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aumento iscritti

Dopo l’emergenza sanitaria da Covid-19 il Ministero dell’Università e gli atenei italiani temevano una fuga dagli atenei ma soprattutto una diminuzione del numero dei nuovi iscritti. Una rilevazione condotta dal Ministero dell’Università, però, certifica l’esatto contrario: la maggior parte degli atenei non ha subito il calo temuto, anzi in molte università il numero delle matricole è cresciuto del 7% rispetto allo scorso anno.

L’augurio del ministero Manfredi è di ritornare in presenza nel secondo trimestre con le stesse modalità di settembre.

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La nuova rilevazione del ministero dell’Università sul numero di iscritti nelle università italiane dopo l’emergenza sanitaria ha scongiurato qualsiasi preoccupazione nata in primavera. L’intera penisola, infatti, malgrado il passaggio alla didattica a distanza, ha conosciuto un aumento del numero degli iscritti. Nel corso di una intervista a ‘Il Sole 24 Ore’, il ministero dell’Università Gaetano Manfredi ha riconosciuto il potenziale strategico delle misure adottate nei mesi precedenti a favore degli studenti di tutta Italia e ha espresso la volontà di continuare sulla stessa linea. Prima dell’estate, infatti, sono stati diversi gli interventi effettuati sulla no tax area e sulla rimodulazione delle tasse universitarie, incluse le iniziative di solidarietà digitale delle singole università. Ecco le sue parole: “Anche se sono dati provvisori e destinati a cambiare mi sembrano interessanti perché ci dicono, da un lato, che le misure volute dal governo sul diritto allo studio sono state strategiche e, dall’altro, che le famiglie hanno visto nell’iscriversi all’università il modo migliore per affrontare la crisi”. Il ministro dell’Università si augura un ritorno in presenza al 50% in base al quadro epidemiologico per l’inizio del secondo semestre con le medesime modalità adottate di settembre.

Aumento di immatricolati, crescono atenei del Centro e del Sud e le università piccole

L’emergenza sanitaria da Covid-19 non ha dunque influenzato il passaggio dei neodiplomati all’università. Per quanto riguarda le sole lauree triennali gli immatricolati sono più di 324mila mentre un anno fa, nello stesso periodo, erano 305mila (in salita del 4,8%). Se a quelli delle triennali aggiungiamo anche i dati degli immatricolati alle lauree magistrali e ai corsi a ciclo unico, si arriva a un +6,1% (445mila e siamo a 477mila).
Buone notizie per il Mezzogiorno, che registra 8mila matricole in più (+6,6%) rispetto al 2019/20, ma va ancora meglio alle università del Centro (+ 9,9%). Tiene, con percentuali lievemente inferiori, anche il Nord(+5,1%). A livello regionale, sono l’Umbria, la Sicilia e il Veneto a riscontrare maggiore successo.
Un altro aspetto da considerare sono gli ottimi numeri degli atenei “piccoli”. Boom di matricole per Tuscia (+56%), Perugia (+35%) e Orientale di Napoli (+32%), che ottengono i migliori risultati in termini percentuali. Per quanto riguarda i numeri assoluti, il primato di crescita va alla Sapienza di Roma (+2.379) davanti a Perugia (+2.365) e a Padova (2.091). In termini di neoiscritti, il totale complessivo è ancora altissimo per la Sapienza, prima tra le università italiane, con 27.689 matricole. Bologna è seconda con 24.722 e sul terzo gradino del podio c'è Padova, con 20.631. Anche le private reggono la crisi: Luiss +6,4%, Bocconi +3,1%, Cattolica + 2,5%. Humanitas cresce addirittura del + 43,9%.