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Tasso di occupazione e stipendi lauree STEM

La recente indagine di Almalaurea mostra dati interessanti e incoraggianti per quel che riguarda il tasso di occupazione per i corsi di laurea in STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics).

Del resto, è stato anche lo stesso premier Mario Draghi a puntare su questo tipo di corsi di studio, considerandoli come quei precisi “ambiti su cui intendiamo rilanciare il Paese”.
L’indagine di Almalaurea ha evidenziato un dato di fatto importante: laurearsi in STEM conviene sia dal punto di vista del tasso di occupazione sia per quel che riguarda il compenso economico.

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Il tasso di occupazione dei laureati in STEM

Laurearsi in una disciplina STEM conviene! A dimostrarlo sono alcuni dati divulgati da Almalaurea: a 5 anni dal conseguimento dal titolo di laurea infatti, 30.500 laureati nel 2014 vantano un tasso di occupazione pari al 90% (92,9% uomini e 86,9% donne), superiore di ben 5 punti rispetto alla media. In cima alla classifica per quel che riguarda l’occupazione si trovano le lauree in ingegneria (93,9%), seguite da quelle economico-statistiche (92,0%), e infine da quelle geo-biologiche (82,8%).

I compensi mensili dei laureati in STEM

Non solo per quanto riguarda l'apsetto occupazionele, laurearsi in una isciplina STEM conviene anche a livello economico. La media dello stipendio, infatti, è abbastanza alta poiché è pari a 1.642 euro netti al mese rispetto ai 1.443 euro degli stipendi di laureati in altre discipline.
Tuttavia, la differenza economica di genere si fa sentire anche nelle lauree STEM poiché gli uomini guadagnano una media di 1.760 euro contro i 1.472 euro delle donne. Questa disparità economica si manifesta in tutte le aree disciplinari all’interno di questo settore: architettura (+16,3%), scientifica (+15,8%) e geo-biologica (+11,3%).

Iscrizioni in aumento nelle lauree in STEM

Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, i dati del 2020/21 mostrano che le iscrizioni nelle 65 classi di laurea STEM sono in aumento ma questa tendenza generale appare meno dinamica fra le donne. I laureati in STEM sono infatti in crescita (24,7% uomini e 16,2 donne) a tal punto da aver superato il Regno Unito (23,2%), ma gli altri Paesi europei vantano tuttavia numeri maggiori dei nostri Francia (26,8%), Spagna (27,5%) e Germania (32,2%).
Le matricole, soprattutto dei corsi triennali sono comunque in aumento: nel 2020/21 infatti sono state ben 94mila contro le 85mila dell’anno 2016/17. Conforme a questa tendenza generale si conferma anche una crescita delle iscrizioni femminili: da 92.511 nel 2019/20, la cifra è salita a 94.603 nel 2020/21.

Le zone d'ombra: immatricolazioni dopo il primo anno e voto di laurea

Ma veniamo alle zone d'ombra legate alle STEM. Dalla ricerca è emerso il calo dei numeri dalle immatricolazioni alle iscrizioni agli anni successivi: dal 29,2% al 28% per i corsi triennali, si passa dal 4% al 3,8% per i corsi di laurea a ciclo unico.
La ricerca di Almalaurea che ha coinvolto 79mila laureati nel 2019, inoltre, ha mostrato come la media dei voti di laurea raggiunti nelle lauree STEM sia inferiore rispetto ad altre (102,7/110 rispetto a 103,37110 degli altri percorsi di laurea). Viene inoltre evidenziato come soltanto il 49% degli studenti ottenga la laurea in corso, a differenza del dato registrato negli altri corsi di laurea, pari al 58%.

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