
Nell’anno accademico 2019/2020 il trend delle iscrizioni, così come accaduto l’anno precedente, ha registrato il segno positivo. Dopo infatti il dato legato al 2013/2014, il più basso in assoluto per quanto riguarda le immatricolazioni, dal 2015 la situazione sta sensibilmente migliorando di anno in anno. Ma vediamo nel dettaglio questo interessante fenomeno.
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Le iscrizioni universitarie continuano a migliorare anche nel 2020
Le nuove matricole, dopo un importante calo, iniziato nell’anno accademico 2003/2004, e culminato nel 2014, con il totale di nuovi iscritti che si attestò a solamente 250.000 unità, sta iniziando nuovamente a salire e a raggiungere gli standard a cui il nostro Paese era abituato prima della crisi del 2008. Infatti, dopo che nel 2019 gli atenei italiani hanno raggiunto nuovamente la cifra delle 300.000 nuove matricole, anche quest’anno si è andati ad aumentare, arrivando fino a 307.000 nuove iscrizioni, come riportato dalle ultime statistiche del Ministero e dell’Istat, pubblicate anche su Repubblica.it. Un segnale sena dubbio incoraggiante, indice che il sistema universitario si sta pian piano andando a sanare, dopo gli impietosi tagli che ha subito negli scorsi anni.La rinascita del sud: molte università del mezzogiorno aumentano di iscritti
Andando poi a leggere le diverse situazion, una bella sorpresa la troviamo al sud Italia, da sempre caratterizzato da un forte abbandono scolastico. Qui vi è una vera e propria rinascita. Infatti sono molte le realtà che registrano dati significativi come l'Università di Palermo, che ha avuto un aumento di immatricolazioni vicino al 14%. Anche Napoli non è da meno: qui l'incremento più significativo è dettato della Parthenope. Le immatricolazioni crescono con percentuali importanti anche Cagliari e Messina.
Nuove immatricolazioni 2020: spesso lontane della grandi metropoli
Un’altro dato che deve far riflettere è la crescita delle immatricolazioni non solo nelle grandi metropoli come Milano e Roma, ma anche nei centri più piccoli. Ad esempio, una delle Università che ha visto un incremento di quasi il 14% è quella di Bergamo, bene anche l'Università di Modena e Reggio, quella di Firenze, di Padova, di Trento e Torino, di Parma e di Ferrara. Segnaliamo quindi anche l’aumento dell’Insubria, del Piemonte orientale, della Tuscia, di Urbino e dell’Università del Salento. E infine non possiamo dimenticare la ripresa costante che vede coinvolta l’Università dell'Aquila, che aprirà le lezioni a ottobre, sia in forma online che in presenza, ad altri 2.033 studenti, quasi il 9 per cento in più rispetto all’anno precedente.