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Dall’alba di oggi, 7 marzo, i bombardamenti hanno ricominciato a prendere di mira le grandi città, con violenze registrate nelle periferie di Kiev, Mariupol, Kharkiv e Mykolaiv, di importanza strategica per le truppe russe. Infatti Mykolaiv è sempre stata una città estremamente rilevante per la sua posizione sul Mar Nero, oltre che ultima resistenza che i russi incontrerebbero sulla strada verso Odessa, vero obiettivo dell’armata di Putin secondo molti osservatori. Ma come mai quella città suscita così tanto interesse?
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Odessa prossimo bersaglio russo? Si teme per l’ultimo sbocco sul Mar Nero dell’Ucraina
Dunque, l’intensificarsi degli sforzi russi per prendere Mikolayiv, uno dei tre porti più grandi dell'Ucraina è ormai palese, con i bombardamenti che vanno avanti dalle prime ore del giorno. Questa città è uno degli ultimi ostacoli che le truppe russe troveranno continuando la loro marcia a ovest, costeggiando il Mar Nero. L'Ucraina è riuscita a resistere per undici giorni, infliggendo perdite significative al nemico, ma non si sa per quanto ancora Mikolayiv sarà in grado di mantenere la propria posizione.L'eventuale caduta di Mikolayiv, secondo la maggior parte degli analisti geopolitici che sono intervenuti nel dibattito, è il preludio della prossima battaglia che si aprirà proprio a Odessa, per il controllo della città.
Quindi, mentre da un lato l'avanzata russa partita dalla Crimea occupata si è dapprima rivolta a est per collegare il territorio già filorusso con i separatisti russi per impadronirsi del porto di Mariupol nel Mar d'Azov, dall’altro lato si marcia anche verso ovest per prendere il controllo dell’intera fascia costiera su suolo ucraino.
La presa di Mariupol permetterebbe a Mosca di controllare l'intera costa nord del Mar d'Azov, mentre la caduta di Odessa permetterebbe lo stesso ma su un mare molto più importante: il Mar Nero. È quindi facilmente intuibile che dopo Mariupol, l'obiettivo di Putin sia quello di far cadere dapprima Mikolayiv, per poi procedere verso Odessa, garantendo così la contiguità territoriale con la Crimea.
Infatti un notevole dispiegamento di forze si è diretto anche a ovest, a Kherson, sulla strada verso Odessa. La città è inoltre vicina al confine con la Moldova, territorio che teme anch’esso uno sconfinamento da parte delle forze russe se queste ultime dovessero raggiungere la frontiera tra Ucraina e la regione contesa della Transnistria.
Odessa: la storia di una città di importanza fondamentale
Non va quindi sottovalutata l’importanza storica e tuttora strategica rappresentata da Odessa, il più grande porto marittimo dell'Ucraina. Infatti è il 70% delle esportazioni dell’intero Stato che passa attraverso quella porta sul mare. Se i russi conquistassero Odessa, insieme ad altre città portuali del sud, l'Ucraina nei fatti diventerebbe un Paese senza sbocco sul mare.Inoltre Odessa è un simbolo oltre che economico, anche storico. Fu luogo di fondazione di due colonie greche, Tyras e Olbia Pontica. Terra da sempre attraversata dai popoli migratori a partire dal III secolo d.C., la cui fondazione però, nel 1794, si attribuisce all'Impero russo nel territorio perso dall'Impero ottomano nel 1792. Nel 1819 Odessa divenne un porto franco e tale rimase fino al 1879, affermandosi in questo periodo come importante centro di scambi commerciali e zona di transito tra Europa e Asia. Sebbene non sia militarmente significativa come la penisola di Crimea, per le mire imperiali del presidente russo Vladimir Putin la regione lungo il Mar Nero con "capoluogo" Odessa è centrale, riporta Today.
Odessa oggi: contesa tra Russia e Ucraina
Infatti, come le regioni orientali di Donetsk e Luhansk, le due repubbliche dichiaratesi indipendenti dall'Ucraina, Odessa è anch'essa stata teatro di una rivolta separatista sostenuta dalla Russia che ha cercato di creare uno stato indipendente. Nel 2014 gruppi filo-russi si sono scontrati con i sostenitori della cosiddetta rivoluzione Maidan, provocando 48 morti. Tutte le vittime tranne due erano filo-russi e 42 morirono quando un edificio, il palazzo dei sindacati, in cui uomini e donne si erano nascosti, fu dato alle fiamme. Non è quindi azzardato affermare che Odessa ospita una numerosa popolazione di residenti filo-russi.Today riporta come, alcuni giorni prima dell'inizio dell'invasione, Putin aveva lanciato una minaccia proprio contro coloro che avevano appiccato quell'incendio, suggerendo che Odessa fosse realmente centrale nei suoi pensieri: "I criminali che hanno commesso questo atto malvagio non sono stati puniti", aveva detto. "Nessuno li cerca, ma li conosciamo per nome".
Dunque ora, sebbene Odessa non abbia subito intensi bombardamenti come avvenuto in altre città, si sono verificati comunque sporadici attacchi di razzi. Odessa, quindi, si prepara a resistere con ogni mezzo a disposizione, come testimoniano le immagini che circolano di molotov distribuite alle milizie. Ma le forze in campo sono molto più squilibrate che al Nord del Paese, il che fa temere il peggio, come lo stesso Zelensky sembra aver presagito.