
Peccato però che dall'altro capo della cornetta ci fossero due comici russi, Vovan (Vladimir Kuznetsov) e Lexus (Alexey Stolyarov), capaci di raggirare la diplomazia di Palazzo Chigi e di intrattenersi al telefono con la Premier per oltre un quarto d'ora.
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Due comici russi 'bucano' la sicurezza diplomatica di Palazzo Chigi
C'è da sottolineare che il duo russo, specializzato in burle telefoniche, aveva già colpito in precedenza nomi illustri, come il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Màcron, o l'ex cancelliera Angela Merkel, anche se quest'ultima non era nell'esercizio delle sue funzioni quando cadde nella trappola dei comici. Nonostante questo, non mancano le polemiche nelle ultime ore, con la Presidente del Consiglio nel mirino delle opposizioni che giudicano il fatto come una vera e propria figuraccia internazionale.
L'episodio risale allo scorso 18 settembre, alla vigilia dell'Assemblea ONU che avrebbe visto Giorgia Meloni dialogare con diversi leader africani: ”L'Ufficio del Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio dei Ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore che si è spacciato per il presidente della Commissione dell'Unione Africana e che è stato messo in contatto telefonico con il presidente Meloni. L'episodio è avvenuto il giorno 18 settembre nel contesto dell'intenso impegno sviluppato in quelle ore dal Presidente Meloni per rafforzare i rapporti con i leader africani con i quali ha avuto importanti incontri a margine dell'Assemblea Generale dell'Onu tra il 19 e il 21 settembre” si legge in una nota pubblicata da Palazzo Chigi, quando ormai il video aveva preso la strada del virale sul web.
Lo scherzo telefonico a Giorgia Meloni
Dagli audio sembrerebbe proprio che la Premier non abbia riconosciuto la 'truffa'. Tant'è che si è lasciata andare su diversi argomenti, dal conflitto in Ucraina all'immobilismo europeo, dalla Francia alla questione in Niger, seppur mantenendo sempre la linea già da tempo espressa pubblicamente. Come riportano diversi organi di stampa, i due comici russi si sarebbero spacciati per un politico di alto rango di un Paese africano. Al telefono il presunto presidente africano si è lamentato del fatto che l’Africa non possa chiedere aiuto alle organizzazioni europee, perché “tutti i soldi della Ue vanno all’Ucraina”.Meloni si è detta d’accordo e ha commentato: “Il problema è trovare una soluzione che sia accettabile per entrambe le parti, senza violare il diritto internazionale. Ho alcune idee su come gestire questa situazione, ma sto aspettando il momento giusto per provare a presentare queste idee. La controffensiva dell'Ucraina non sta andando come ci si aspettava e non ha cambiato il destino del conflitto, tutti capiscono che potrebbe durare molti anni se non cerchiamo di trovare una soluzione". In ogni caso, aggiunge la premier, gli ucraini "stanno facendo quello che devono fare, quello che è giusto fare, e noi cerchiamo di aiutarli”.
Nella conversazione si è parlato poi anche di Europa e migranti: ”L'Europa ha pensato per un sacco di tempo che poteva risolvere il problema limitandolo all'Italia. Quello che non capiscono è che è impossibile. La dimensione di questo fenomeno è tale che coinvolge non solo la Ue, ma a mio parere anche l'Onu. Il problema è che gli altri non se ne curano e tutti concordano che l'Italia deve risolvere questo problema da sola” ha detto Giorgia Meloni al suo interlocutore.
”La situazione è molto difficile per noi - continua Meloni, convinta di interagire con un'autorità africana -, dall'inizio dell'anno abbiamo avuto circa 120mila arrivi, per la maggior parte dalla Tunisia. Quello che non capiscono in Europa è che non è possibile che il problema sia risolto solo dall'Italia. Riguarda l'Unione europea ma anche le Nazioni Unite. Il problema è che agli altri non interessa, non rispondono al telefono”.
”Il problema è che per noi è impossibile integrare questi migranti. L'Ue lo comprende nelle conclusioni del Consiglio Europeo e nelle parole di Ursula von der Leyen ma poi quando chiedi loro di stanziare i soldi per investire in questi Paesi tutto diventa più difficile, per dire la verità. Questo vale anche per quanto riguarda il memorandum firmato con la Tunisia a luglio, il presidente Saied non ha ancora vista un euro”, aggiunge il Primo Ministro italiano.
Infine, dalle parole della Premier traspare un certo nervosismo quando nel dialogo viene tirata in ballo la Francia. E' proprio lei a rivolgere una domanda al presunto funzionario africano: ”Posso chiederle una cosa che rimanga tra noi, pensa che quello che sta succedendo in Niger sia contro la Francia? Io vedo che la Francia sta premendo per una sorta di intervento. Io sto cercando di capire come possiamo sostenere uno sforzo diplomatico”. E poi aggiunge che i francesi hanno interessi diversi nell'area: “Il loro punto di vista è diverso dal mio. Per questo diciamo loro che dobbiamo evitare situazioni che potrebbero creare più problemi di quelli che già abbiamo”.