
Nel nostro Paese sono molti sono i giovani che frequentano gli atenei, ma nonostante il grande numero di studenti universitari è davvero così semplice sostenere le spese da affrontare per poterselo permettere?
A tale proposito vediamo 7 notizie che non tutti sanno sulle difficoltà economiche degli studenti, specialmente di quelli fuori sede, e sui sacrifici che le famiglie devono accettare per poter mandare i propri figli negli atenei.
Sempre più ricchi nelle Università
La spiacevole tendenza che i dati hanno mostrato è quella che vede il progressivo incremento della cesura fra ricchi e poveri nelle Università.È questo un aspetto che rischia di rendere l’Università un luogo sempre più di élite, di esclusione sociale in cui hanno accesso solo le famiglie più benestanti e ricche.
L’indagine condotta parla chiaro: negli ultimi dieci anni infatti gli studenti provenienti da famiglie benestanti, quindi di livello medio-alto e spesso con genitori laureati, sono aumentati del 17% mentre il tasso di quelli appartenenti a famiglie di estrazione sociale più bassa e con redditi per niente alti è sceso al 30%.
Il pendolarismo: una realtà sempre più diffusa tra gli universitari
I dati hanno mostrato che solo un terzo degli studenti universitari appartiene alla categoria dei fuori sede; questo significa che la maggioranza vive ancora nella propria famiglia. E tra questi, i pendolari sono davvero tantissimi: ben tre su quattro!E se accade che spesso gli atenei sono lontani dalla cittadina di origine, in che modo gli studenti fanno fronte a questa difficoltà determinata dalla distanza? Preferendo di gran lunga il pendolarismo, anche con più mezzi, ai costi troppo elevati che deve affrontare un fuori sede, a cominciare dagli affitti.
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Zero incentivi per il diritto allo studio
Borse di studio e alloggi convenzionati e forniti dalle istituzioni e spesso anche dagli atenei stessi sono una realtà che esiste, è vero. Ma evidentemente non sono sufficienti a rispondere alla domanda che ne viene fatta, non riuscendo di conseguenza a coprire tutte le esigenze.Questi i dati sugli incentivi di cui usufruiscono gli iscritti:
• Il 10% degli studenti godono dell’esenzione dalle tasse universitarie;
• L’8,7% degli studenti ottiene una borsa di studio;
• Il 3,2% degli studenti godono di posti letto e alloggi con agevolazioni messe a disposizione dagli enti garanti del diritto allo studio.
Alla ricerca di un piccolo lavoro
Sono sempre di più gli studenti che sono alla ricerca di lavoretti saltuari, part-time o a chiamata per aiutare le proprie famiglie a coprire i costi universitari.A contribuire alla crescita di questo fenomeno è anche l’età media degli studenti italiani, più alta rispetto alla media europea, come risulta dall’ottava indagine di Erostudent per gli anni 2016-2018, condotta da Cimea (Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche) in collaborazione con le università di Pisa e di Camerino: la stima si aggira sui 22-23 anni di età.
È chiaro quindi che questi giovani adulti abbiano la propria naturale esigenza di indipendenza anche economica e che, per far fronte a tutte le spese accademiche, ricerchino un piccolo lavoro, sempre più difficile da trovare: rispetto al 2018 infatti sono diminuiti del 10% i compensi che derivano da questi piccoli ingaggi. Di conseguenza si capisce come si è drasticamente ridimensionato anche l’aiuto che gli studenti riescono ad offrire alle proprie famiglie per sgravarle di alcuni oneri economici.
Non solo studiare, ma anche dormire costa troppo per i fuori sede!
Oltre a tutte le spese ordinarie che ciascuno studente iscritto è chiamato a sostenere tra tasse e costi dei libri, non bisogna certo dimenticare anche quello che si aggiunge a questi per tutti i fuori sede per mantenersi un alloggio.Gli affitti infatti sono sempre più elevati e il costo medio mensile per occupare una stanza in cui dormire si aggira intorno ai 262 euro.
Come è facile intuire, è questa una spesa che grava, nel 70% dei casi, sulle famiglie degli studenti che invece attraverso i piccoli lavori, spesso sottopagati, che riescono a trovare, possono coprire solo il 20% delle spese: una percentuale abbastanza irrisoria dunque!
Gli studenti più bravi e diligenti d’Europa!
Nonostante tutte le difficoltà logistiche e soprattutto economiche che tutti gli iscritti alle Università italiane incontrano, i nostri studenti sono tra i più bravi in Europa.Si distinguono infatti non solo per l’elevato tempo che spendono sui libri che con circa 44 ore settimanali supera di circa il 30% la media del tempo europea, ma anche per il fatto che più della metà, una volta raggiunta la laurea, è intenzionato a proseguire gli studi.
Troppa teoria e poca pratica negli atenei
Gli studenti sono in generale soddisfatti di ciò che studiano e soprattutto dell’offerta didattica offerta dalle diverse facoltà delle nostre Università.Sono convinti però che sebbene la formazione e la preparazione che gli atenei garantiscono sia dunque elevata e pertinente, abbia tuttavia un difetto nella sostanza: poca pratica e troppa teoria!
Se insomma una formazione teorica è sempre necessaria in ogni facoltà per approcciarsi alle materie affrontate, anche la pratica, a quanto pare troppo trascurata, non è certo meno importante. E di questo se ne sono accorti i nostri studenti che preferirebbero avere la possibilità di svolgerne di più per completare e perfezionare la propria preparazione a 360 gradi.
Giulia Onofri