
Continua a dividere l’opinione pubblica la proposta del ministro Giannini di abolire il test di ammissione alla facoltà di medicina. Il ministro ha parlato infatti più volte di uno sbarramento alla francese in cui, va detto, la selezione avviene dopo il primo anno di frequenza.
Un progetto che porta avanti fin dai primissimi giorni del suo insediamento e che ha comunicato anche tramite i social network. Ma, se da un lato hanno esultato gli studenti rivendicando il diritto allo studio e la storica battaglia contro i test di ingresso, dall'altro cresce di giorno in giorno il fronte del no. Il test di ingresso infatti, nonostante i tanti detrattori soprattutto tra gli studenti, ha scoperto di avere anche tanti difensori.La voce grossa ora la fa il Pd che, all’interno della maggioranza, sottoscrive una lettera aperta al ministro di viale Trastevere e promuove una raccolta di firme. E’ in corso, infatti, una petizione per fermare il progetto del ministro Giannini e scongiurare l’arrivo negli atenei italiani del metodo alla francese. E le firme raccolte sono quasi 1700, per l’esattezza fino a ieri erano 1698 e tra queste anche quelle di 14 parlamentari del Pd. E scoppia il caso.
A rilanciare la petizione è Filippo Crimì, deputato vicentino del PD, che dal suo sito commenta: “Sono molto soddisfatto per il risultato, il numero di firmatari è stato elevato e la lettera ha raccolto consensi da più parti a indicare che la questione non interessa solo gli aspiranti medici. Hanno infatti aderito studenti, docenti, professionisti, associazioni e famiglie. In particolare un segnale forte lo hanno dato quegli studenti che seppur esclusi dal corso di medicina per non aver superato il test, hanno deciso di aderire alla petizione riconoscendo l’attuale sistema di selezione come il più democratico e oggettivo per l’ammissione alla facoltà. Sicuramente il test di accesso attuale è da migliorare, presenta diverse lacune, ma il metodo garantisce un’oggettività nella selezione e la possibilità per tutti i candidati di misurarsi sulla loro preparazione. È un sistema di selezione rispettoso nei confronti dei 90.000 candidati che si presentano annualmente: non vengono create illusioni, non viene perso un anno di studi ma soprattutto non c'è discrezionalità nella selezione dei corsisti - ha concluso Crimì -. Auspico in una risposta rapida e positiva del Ministro. Seguirò gli sviluppi da vicino continuando a portare avanti le istanze accolte da 1700 persone”.