
Dal Corriere Fiorentino arriva la romantica storia di Jules, giovane universitario congolese, simbolo del riscatto sociale in una società ancora piena di pregiudizi e disuguaglianze. Alcuni anni fa, dopo la fuga dal Congo, arriva in Etiopia e, grazie all'Unhcr (l'Agenzia Onu per i rifugiati), riesce finalmente a coronare il suo sogno: studiare e conseguire una prima laurea.
Ma Jules non si è fermato lì e, a quel punto, a tendergli una mano è stata l’Italia: attraverso una borsa di studio del progetto Unicore - destinata agli studenti esteri - è arrivato a Firenze. L'obiettivo? Acquisire conoscenze e competenze da riportare nella sua terra.
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La storia di Jules: una laurea messa al servizio del suo popolo
Per inquadrare la sua storia è bene premettere che la Repubblica Democratica del Congo è uno dei paesi più poveri del mondo e le possibilità di riscatto sociale per i tanti giovani sono pressoché nulle. Lo sa bene Jules, un giovane che ha deciso di fuggire dal suo destino e approdare in un campo profughi in Etiopia con l’obiettivo di studiare e realizzarsi. È proprio qui che riesce a vincere nel 2014 quella borsa di studio alla Gambella University che sarà il trampolino di lancio verso l'Italia, dove come detto ha potuto proseguite gli studi grazie a un’altra borsa di studio.Così, attualmente, è uno studente di Agraria presso l’Università di Firenze. E al Corriere Fiorentino ha raccontato: “Questa è una grande opportunità e sono molto felice di avere la conoscenza e la possibilità di migliorare il settore agricolo dei Paesi che vivono in condizioni di estrema povertà”.
Il suo obiettivo finale, infatti, è sempre stato quello di acquisire le giuste competenze per far ritorno in Congo e contribuire alla crescita economica della sua terra: “Il mio Paese è teatro di conflitti e instabilità crescenti sebbene benedetto da abbondanti risorse naturali, di cui solo pochi ne traggono vantaggio. Il resto della popolazione deve invece affrontare morte, distruzione, accesso limitato ai servizi sanitari, sicurezza e cibo”. La risposta contro la fame e a favore delle opportunità lavorative sarebbe dunque per il giovane studente l’agricoltura: “Nessun essere umano dovrebbe subire la carestia in quest’era tecnologica”.
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