
Continuano in tutta Italia le proteste degli studenti contro la didattica a distanza voluta dal Governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19. In questi giorni i protagonisti non sono solo alunni della scuola media e studenti degli istituti superiori ma anche universitari ormai in crisi dopo mesi di lezioni telematiche.
Così nel capoluogo piemontese, accanto alle alunne che arrivano puntuali ogni mattina sotto la loro scuole con tavolini e quaderni, sono scesi a protestare anche due studenti dell’Università di Torino. Ecco le ragioni della loro mobilitazione.
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Universitari No-Dad: la mobilitazione dei giovani di Torino
Sotto l’eco dell’iniziativa School for Future, anche gli studenti universitari hanno incominciato a far sentire la propria voce e le loro necessità attraverso proteste sotto gli atenei. È il caso di due studenti dell’Università di Torino che, come riportato su ‘La Repubblica.it’, hanno deciso di organizzare una mobilitazione per i loro diritti. Sono Edoardo Di Stefano, 21 anni, studente Unito al secondo anno di Scienze internazionali e Federico Kock-Kramer, matricola che ha iniziato l’università direttamente in Dad. Ai giornalisti hanno raccontato che hanno deciso di aderire alle proteste del movimento “Priorità alla scuola” proprio dopo aver letto sul web dell’iniziativa di Anita, Lisa e Maia, le alunne che ogni mattina si recano in via Sant’Ottavio con tavolini, quaderni e penne per seguire le lezioni:“L’università è stata la prima a chiudere e il timore è che sarà l’ultima a riaprire: per questo abbiamo scelto di protestare. Pensare ad altri sei mesi così è a dir poco insostenibile”. Denunciando il disagio dei problemi di rete avuti nel corso dei mesi hanno aggiunto riferendosi all’iniziativa delle alunne: “Hanno avuto un’ottima idea, è deleterio passare anche solo un altro giorno in casa. E poi noi possiamo ancora permetterci un pc e una connessione stabile, ma chi non può come fa?”. Per loro, inoltre, è solo l’inizio: hanno intenzione di continuare con la mobilitazione, invitando tutti i colleghi ad unirsi a loro: “Nel nostro giro di amici siamo gli unici che frequentano l’università ma ci auguriamo che nei prossimi giorni si aggiungeranno altri”.