolgimento dei carabinieri.