6' di lettura 6' di lettura
maxi orale 2020 in presenza

Nella serata di domenica 26 marzo, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha annunciato in diretta tutte le novità che entreranno in atto nella cosiddetta fase 2. Tra le tante dichiarazioni, ovviamente non sono mancate quelle in merito alla scuola e in particolare alla Maturità 2020.

Tuttavia la grande assente del discorso del Presidente Conte è la questione Università. Infatti moltissimi sono gli universitari ad aver notato la mancanza di un riferimento al loro mondo da parte del Premier, e in davvero tanti si stanno chiedendo cosa accadrà ad esami e lezioni, a partire dalla sessione estiva in poi. A rispondere ai loro quesiti è intervenuto il Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, che riprendendo anche il decreto sulla Fase 2, ha cercato di spiegare cosa cambierà per gli atenei a partire dal 4 maggio in poi.

Università: cosa cambierà nella fase2?

Durante un’intervista rilasciata al sito lastampa.it, il Ministro dell’Istruzione Manfredi ha spiegato come le Università italiane dovranno affrontare la Fase 2, infatti ha annunciato che dal 4 maggio: “Riprenderanno a pieno regime le attività di ricerca negli atenei e negli enti pubblici. Daremo la possibilità di svolgere attività individuali in laboratori, biblioteche e strutture per tirocini. Proseguirà, invece, la didattica a distanza fino a luglio”. Dunque il lockdown, anche se tramite le misure di sicurezza adeguate, finirà per gli atenei italiani. Tuttavia, il Ministro Manfredi sottolinea come le Università italiane abbiano comunque una certa autonomia in merito all’applicazione del nuovo decreto e delle norme pensate dal Governo, precisando che: “È stata proprio la conferenza dei rettori a chiederci maggiore autonomia, vista la diversa diffusione del virus da regione a regione. Poche persone in un’aula, a distanza e con i dispositivi di protezione, renderebbero possibili gli esami un po’ ovunque, ma dobbiamo essere flessibili. Molti atenei, ad esempio, hanno numerosi studenti fuorisede tornati nelle loro regioni e gli esami online sono l’unica soluzione”.

Fase2: la sessione estiva 2020 e i test d’ingresso 2020

Un’altra domanda che inevitabilmente è stata alzata dagli studenti universitari è circa la sessione estiva 2020 che si sta avvicinando. Anche in questo caso è il Ministro Manfredi in persona a cercare di diramare ogni dubbio: “Per esami, lauree, esercitazioni, lasceremo la possibilità agli atenei di prevedere la presenza fisica dello studente, a patto che si rispettino le prescrizioni di sicurezza sanitaria e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale”. Dopo la sessione estiva gli appuntamenti universitari non finiscono: infatti un’altra incognita riguarda i test d’ingresso 2020: come saranno svolti? In questo caso il Ministro Manfredi distingue tra test d’ingresso locali e nazionali e annuncia che: “Ci sono però nuove tecnologie che rendono abbastanza affidabili i test online programmati dalle singole università. Per quanto riguarda i test nazionali, come quelli di medicina, abbiamo intenzione di farli dal vivo, ovviamente con un’organizzazione logistica che permetta il distanziamento. Potranno farlo anche agli atenei per i loro test locali, laddove ritengano indispensabile la presenza dello studente”.

Lezioni universitarie a ottobre in aula o a casa?

Per quanto riguarda invece il ritorno in classe degli studenti universitari il Ministro dell’Università ha dichiarato che: “Ci stiamo attrezzando a un eventuale ritorno del virus. Il piano che partirà a settembre prevede una soluzione mista di lezioni in aula e didattica online. Ogni ateneo dovrà redigere un piano dettagliato, con un’offerta modulare che permetta di tenere parte degli studenti a casa e parte in aula. Vogliamo rendere il più semplice possibile un passaggio rapido da una modalità di didattica all’altra, per evitare altri periodi di stop.” Dunque gli studenti universitari dovranno imparare a convivere con le lezioni online? Diverranno un altro strumento didattico? Anche queste domande hanno trovato ampia risposta, incontrando il disappunto del Ministro Manfredi, che ha dichiarato la sua volontà di far tornare tutte le lezioni in aula dal vivo, anche se potrebbe richiedere del tempo affinché questo possa avvenire in tutta sicurezza.