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iscrizioni in calo nelle università

Secondo il Ministero dell'Università e della Ricerca, nell'ultimo anno si è registrato un brusco calo delle iscrizioni nelle università. Dati alla mano, si parla di circa 10mila nuovi studenti universitari, ovvero un meno tre per cento rispetto allo stesso periodo nel 2021.

Sì perché nonostante le difficoltà scaturite dall'emergenza pandemica, lo scorso anno si era registrato un più cinque per cento delle immatricolazioni rispetto al periodo pre-pandemico. E sono soprattutto gli atenei delle isole (-7%) e del centro Italia (-4%) a registrare un calo nelle iscrizioni. Ma in generale, l'intero Paese paga il prezzo della mancanza di politiche e riforme che condizionano la scelta dei giovani.
A scriverlo è il Corriere della Sera.

Un calo di iscrizioni figlio di una politica assente

Insomma, una situazione che riflette l'assenza di azioni efficaci e mirate ad incentivare lo studio. Non a caso, quest'anno, su 469mila diplomati, sono 306.763mila coloro che hanno deciso di intraprendere un percorso universitario; mentre nello stesso periodo dello scorso anno, si registravano 330.898mila nuove iscrizioni a fronte di 463mila diplomati. Un calo che denota un brusco stop per un trend che era in lenta risalita da sette anni a questa parte, e al quale il Governo sta tentando di rispondere con forza tramite strategie apposite; ad ottobre infatti era già stata approvata la legge sulle lauree abilitanti per semplificare l'accesso alle professioni. Ma le novità più attese arriveranno con il PNRR.

Le studentesse scelgono le discipline scientifiche

Se c'è un dato positivo, questo è senza dubbio da cogliere nell'aumento delle immatricolazioni delle studentesse nelle discipline scientifiche STEM. In particolare, i corsi di Ingegneria e Informatica registrano un vero e proprio “exploit” con un aumento di iscrizioni rispettivamente del 3,37% e del 16,36%. Ma a pagarne lo scotto sono le facoltà di stampo umanistico come quella di Scienze delle Formazione che attesta un meno sette per cento di iscrizioni tra i ragazzi e un meno quattro per cento tra le ragazze.

Gli studenti di LINK: “Di questo passo impossibile raggiungere l'obiettivo minimo del 45% di giovani laureati”

In merito alla vicenda è intervenuto anche LINK Coordinamento Universitario, e lo fa con le parole del Coordinatore Lorenzo Morandi: “Un anno fa registravamo un aumento delle matricole in università, dovuto al fatto che la didattica a distanza e le misure emergenziali per contrastare la pandemia avevano nascosto e tamponato alcuni problemi con cui gli studenti fanno fronte ogni giorno: il costo degli affitti e della vita in generale, il costo dei trasporti, del materiale didattico. Ora il ritorno in presenza a settembre, senza le necessarie misure da parte del Ministero per potenziare il diritto allo studio, ha prodotto questo risultato: il calo delle immatricolazioni e l'aumento degli abbandoni”.

E, ancora una volta, la manovra di bilancio è oggetto di critiche da parte degli universitari che
, più in generale, parlano di un disinteresse di natura politica che ha portato gli atenei italiani a perdere prestigio: “La Ministra Messa sostiene che interverrà, come chiediamo da tempo, per aumentare le borse di studio. Ma allora perché in legge di bilancio non c'è nemmeno un euro destinato a quello? Non vogliamo bonus o misure a costo zero, ma interventi strutturali da effettuare il prima possibile e che passino dal confronto con gli studenti. Inoltre è abbastanza difficile immaginare di rilanciare l’università e aumentare gli iscritti se non si mette mano anche al sistema del numero chiuso. Come sarà possibile raggiungere l'obiettivo minimo europeo del 45% di laureati tra i giovani, se attualmente siamo al 29% e già le nostre strutture e il personale universitario non bastano?conclude Morandi.