
E, nella mattinata di oggi, le condizioni del Cavaliere si sono aggravate: raggiunto dai figli è morto circondato dai suoi cari. Con lui se ne va via un pezzo di storia italiana degli ultimi 30 anni: ripercorriamo allora le tappe salienti della vita di un uomo che, nel bene o nel male, ha cambiato il volto del nostro Paese.
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L'attività imprenditoriale di Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi è nato a Milano il 29 settembre 1936. L'inizio della sua carriera imprenditoriale è votato all'edilizia ma i primi risultati arrivano in seguito alla fondazione di Fininvest, società finanziaria creata nel 1975. Nel 1993 poi in parallelo alla nascita di Mediaset, gruppo di produzione multimediale che annovera anche Mondadori - Berlusconi decide di scendere in politica. Berlusconi è stato a capo di un vero e proprio impero imprenditoriale. Oltre ad avere praticamente dato i natali alla televisione commerciale italiana - partì da Canale5 negli anni '70, per poi ampliare con Rete 4 e Italia 1 nel 1982, e via dicendo - le sue attività spaziano ancora oggi dall’editoria allo sport (sue le squadre del Milan prima, del Monza poi), dall’immobiliare alla finanza, fino alla pubblicità.
Il Berlusconi politico
Già vicino negli anni precedenti al Partito Socialista Italiano guidato da Bettino Craxi, Berlusconi fonda nel 1994 Forza Italia, partito oggi facente parte dell'esecutivo nazionale. Durante la carriera politica Silvio Berlusconi ha ricoperto il ruolo di Presidente del Consiglio per ben quattro volte: il primo nella XII legislatura (1994-1995), due consecutivi nella XIV (2001-2005 e 2005-2006) e, infine, nella XVI (2008-2011). Nel 2021 Berlusconi è il sesto uomo più ricco d’Italia e il 318º più ricco del mondo. Nel 2009, Forbes lo aveva classificato 12º nella sua lista delle persone più potenti del mondo per il ruolo assunto nella politica italiana.
L'obiettivo di Berlusconi, come più volte rivelato da lui stesso, era quello di stimolare l'economia italiana, favorendone la crescita con politiche di liberalizzazione e deregolamentazione. Tutte le sue riforme furono oggetto di critiche e dibattiti: non mancavano i detrattori di Berlusconi, critici circa misure che – a loro dire – favorivano gli interessi dei ricchi e delle grandi imprese, a discapito dei ceti meno abbienti. Dall'altra parte c'era chi non esitava ad osannare il Presidente del Consiglio ritenendo le riforme volte a migliorare l'imprenditorialità e, quindi, a rilanciare l'economia italiana.
Tutti questi procedimenti giudiziari hanno scosso la politica italiana e hanno sollevato non pochi interrogativi sulla moralità e l’integrità di Berlusconi come leader politico. In realtà tra i critici di Berlusconi già da tempo si faceva strada l'idea che non fosse l'uomo giusto per guidare il Paese: la sua influenza sui media e il suo controllo sui mezzi di comunicazione era vista da molti come un conflitto d'interessi. Dall'altra sponda, Berlusconi e suoi facevano quadrato ad ogni attacco: il Presidente del Consiglio non esitò a tacciare più volte la magistratura italiana di 'comunismo', utilizzando la ormai famosa espressione delle “toghe rosse”.