
La sua opera più celebre è “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, romanzo pubblicato nel 1984 e diventato un vero e proprio caso editoriale, che rimarrà impresso nella storia della letteratura.
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Chi era Milan Kundera
Nato a Brno il primo aprile 1929, Milan Kundera è stato uno scrittore, poeta, saggista e drammaturgo francese. Molto noto anche in Italia, dal 1985 entrò a far parte del catalogo Adelphi, la rinomata casa editrice milanese.Intellettuale di fama internazionale, Kundera fin da giovane si interessò al mondo dell’arte. Figlio di un pianista, si dedicò alla musica, più nello specifico al jazz, e poi alla poesia, al teatro e alla scrittura di romanzi e saggi. Per quanto riguarda la sua formazione, si laureò alla Scuola di Cinema di Praga.
Una data significativa per la vita dello scrittore è sicuramente il 1968, quando si schierò dalla parte della cosiddetta “Primavera di Praga”. Posizione che lo costrinse ad abbandonare il suo lavoro da docente. Personaggio fuori dagli schemi lo è sempre stato e lo rimarrà fino alla fine. Già nel 1948, quando era appena uno studente, era infatti andato incontro all’espulsione dal Partito Comunista a causa di alcune critiche. Circostanza che si verificò nuovamente nel 1970. Nel 1975 emigrò infine in Francia, dove è rimasto fino alla fine dei suoi giorni.
La scrittura di Milan Kundera
Dopo la pubblicazione di tre volumi di poesia, con i primi due fortemente ancorati alla realtà politica dell'epoca, Milan Kundera si avvicina al teatro con una pièce che sembra riflettersi nel pensiero sartriano. Suo è sempre un saggio sulla prosa di Vladislav Vančura.È a partire dal 1963 che Kundera inizia a riscuotere un certo successo con il primo dei tre volumi di racconti noti come “Amori ridicoli”, che in seguito verranno riuniti in un unico volume, nel 1970. Racconti notevoli per la loro satira pungente e corrosiva. Tuttavia, il vero punto di svolta arriva con il suo primo romanzo, “Lo scherzo”, pubblicato nel 1967, durante il periodo di profondi cambiamenti in Cecoslovacchia, noto come “Primavera di Praga”. Il libro è una cruda ricostruzione della realtà cecoslovacca del secondo dopoguerra e gli fa guadagnare il prestigioso premio dell'Unione degli Scrittori Cechi.
Kundera torna al teatro con tre opere, di cui l'ultima è “Jacques e il suo padrone”, una variazione del famoso “Jacques il Fatalista” di Denis Diderot. Ma il suo interesse principale si rivolge soprattutto al genere del romanzo e della saggistica, che riuscirà a fondere insieme nel suo marchio di fabbrica. Nei suoi romanzi successivi, soprattutto quelli scritti durante il periodo francese, Kundera sviluppa infatti uno stile personale definito proprio come “romanzo-saggio”. In queste opere, lo scrittore alterna elementi tipicamente narrativi a vere e proprie parentesi saggistiche. Tra queste ricordiamo per esempio: “La lentezza”, “L'identità”, “L'ignoranza”.