
Fonte foto: via Instagram @tananaimusica
Nella vita, prima del grande boom fatto con la musica, Alberto Cotta Ramusino, il suo vero nome all'anagrafe, ha fatto i conti con situazioni che lo hanno fatto soffrire, forgiandolo inesorabilmente e rendendolo un irrefrenabile ottimista. A scuola ha vissuto il bullismo, poi ha scoperto la musica e ha lasciato la facoltà di architettura, troppo "coercitiva" per uno come lui. Al Corriere della Sera il cantautore milanese si è raccontato, svelando anche tratti della sua adolescenza sconosciuti ai più. In particolare, ecco che scuola ha fatto Tananai e perché ha scelto di abbandonare gli studi dopo il diploma.
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Tananai: il bullismo vissuto a scuola, poi il riscatto grazie alla musica
Nato a Milano l’8 maggio 1995, da bambino Alberto era particolarmente vivace, tanto che il nonno gli diceva sempre "Sei proprio un Tananai", un appellativo dialettale per definire una persona che crea "gran confusione" e che è poi diventato il suo nome d'arte che lo rappresenta, ancora oggi, a pieno. "Mi chiamava così, non ero un tranquillo, facevo sempre suonare i bicchieri con le forchette. È morto quando avevo 7 anni, il nome d’arte è un omaggio all’unico in famiglia che non sono riuscito a stressare con la mia musica". Poi l'adolescenza vissuta nella periferia di Cologno Monzese dove ha conosciuto anche il bullismo quando, con qualche chilo in più, veniva definito "ciccione". Per qualche mese - a causa di un problema al ginocchio che lo ha costretto a stare su una carrozzina - ha persino deciso di non andare a scuola per paura dei giudizi dei compagni. Poi le superiori e l'università: ha frequentato il Liceo Scientifico e ha scelto la facoltà di Architettura, successivamente abbandonata. "Ho lasciato per la musica - ha raccontato al Corriere - ma sarei stato un architetto mediocre. L’architettura è coercitiva, ti costringe a guardare le opere anche se non vuoi".