
Tra le modifiche adottate dalla Commissione, la decisione di ridurre il numero degli appelli non è andata giù alla comunità studentesca che è insorta. Un dissenso – quello degli studenti – che li ha portati in piazza nella giornata di ieri e che li vedrà nuovamente manifestare il prossimo 25 ottobre contro le scelte dell'ateneo.
-
Leggi anche:
- Gospel si laurea in Informatica: è il primo studente rifugiato con laurea magistrale all’università di Parma
- Francesca Lacroce diventa avvocato a 24 anni, è tra le più giovani d'Italia
- A 89 anni si laurea in Legge e riceve un invito al Quirinale da Mattarella
Protesta degli studenti: “Le modifiche al regolamento rallentano il percorso universitario”
Nel dettaglio – oltre alla riduzione degli appelli – sono molte le modifiche oggetto di proteste. Tra queste, nel mirino degli studenti ci sono anche l’eliminazione della figura di studente laureando iscritto con riserva dal regolamento didattico d’ateneo; l’esclusione ingiustificata degli studenti atleti, lavoratori e in situazione di difficoltà dalla sessione straordinaria effettuata nel periodo fra marzo e maggio e l’eliminazione delle agevolazioni a loro riservate, come la riduzione della frequenza obbligatoria e appositi supporti didattici.I manifestanti hanno diffuso un comunicato dove spiegano le ragioni della protesta: ”L’Ateneo vorrebbe ridurre gli appelli obbligatori della sessione autunnale da due ad uno, eliminare di fatto gli appelli per il recupero delle materie degli anni precedenti prevedendo obbligatoriamente una sola data nel periodo di dicembre in coincidenza con l’appello straordinario previsto per gli studenti fuori corso, laureandi, lavoratori, atleti ed in situazione di difficoltà e privando, di conseguenza, gli studenti dell’altra data prevista nel secondo semestre per sostenere il recupero dell’esame” si legge nel comunicato. In aggiunta, lo studente bocciato ad un esame non potrà ripeterlo nell'appello successivo. Una serie di modifiche che – sostengono gli studenti - ”si pongono totalmente in contrasto con l’idea di velocizzare le tempistiche universitarie e l’accesso al mondo di lavoro e siamo pronti a scendere in piazza per opporci con forza insieme a tutti gli studenti".
La versione del Rettore Priolo
La versione fornita dal Rettore dell’Università di Catania Francesco Priolo, è però in netto contrasto con quanto sostengono gli studenti. Stando alle parole del Rettore – riportate da “CataniaToday.it” - gli studenti erano a conoscenza delle modifiche effettuate, perché facenti parte della Commissione didattica: ”La Commissione didattica, in cui erano presenti anche studenti, ci ha lavorato un anno. L’iter in tal senso è stato democratico e partecipato. Dal mese di luglio scorso, la proposta di regolamento è stata a disposizione del Senato Accademico e del Consiglio d'Amministrazione per osservazioni e proposte di modifiche. Ogni osservazione pervenuta da allora è stata integrata all'interno degli articoli previsti. A questo punto è stato chiesto il parere non vincolante della Consulta studentesca. Nel corso di questo passaggio sono stati toccati tre articoli, fra cui quelli legati al numero degli appelli e al cosiddetto “salto d’appello”, che sono stati il tema della relativa protesta. Su questi temi si farà un’approfondita riflessione, gli altri 34 articoli sono stati approvati all’unanimità dal CdA” spiega il Rettore Priolo.Il numero uno dell'ateneo catenese cerca di rassicurare gli studenti, difendendo allo stesso tempo il lavoro della Commissione: ”Al momento attuale è stato bloccato l'iter legato al voto finale. Il Senato Accademico del prossimo 25 ottobre non prevede all'ordine del giorno l'approvazione del regolamento didattico. Fermo restando che il numero degli appelli presenti nel testo proposto dalla Commissione è superiore a quello degli altri Atenei siciliani e in linea con l’indirizzo di altri Atenei nazionali, rassicuro comunque gli studenti sul fatto che tutte le valutazioni in merito saranno prese tenendo in considerazione anche le loro esigenze” conclude il Rettore Priolo.