
Dall'altro lato però vi sarà sicuramente capitato di passare davanti a palazzi abbandonati o edifici dismessi, spazi che potrebbero avere un'altra vita se riconvertiti per questo genere di attività. Questa l'idea che è venuta al ventiseienne Luca Di Egidio, consigliere del Municipio VII di Roma giunto al suo secondo mandato.
-
Leggi anche:
- Studentessa di Medicina ha 13 malattie rare ma non può fare la Dad
- Studente-tifoso si laurea in autogrill: non voleva perdersi la trasferta della sua squadra del cuore
- L'Università di Catania diminuisce gli appelli: studenti in protesta
L'idea di riconvertire le strutture abbandonate in aule studio
Riqualificare gli spazi abbandonati trasformandoli in aule studio per gli studenti, in spazi di aggregazione dove scambiare idee, consigli e suggerimenti. Questo l'obiettivo che Luca Di Egidio, come ci dice, porta avanti da molto tempo:"Già dai tempi del Liceo, quando ero rappresentante della Consulta provinciale degli studenti, e poi all’Università da Consigliere di Dipartimento di Giurisprudenza, fino al Consiglio Municipale in cui sono in carica attualmente"."Roma" - continua- "è piena di palazzoni, ex caserme, depositi lasciati come cattedrali nel deserto. Compito della politica è restituirli agli studenti e ai cittadini. Perché un'aula studio non è solo una somma di banchi lasciati lì per studiare. È un vivaio di socialità, un moltiplicatore di idee che si incontrano, si mixano, si migliorano. Dopo i due anni pandemia e di isolamento domestico aule studio, spazi di co-working, hub culturali ci servono come il pane".
Una vera e propria battaglia che però, durante gli ultimi cinque anni, è stata rallentata dal mondo della politica e della burocrazia:"Ho trovato assurda la resistenza e la folle burocrazia che hanno impedito in molti casi di riqualificare strutture per cui sarebbero bastate poche risorse e una firma. Non voglio sembrare troppo duro ma quella che manca e che è mancata è la volontà. La volontà e la consapevolezza di quanto siano fondamentali e carenti gli spazi di studio per noi giovani".
L'esperienza della pandemia e i nuovi spazi da riconvertire nella Capitale
La missione di Luca, tra l'altro, non si è fermata neanche con la pandemia, quando erano in vigore le regole del distanziamento sociale e stare al chiuso diventava sempre più complicato. Così è arrivata un'altra idea, ovvero quella di "utilizzare le piazze e gli spazi pubblici come aule studio all’aperto. Ho presentato una mia mozione proprio su questo in Consiglio Municipale che è stata approvata all’unanimità"."L’isolamento domestico nel quale siamo costretti durante la pandemia è stato spesso è problematico per noi giovani, per gli studenti e le famiglie, in particolare quelle numerose, nella ricerca di spazi e luoghi di concentrazione. Per questo ho pensato che fosse giusto e utile riproporre una buona pratica che è già stata sperimentata peraltro a Roma e in altre città come Bologna, Torino e Firenze".
Attualmente inoltre, sottolinea Luca, ci sarebbero diversi spazi della Capitale che potrebbero essere riconverti come "l’ex deposito Atac di Piazza Ragusa, costruito negli anni '30 e lasciato a se stesso dal 2006. Una cosa indegna. In primavera è andato finalmente all’asta e il Comune lo ha acquisito. Noi abbiamo fatto una raccolta firme per chiedere che potesse diventare un polo sociale per i cittadini, uno spazio dedicato agli studenti, a noi giovani".
"Peraltro attorno a quella struttura ci sono tanti Licei: il Russell, l’Augusto, il Darwin, il Pirelli. E nessun spazio per studiare nelle vicinanze. Abbiamo quindi proposto di trasformare l’ex deposito in un’aula studio aperta h24, in uno spazio multifunzionale con una biblioteca e aree adibite al co-working. Dal Comune? Nessuna risposta. Lo trovo un fatto molto grave".
A Roma gli spazi destinanti agli studenti sono ancora troppo pochi:"Ci sono interi quadranti della città, in particolare quelli periferici, in cui mancano spazi di studio. Ed è una cosa inaccettabile. Mentre ci sono piazze e spazi pubblici pronti per questa nostra proposta delle aule studio all’aperto, come Largo Spartaco, come Piazza Re di Roma ma anche tante ville come Villa Lazzaroni o come Villa Lais. E poi c’è anche un altro aspetto molto positivo di questa proposta, cioè quello di incrementare il senso civico di noi giovani che chiaramente avremo molta più cura e rispetto per la cosa pubblica, utilizzandola tutti i giorni".
L'eterno problema del nostro Paese: l'edilizia scolastica
Il problema della mancanza di aule studio si va a inserire in uno ancora più grande ovvero quello relativo all'edilizia scolastica, una tematica su cui "si fanno tanti slogan in campagna elettorale a cui purtroppo poi non seguono i fatti". Un settore a cui vengono destinate poche risorse che bastano solamente per rattoppare le nostre vetuste strutture scolastiche.Come ci dice Luca:"Sono quasi 4 anni che lavoro per la messa in sicurezza dei cornicioni di una scuola elementare nel mio quartiere, la scuola Garibaldi. E tra burocrazia, assenza di volontà politica e inerzia amministrativa ancora non si è risolta la situazione. E parliamo di cornicioni pericolanti, non di un intervento enorme. È una cosa che mi fa molta rabbia e che soprattutto aumenta l’insoddisfazione dei genitori e dei cittadini per l’operato della politica. Bisogna fare di più. Ma non molliamo".
A volte, basterebbe fare poco per poter cambiare le cose perché, forse, un Paese che non investe nelle scuole e nella creazione di spazi per favorire momenti di studio e condivisione tra i giovani "è un Paese che non ha futuro".
Paolo Di Falco