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di paolodifalco01
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universitari Sardegna

Sono quasi 8mila gli studenti universitari sardi che, beneficiando delle borse di studio regionali, rischiano di rimanere a settembre senza sussidi e il tutto perché l'ente che dovrebbe erogarle, l'Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario, non ha un presidente dal 2020.

Tale condizione di stallo è stata denunciata dagli studenti universitari che pochi giorni fa sono scesi nuovamente in strada chiedendo che questa situazione venga risolta.

Ecco quali sono le conseguenze per gli studenti se il suo presidente dell'ente non verrà nominato.

L'Ersu e la mancata nomina del nuovo presidente

Nato nel 1987, l'Ersu di Cagliari si occupa di aiutare gli studenti universitari destinando loro incentivi economici in modo da garantire a tutti il diritto allo studio. Il suo Consiglio di Amministrazione è formato dal rappresentante degli studenti e da quello dei docenti, da due membri della Regione che rappresentano rispettivamente la maggioranza e l'opposizione e dal presidente. Proprio quest'ultimo doveva essere nominato dal presidente della Regione Sardegna Christian Solinas.

Così come si legge nella lettera che gli studenti hanno consegnato al rettore Francesco Mola che ha già sollecitato più volte il presidente della Regione ad effettuare la nomina:"Attualmente, l'Ersu di Cagliari è completamente allo sbando: non è stato approvato il bilancio definitivo e di conseguenza non esiste nessuna certezza circa l'uscita del prossimo bando di concorso, per borse e alloggi. Il motivo di questo gravissimo ritardo è legato alle (non) scelte politiche del presidente della Giunta Regionale Christian Solinas che, dopo aver arbitrariamente deciso di mantenere l'Ersu sotto commissariamento per ben 18 mesi (nonostante si fossero svolte regolarmente le elezioni universitarie nel novembre 2020 per la nomina del rappresentante degli studenti e del rappresentante dei professori universitari nel CdA), da marzo 2022 ha lasciato l'Ente privo di qualsiasi vertice politico, bloccandone di fatto la macchina amministrativa".

L'incertezza sulle borse di studio e l'impossibilità di utilizzare i nuovi alloggi per gli studenti

Il contributo che l'Ersu eroga annualmente attraverso le sue borse di studio, che vanno da un minimo di 1600 euro a un massi di 4600, è rilevante a tal punto che a beneficiarne è circa un terzo degli iscritti all'ateneo di Cagliari. Sono proprio questi studenti che rischiano di non poter frequentare l'università così come spiega il gruppo studenti "Cercasi dsu":"Senza le borse molti studenti non possono affrontare il caro vita: bisogna considerare il costo degli affitti, che si aggira sui 250 euro, il costo dei libri, sui 450 all'anno, i trasporti e la spesa. Ci servono garanzie e ci servono subito".

Inoltre, come sottolinea il portavoce dell'associazione studentesca Luca Orunesu al Fatto Quotidiano:“Il problema non è circoscritto al cda ma anche al collegio dei revisori dei conti senza il quale l’assessore all’Istruzione non può procedere al trasferimento delle risorse finanziarie”. A questo si aggiunge la problematica degli alloggi: data la chiusura per ristrutturazione di una delle tre case dello studente, a ottobre era prevista l’inaugurazione di una parte del nuovo campus con una struttura da 240 posti che senza una delibera del cda sarà destinata a rimanere chiusa.

Gli studenti sardi verso le università di altre regioni

Tutto questo si ripercuote sugli studenti, che come ha evidenziato il rappresentante degli studenti nel CdA Ersu Francesco Stochino, stanno emigrando verso altre regioni:"I più fortunati si trasferiranno, chi non può farlo starà a casa. E questo, in una regione che ha percentuali molto basse di scolarizzazione, è una sconfitta e una pessima politica per l'avvenire. Fra 12 giorni scadrà il bando per le borse e gli alloggi e ci ritroviamo ancora, dopo un anno e mezzo, in una situazione di limbo. I giochi di potere del presidente Solinas continuano nonostante le nostre richieste. Ha deciso di non rispondere a nessuna delle nostre interrogazioni. A maggio abbiamo inaugurato l'anno accademico e, dato che lui era presente, speravamo di poter finalmente spiegargli le nostre necessità. Invece, dopo il suo discorso, ha abbandonato l'aula".

Nella lettera consegnata al rettore le parole degli studenti non lasciano dubbi:"Ci fa rabbia pensare alla facilità con cui i diritti di noi studenti siano i primi a essere calpestati da chi, per vuota retorica, ci dipinge come il futuro di quest'isola. Vogliamo continuare a studiare, vogliamo continuare a costruire il nostro futuro nella città che abbiamo scelto, nella nostra terra. E la nostra non è una semplice pretesa. Abbiamo il diritto di poterlo fare, non vogliamo essere costretti ad abbandonare tutto".

Paolo Di Falco

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