
Un'università più accessibile a tutti. E' con questo obiettivo che Anna Maria Bernini, Ministro dell'Università e della Ricerca, ha annunciato l'aumento degli importi delle borse di studio per il prossimo anno accademico 2024-2025.
Una decisione che il MUR ha assunto di comune accordo con la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, a seguito della variazione media annua dell’indice generale Istat dei prezzi al consumo pari a +5,4 per cento.
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Borse di studio 2024-2025, di quanto crescono gli importi
Secondo quanto stabilito dal Decreto Direttoriale n° 317 del 14 marzo 2024, per l'anno accademico 2024-2025, dunque, aumentano gli importi minimi delle borse di studio e, allo stesso tempo, anche i limiti massimi ISEE e ISPE per l’accesso ai benefici relativi al diritto di studio. Più nel dettaglio, l’importo delle borse di studio per gli studenti fuori sede sarà di 7.015,97 euro – un aumento di 359,45 euro rispetto ad oggi - ; quelle per gli studenti pendolari 4.100,05 euro (+ 210,06), mentre per gli studenti in sede l’ammontare sarà pari a 2.827,64 euro (+ 144,87).
Università, quali sono i nuovi limiti ISEE e ISPE?
Importi che possono anche aumentare in relazione alla fascia di riferimento ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). A proposito di questo, il Decreto Direttoriale n° 318 del 14 marzo 2024, così come anche l'Indicatore della Situazione Patrimoniale Equivalente (ISPE), vede salire il limite massimo a 27.726,79. Con l'ISPE che è stato portato invece a quota 60.275,66.
"Il rafforzamento del diritto allo studio è un’assoluta priorità del Governo. Aumentare il valore delle borse, adeguandolo al tasso di inflazione, è una nuova dimostrazione della volontà di essere al fianco degli studenti e delle loro famiglie. Un impegno che si aggiunge alla copertura di tutti gli idonei per lo scorso anno, come mai era avvenuto prima, e allo stanziamento record per le borse per il 2024. Atti concreti che dimostrano come per questo Governo lo studio sia un vero diritto per tutti e non un privilegio per pochi", commenta il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini.