
Qualcun altro tenta di costruire un castello di bugie, per poi rimanere imprigionato dentro alle sue stesse menzogne e senza riuscire a guardare in faccia la realtà. Ma come sarebbero le cose se tutti gli studenti avessero la possibilità di spiegarsi? Magari parlando dei propri problemi con la famiglia, un amico o uno specialista. Certamente non assisteremmo alle tragedie cui ci stiamo lentamente 'abituando'.
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”Nostro figlio ci ha comunicato che non voleva più studiare, e noi abbiamo accettato la sua decisione”: lo sfogo di una mamma
Con questo spirito la mamma di un ex studente di Ingegneria si è rivolta alla redazione di Skuola.net, probabilmente turbata dalle tragedie che hanno coinvolto i giovani studenti universitari. La donna ci ha inviato una lettera che dovrebbe diventare un vero e proprio manifesto sociale degli studi. Descrivendo le difficoltà incontrate da suo figlio durante il percorso di studio, la madre ci spiega come non siano queste a determinare il nostro futuro, riportando l'esperienza diretta del ragazzo.”Sono una mamma che ha un figlio che era iscritto ad Ingegneria.
Dopo due anni ci siamo resi conto, io e mio marito, che le cose non andavano (poco studio, pochi esami). Ne abbiamo parlato e abbiamo convenuto che era inutile insistere a fargli frequentare l'università. Abbiamo, quindi, parlato con nostro figlio che ci ha comunicato che non voleva più studiare ma che voleva lavorare. Non eravamo felici dell'abbandono ma abbiamo accettato la sua decisione.
Ha fatto un corso post-diploma si è specializzato in un particolare settore e adesso lavora felicemente da circa 20 anni. Vorrei dire a questo studente di pensare innanzitutto a cosa lo far stare bene e di parlarne con i genitori. Non saranno felici della tua decisione ma poi capiranno e se non lo faranno pensa a te stesso. La vita è la tua e devi fare ciò che piace a te non agli altri. Fossero anche i propri genitori”. Parole da incorniciare, di cui ogni genitore dovrebbe farsi portavoce.