
L’emergenza sanitaria da Covid-19 non si è ancora arrestata ma il piano delle vaccinazioni e le disposizioni del governo sembrano promettere un imminente spiraglio di luce per le università italiane. Sebbene l’attenzione mediatica sia concentrata perlopiù sul campo dell’istruzione e sui primi cicli di studio, iniziano a farsi sentire le esigenze degli studenti universitari che vogliono tornare in aula. Ma cosa dice l’ultimo decreto del Presidente Conte in merito e quali sono le considerazioni del ministro dell’Università Manfredi? Ecco tutto quello che sappiamo.
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Università: ecco quando si potrebbe ritornare in presenza
Dopo un’apparente ripresa e un azzardato ritorno alla normalità, gli studenti universitari sono dovuti tornare al digitale, lasciando le aule universitarie ai giovani colleghi iscritti al primo anno e residenti in zone gialle e arancioni. Sebbene il DCPM del 4 dicembre stabilisca che l' università potrebbe continuare su tale linea anche nel 2021, il ministro dell’Università Gaetano Manfredi ha chiarito che gli atenei italiani godono di un’autonomia organizzativa, concludendo dunque che la definizione delle riaperture e il ritorno delle lezioni e degli esami in presenza resta una decisione che spetta ai singoli rettori in accordo con il Comitato Università Regionale, anche sulla base della curva epidemiologica. L’ipotesi che si fa strada in questo cangiante scenario vedrebbe, però, la doppia erogazione della didattica, in presenza e online, per tutti gli studenti nelle zone gialle e arancioni - e quindi non solo per le matricole. Lo stesso ministro Manfredi, del resto, aveva già commentato tale ipotesi alcune settimane fa: il suo auspicio è quello di far ritornare le lezioni in presenza con il 50% di capienza durante il secondo semestre.