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riforma premieratoSecondo la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ”è la madre di tutte le riforme”. Di recente il Consiglio dei Ministri ha approvato all'unanimità il disegno di legge costituzionale che mira a istituire l'elezione diretta del Capo del Governo.
fonte foto: via la Repubblica

Come sappiamo, ad oggi, la Costituzione prevede che alle elezioni politiche i cittadini eleggano i membri del Parlamento: a loro volta deputati e senatori danno il loro sostegno a una maggioranza di governo e, di riflesso, al Presidente del Consiglio. Con la nuova riforma, invece, sarebbero proprio gli aventi diritto al voto a eleggere, in maniera diretta, il Primo Ministro.

Approvato dal Consiglio dei Ministri, adesso il disegno di legge dovrà superare l'esame delle Camere. Si tratta di un iter lungo, che potrebbe durare diversi mesi e portare significativi cambiamenti al testo per come lo conosciamo nel presente: vediamo intanto cosa prevede la riforma dell'esecutivo Meloni e cosa intendiamo con 'premierato'.

Che cos'è il Premierato di Giorgia Meloni e quali sono i modelli in Europa

Partiamo mettendo i puntini sulle 'i'. In Italia siamo soliti usare spesso il termine 'Premier' – dal francere 'premier' (primo), quando parliamo del Presidente del Consiglio. Una consuetudine che nel tempo si è rafforzata anche per via del fatto che in passato il nome del candidato alla Presidenza del Consiglio era noto prima ancora di recarsi alle urne. E' successo diverse molte, specie tra il 1994 e il 2008, quando le coalizioni proponevano, prima ancora della formazione delle Camere, un nome per la prima poltrona dell'esecutivo: all'epoca si trattava di Romano Prodi o Silvio Berlusconi, per esempio. Ma, come anticipato, in Italia non si elegge il Governo, bensì i membri del Parlamento. Questo perché l'Italia è – dal dopoguerra – una Repubblica Parlamentare.

Quando utilizziamo il termine Premier per rivolgerci al Presidente del Consiglio, di fatto ne facciamo un uso improprio. Perché si tratta di una figura politica ben delineata, come ad esempio il Premier britannico, ossia il Primo Ministro inglese: una figura con poteri e funzioni diverse dal nostro Presidente del Consiglio e non prevista nel sistema istituzionale italiano. In Europa ricopre una posizione di rilievo laddove esiste ancora la monarchia, come in Spagna e in Inghilterra, garantendo un raccordo tra regnanti e politica. In Francia, invece, il Primo Ministro ha un peso decisamente marginale rispetto a quello del Presidente della Repubblica (per intenderci, Emmanuel Màcron è Presidente della Repubblica non Primo Ministro). Non esiste invece in Germania (dove il capo del governo si chiama Cancelliere/a) o negli Stati Uniti, dove il presidente riveste al tempo stesso le funzioni di capo del Governo e capo dello Stato (repubblica presidenziale).

C'è da dire che negli ultimi anni la consuetudine politica ha fatto sì che il ruolo del Presidente del Consiglio diventasse sempre più centrale. Forse per via delle forti personalità che hanno varcato le porte di Palazzo Chigi, o forse per la larga maggioranza parlamentare, come nel caso dell'attuale Governo: basti pensare che nel primo anno di Governo Meloni, oltre il 70% delle leggi promulgate è nato da un'iniziativa del Governo (fonte 'Openpolis'), confermando la tendenza ad accentrare la produzione legislativa nelle mani dell'esecutivo. La riforma pensata da Giorgia Meloni intende instaurare un premierato non solo nella sostanza, come lo è oggi, ma anche nella forma. Lo scopo è quello di rafforzare il ruolo del Presidente del Consiglio, tramite una preferenza diretta da parte dei votanti.

La riforma sul premierato spiegata in cinque punti

Il fatto che siano i cittadini ad eleggere direttamente il capo di Governo, secondo Meloni, garantirebbe maggiore stabilità agli esecutivi: "La riforma costituzionale ha l'obiettivo di rafforzare la stabilità dei governi, consentendo l'attuazione di indirizzi politici di medio-lungo periodo; consolidare il principio democratico, valorizzando il ruolo del corpo elettorale nella determinazione dell'indirizzo politico della nazione; favorire la coesione degli schieramenti elettorali; evitare il transfughismo e il trasformismo parlamentare" si legge nel comunicato diffuso da Palazzo Chigi.
E sono principalmente cinque i punti cardine di questa riforma:

  • Elezione diretta del capo del Governo: La riforma introduce una novità per il ruolo del Presidente del Consiglio: ossia ”un meccanismo di legittimazione democratica diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, eletto a suffragio universale con apposita votazione popolare che si svolge contestualmente alle elezioni per le Camere, mediante una medesima scheda”. Ciò significa che i cittadini potranno indicare, su una singola scheda, sia i membri delle Camere che l'eventuale capo del Governo. E' previsto inoltre che questo venga eletto nella Camera per cui ha concorso alle elezioni, diventando così anche un parlamentare a tutti gli effetti.
  • Stabilità degli esecutivi: Un sistema in cui il Presidente del Consiglio ha il potere di revocare i ministri a suo piacimento, quello ideato dal centrodestra. Il disegno di legge fissa a cinque anni la durata dell'incarico del Presidente del Consiglio ”favorendo la stabilità del Governo e dell'indirizzo politico”. A questo scopo, in fase di composizione del nuovo Parlamento, è prevista l'assegnazione di un premio elettorale che ”assicuri al partito o alla coalizione di partiti collegati al Presidente del Consiglio il 55 per cento dei seggi parlamentari, in modo da assicurare la governabilità". Su questo fronte viene inoltre preventivata la sfiducia costruttiva, cioè l'impossibilità per le Camere di sfiduciare un governo se contestualmente non viene accordata la fiducia a un altro esecutivo.
  • La norma anti – ribaltone: Un altro punto marcato è la cosiddetta norma anti-ribaltone. Questa si basa sull'intento di garantire ”il rispetto del voto popolare e la continuità del mandato elettorale conferito dagli elettori, prevedendo che il Presidente del Consiglio dei ministri in carica possa essere sostituito solo da un parlamentare della maggioranza e solo al fine di proseguire nell'attuazione del medesimo programma di Governo”. Spiegato in parole semplici, la riforma punta a mettere la parola fine ai famigerati governi 'tecnici': qualora, infatti, il Presidente venisse sfiduciato, il successore potrà essere scelto solo nella politica e, in particolare, da ricercare tra i partiti che sostengono la maggioranza di Governo.
  • Abolizione dei senatori a vita: E, poi, la riforma "supera la categoria dei senatori a vita di nomina del Presidente della Repubblica, precisando che i senatori a vita già nominati restano comunque in carica", ma che non ve ne saranno di nuovi.
  • Come cambia il ruolo del Presidente della Repubblica: Chi in tutto ciò ne esce un po' indebolito sarà il Presidente della Repubblica. Questo, infatti, secondo l'attuale bozza perderebbe il potere di scioglimento delle Camere; di contro, manterrebbe la prerogativa sulle nomine dei Ministri.
  • Differenza tra Premierato e Presidenzialismo

    In tutto il mondo l'unico esperimento di Premierato, inteso proprio come elezione diretta del capo di Governo, conosciuto ad oggi è stato messo in pratica in Israele nel 1992. Una stagione durata appena 10 anni, e abbandonata nel 2002 per via della forte instabilità nel governare. Va precisato che quando parliamo di Premierato non ci si deve confondere con il Presidenzialismo.

    Quest'ultimo sistema, preferito di Giorgia Meloni che non ha mai fatto segreto di guardarlo con ispirazione, si basa sulle separazione tra potere legislativo ed esecutivo, concentrato nelle mani del Presidente della Repubblica, eletto direttamente dal popolo. Ne esistono di diversi tipi, da quello americano - dove non c'è rapporto di fiducia tra il capo dello Stato (il Presidente) e le Camere, a quello francese. Anche se, nel caso oltralpe, è più corretto parlare di semi-presidenzialismo: un sistema dove i leader di partito competono per la carica di Presidente della Repubblica, che poi è il vero capo dell'esecutivo mentre il Primo Ministro è in pratica un esecutore.

    Data pubblicazione 10 Novembre 2023, Ore 10:11 Data aggiornamento 10 Novembre 2023, Ore 10:16
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